Bulgaria: arte e nuovi ricchi

E’ stata la moda della transizione. Accumulare reperti archelogici ed oggetti d’arte. Alcuni tra i personaggi più ricchi del Paese ora posseggono preziose collezioni private, che vorrebbero trasformare in musei. Ma non tutti sono d’accordo

13/12/2005, Tanya Mangalakova -

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Stefan Georgiev

I nuovi ricchi bulgari hanno una vera e propria passione per le collezioni private d’arte e d’antichità. Uno dei proprietari di quella che viene ritenuta la più ricca collezione privata a Sofia è Vassil Bozhkov, detto Teschio, discusso uomo d’affari.

Lo scorso ottobre, presso la Galleria Nazionale di Arti Estere, a Sofia, parte della collezione di Bozhkov era in mostra: con tanto di un busto in marmo risalente al periodo romanico del II secolo d.c, una corona d’oro del IV secolo a.c, e poi ceramiche, bronzi ed altri 275 oggetti che compongono parte della sua collezione.

Il tutto è raccolto ora in un catalogo la cui presentazione ha portato i media bulgari a porsi alcune domande. I nuovi ricchi sono effettivamente, come si definiscono, patrioti che si prendono cura del patrimonio culturale bulgaro? O piuttosto queste imponenti collezioni private sono solo uno degli aspetti del loro business? Investono denaro in attesa di profitto?

Più di una volta i collezionisti privati hanno insistito per aprire musei privati. Secondo gli esperti queste collezioni sono ai margini della legge perché i proprietari di questi oggetti antichi nella maggior parte dei casi non possono mostrare alcun documento che ne testimoni l’origine. E’ assodato che queste collezioni sono strettamente legate all’attività illecita di tombaroli e "cacciatori di tesori".
Chi è chi tra i collezionisti
Boyan Radev ha ostentato per più di vent’anni la sua passione per oggetti antichi e per i pittori bulgari. E’ stato in passato campione olimpico di lotta e ha ricoperto incarichi diplomatici a Vienna durante il regime comunista di Todor Zhivkov. Candidamente Radev ha più volte ammesso che non ne capisce molto di arte ma che ritiene si tratti di un buon investimento. Racconta poi di come se ne sta a casa, circondato dai suoi quadri, il sigaro in una mano, il bicchiere di rakja (grappa locale) nell’altra. All’inizio del gennaio 2003 ha esposto circa 300 dipinti della propria collezione presso la Galleria civica di Sofia. Due settimane dopo l’inaugurazione della mostra venne arrestato con l’accusa di illeciti collegati all’acquisizione oggetti antichi. Secondo la legge bulgara chiunque rinvenga un bene che faccia parte del patrimonio culturale deve, entro due settimane, consegnarlo al museo più vicino.

Emil Kyulev era proprietario del gruppo DZI. E’ stato ucciso lo scorso 26 ottobre nella capitale bulgara. Era il secondo uomo più ricco della Bulgaria. Durante il comunismo era un poliziotto, poi, durante la transizione, ha accumulato una fortuna che s’aggira ora attorno ai 500 milioni di dollari. Aveva una ricca collezione privata di dipinti.

Dimitar Ivanov durante il periodo comunista era il temuto responsabile del sesto dipartimento del Ministero degli interni (la polizia politica). Ora è un businessman di successo e collezionista di arte, in particolare risalente al periodo della Tracia. La sua collezione è esposta al Museo nazionale di archeologia.

La collezione più prestigiosa rimane però quella nelle mani di Vassil Bozhkov, presidente della Nova Holding. Secondo il quotidiano bulgaro Troud avrebbe una collezione privata di più di 4000 dipinti, in particolare dei principali pittori bulgari tra le fine del 19mo secolo ed il 20mo e circa 2000 oggetti del periodo della Tracia, di periodo ellenico e romanico.

Ma molti, anche tra i politici bulgari, considerano Bozhkov un uomo d’affari ambiguo. Prima delle elezioni locali del 2003, Nadezhda Mihailova, a capo dell’UDF (Forze Democratiche Unite) ritirò il proprio sostegno ad un candidato del proprio partito, Plamen Oresharski, perché ritenuto troppo vicino a Bozhkov (attualmente Oresharski è Ministro delle Finanze).

Poi fu la volta di Emanuil Yordanov, ex Ministro degli interni, che ha affermato, citato poi dai principali media bulgari che "tutti i cittadini bulgari conoscono le conseguenze di alcune situazioni spiacevoli nelle quali era coinvolto Bozhkov" riferendosi in particolare ad uno scandalo legato al traffico illecito di sigarette nel quale si è trovata coinvolta un’azienda controllata da quest’ultimo. Nell’aprile del 2005 Yordan Sokolov, parlamentare del partito di destra Democratici per una Bulgaria Forte, ha chiesto al Ministro degli interni perché la polizia non si fosse dimostrata interessata alle collezioni di persone come Bozhkov o Ivanov. "Un tesoro trovato sottoterra è proprietà dello Stato. Chiunque non lo consegni alle autorità commette un crimine", ha ricordato Sokolov.

La campagna per i musei privati
Sia Dimitar Ivanov che Vassil Bozhkov molto hanno insistito in questi anni per aprire dei musei privati. Hanno sostenuto questa loro richiesta con un’intensa campagna mediatica. Tutti i principali media bulgari hanno seguito la pubblicazione del catalogo "La collezione Vassil Bozhkov". I più solerti sono stati i giornalisti del quotidiano Troud, due pagine speciali con intervista al collezionista. Sempre sulle pagine di Troud Svetlin Roussev, prominente accademico e considerato intellettuale di sinistra, ha definito Bozhkov un idealista, "un fenomeno della nostra cultura nativa che ha assunto una posizione di alto valore civico".

Durante la presentazione del catalogo è stata promossa una conferenza stampa nella quale si è affermato che "è necessaria una nuova legge che permetta alle collezioni private di ottenere lo status di musei privati". Una decisione che contribuirebbe a "dare garanzie al futuro dell’intera arte bulgara".

Secondo la legge vigente spetta esclusivamente al Ministero della cultura e del turismo emettere il permesso a favore di un privato per la creazione di un museo. Vassil Bozhkov ne ha fatto richiesta ma quest’ultima è stata cassata dal Ministro della cultura del precedente governo, Nina Chilova. Scatenando così le ire di Bozhkov: "E’ il peggiore Ministro della cultura che abbiamo avuto …. Chilova è molto scialba", alcune delle sue dichiarazioni riportate dai media.
Legalizzare le collezioni
Vassil Bozhkov, in un’intervista rilasciata lo scorso 11 ottobre a Troud, ha candidamente ammesso che alcuni dei pezzi della sua collezione sono stati acquistati da persone che se li sono procurati grazie a contatti con tombaroli e cacciatori di tesori. "Se non li prendo io li porterebbero in Europa", ha affermato. Non vi è alcuna collezione privata legale in Bulgaria perché i detentori delle opere nella maggior parte dei casi non sono in grado di documentare l’origine delle opere in loro possesso.

Già anni fa il settimanale bulgaro Capital aveva denunciato che ricchi "mecenati" finanziavano con grossi capitali i ricercatori di tesori che procedevano addirittura con escavatori. Ora questa "caccia al tesoro" ed il conseguente depauperamento dei beni culturali bulgari è divenuto una vera e propria industria criminale, con buone connessioni all’interno della polizia e tra i funzionari dei musei. Una rete in grado di organizzare il trasferimento all’estero (o presso le collezioni private in patria) e la vendita dei beni trafugati.

Alcuni esperti sono molto critici in merito alla costituzione di musei privati.

"Mantenere un museo privato è un vero e proprio lusso" afferma Margarita Vaklinova, vice-direttrice dell’Istituto per l’archeologia dell’Accademia bulgara delle scienze. E’ una ricercatrice che presso i colleghi gode di una reputazione impeccabile. "E’ terribile che fiorisca in Bulgaria la ricerca di tesori e questo perché qualcuno vi investe" ha dichiarato ad Osservatorio "i proprietari di collezioni private stanno facendo pressione per ottenere il diritto a creare musei privati. Ma devono essere consapevoli anche dei doveri che da questo deriva: devono pagare del personale, necessitano di un edificio per il museo, devono pagare per il mantenimento delle opere".

Secondo la ricercatrice una collezione, prima di venir riconosciuta, deve essere inventariata da esperti. "Ho sfogliato con attenzione il catalogo della collezione Bozhkov e mi sembra impostato come le collezioni di due secoli fa, quando si collezionavano oggetti un po’ dappertutto senza attestarne l’origine. Chi tra i nostri collezionisti che vuole creare un proprio museo è disposto a dichiarare che l’ icona "x" è stata trafugata nel monastero "y" perché quest’ultima certo non era appartenuta alla nonna? Chi tra i collezionisti privati è in grado di dire la verità e che il tal oggetto gli è stato consegnato da un tombarolo? Nei musei statali raccogliamo tutti questi tipi di informazione. Non avviene nei musei privati dove spesso tutte queste informazioni vanno perdute. E’ fondamentale avere indicazioni sull’origine di questi oggetti. Che informazioni ad esempio abbiamo in merito alla bellissima statua raffigurata sulla copertina del catalogo?". Una domanda ovviamente senza risposta.

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