Dopo l’attacco t[]istico di New York preoccupa la questione dei cittadini stranieri di religione musulmana che si erano arruolati tra le file dei gruppi di Mujahedin presenti in Bosnia durante la guerra, e ai quali era stato rilasciato il passaporto bosniaco. Il dubbio che alcuni t[]isti vicini a Osama Bin Laden siano in possesso di questi passaporti, ha spinto le autorità locali ad avviare un controllo di tutti i documenti validi per l’espatrio rilasciati a cittadini stranieri dal 1992 in poi. Già il 15 settembre il portavoce delle Nazioni Unite per la regione di Banja Luka e di Bihac – Alun Roberts -aveva annunciato di aver suggerito a tutte le sedi UN e OHR – Ufficio dell’Alto Rappresentante per la BiH –
di seguire il controllo delle procedure seguite dagli organi competenti per il rilascio dei passaporti dal 1996 ad oggi. Roberts ha sottolineato che è molto importante irrigidire i controlli, soprattutto in Federazione dove oggi risiede la maggior parte dei cittadini bosniaci di religione musulmana (Glas Srpski, 15 settembre). La risposta delle autorità bosniache non si è fatta attendere. Il Ministro degli Esteri – Zlatko Lagumdjija – ha dichiarato che è stata costituita un’apposita commissione che si occuperà dell’indagine. Egli ha inoltre confermato che un certo numero di soldati mercenari provenienti da paesi islamici aveva ottenuto il passaporto bosniaco ai tempi in cui combattevano a fianco dell’AbiH (Armata Bosniaca) e che alcuni di essi erano in collegamento con centri t[]istici islamici (Nezavisne Novine, 21 settembre).
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