Bosnia Erzegovina, la lentezza del corridoio 5c
L’obiettivo è collegare nord e sud della Bosnia Erzegovina, nell’ambito di un corridoio internazionale per passeggeri e merci da Budapest al Mar Adriatico. L’idea, avviata oltre 20 anni fa, non è stata abbandonata ma i lavori, a causa di impedimenti e irregolarità, procedono a rilento
Le risorse dell’Unione europea destinate a due progetti infrastrutturali in Republika Srpska (RS) lungo il corridoio 5c [parte del corridoio paneuropeo 5] – la cui erogazione è stata sospesa alcuni mesi fa – potranno essere sbloccate solo quando verrà risolta la crisi politica attraversata dalla BiH. Solo allora la Commissione europea, tramite la Banca europea per gli investimenti, potrà mettere a disposizione della RS 600 milioni di euro previsti per la realizzazione dei progetti in questione. Questo il messaggio della delegazione dell’UE in Bosnia Erzegovina che lo scorso 17 settembre ha invitato nuovamente le autorità bosniaco-erzegovesi a trovare una soluzione alla crisi politica che imperversa nel paese, così da poter sfruttare importanti opportunità di finanziamento offerte dall’UE. Qualche settimana prima, alla fine di agosto, la delegazione dell’UE aveva già avvertito i politici bosniaco-erzegovesi che la BiH rischiava di perdere svariati milioni di euro di finanziamenti europei destinati al potenziamento delle infrastrutture energetiche e di trasporto nel paese.
Stando a quanto riportato da Al Jazeera Balkans , la sospensione dei fondi in questione da parte di Bruxelles è da intendersi come una sanzione contro la politica secessionista portata avanti dal membro serbo della Presidenza tripartita della BiH Milorad Dodik.
L’azienda pubblica Autoputevi RS, che si occupa di costruzione e manutenzione di autostrade e superstrade nella Republika Srpska, ha definito la decisione dell’UE di bloccare i finanziamenti come una mossa politicamente motivata. In un’intervista rilasciata all’emittente N1, Slobodan Stanarević, direttore di Autoputevi RS, ha dichiarato che, qualora le risorse europee non dovessero essere sbloccate, l’azienda sarà costretta ad affidare in concessione i lavori di realizzazione dei due progetti in questione.
I finanziamenti
A differenza della Republika Srpska, l’altra entità del paese, la Federazione BiH, è riuscita ad assicurare tutte le risorse necessarie per la costruzione del tratto del corridoio 5c ricadente nel suo territorio. Secondo le autorità della FBiH, i lavori dovrebbero essere completati entro la fine del 2028. L’intero tratto dell’autostrada costruito nella FBiH fa parte del corridoio 5c, mentre in Republika Srpska dei circa cento chilometri di rete autostradale solo un breve tratto è parte del corridoio.
La costruzione del corridoio 5c in BiH è finanziata in gran parte con i prestiti ottenuti da alcune istituzioni finanziarie, in primis dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (EBRD) e dalla Banca europea per gli investimenti (EIB), nonché con i contributi a fondo perduto concessi dall’UE. Ad oggi l’EBRD ha erogato alla Bosnia Erzegovina prestiti per un importo complessivo di 850 milioni di euro, mentre gli investimenti e i finanziamenti a fondo perduto dell’UE ammontano a oltre 230 milioni di euro. Solo nel 2021 l’UE ha contribuito alla costruzione del corridoio 5c in BiH con un contributo a fondo perduto di 14,6 milioni di euro. Le risorse garantite dalle autorità bosniaco-erzegovesi sono invece destinate alla progettazione e all’esproprio dei terreni interessati dal progetto.
Accise e pedaggi
Ormai da anni la BiH incassa rilevanti introiti dalle accise sui carburanti e dai pedaggi autostradali. Con le modifiche introdotte alla legge sulle accise nel febbraio 2018 il pedaggio speciale, destinato al finanziamento degli interventi riguardanti la costruzione di nuove autostrade e superstrade e la ricostruzione di quelle già esistenti, aveva subito un aumento. Una misura chiesta dal Fondo monetario internazionale aveva vincolato la proroga di un accordo di credito stipulato con la BiH e lo sblocco delle risorse all’aumento del pedaggio autostradale. Le autorità bosniaco-erzegovesi avevano assicurato che l’aumento del pedaggio avrebbe contribuito a completare il corridoio 5c in tempi più rapidi.
Nei soli primi tre mesi dall’entrata in vigore della nuova legge sulle accise lo stato ha incassato 97 milioni di marchi (circa 49 milioni di euro) dal pedaggio destinato al finanziamento delle infrastrutture stradali e autostradali. Nel periodo compreso tra gennaio 2006 e giugno 2019 i ricavi derivati da questo pedaggio ammontavano a 1,65 miliardi di marchi (circa 840 milioni di euro), mentre nel periodo tra il 2006 e il 2019 la BiH ha riscosso un gettito derivante da accise e pedaggi di circa 5,5 miliardi di euro. Ciononostante, tutti i tratti dell’autostrada che dovrebbero essere costruiti nei prossimi anni in entrambe le entità del paese, compresi quelli facenti parte del corridoio 5c, saranno finanziati con prestiti. Fatto che dimostra chiaramente – da tempo ormai lo hanno capito non solo gli economisti, ma anche chi non si intende particolarmente di economia – che gli introiti derivati da accise e pedaggi non vengono utilizzati per gli scopi previsti, bensì per tappare i buchi del bilancio delle due entità della BiH.
Negli ultimi vent’anni il costo di un chilometro di autostrada del corridoio 5c è aumentato notevolmente , passando dai 3,46 milioni di euro nel 2000 ai 13,5 milioni di euro quanto costa attualmente. Nella costruzione dei 113 chilometri del corridoio nella Federazione BiH sono stati investiti circa 1,3 miliardi di euro. L’azienda Autoceste FbiH, responsabile dei lavori, ha spiegato che sul costo complessivo di alcune tratte del corridoio incidono anche le caratteristiche geologiche e geomorfologiche dei terreni interessati, dalle quali dipende anche la realizzazione delle strutture aggiuntive. Inoltre, negli ultimi due decenni, da quando è iniziata la costruzione del corridoio 5c in BiH, anche i prezzi delle materie prime, così come il costo del lavoro, hanno subito un aumento rilevante.
L’ultima fase dei lavori?
Il progetto del corridoio 5c prevede la costruzione di tutta una serie di strutture, compresi diversi tunnel, raccordi, ponti, viadotti, caselli e aree di servizio. Particolarmente impegnativa sarà la costruzione del tunnel di Prenj che avrà una lunghezza di oltre dieci chilometri. Una volta realizzato, sarà il tunnel più lungo della regione e uno dei tunnel più lunghi d’Europa. Lunedì 26 settembre è iniziata la selezione dell’esecutore del progetto del tunnel di Prenj che, secondo i rappresentanti dell’azienda Autoceste FbiH, è di fondamentale importanza per il completamento dell’intero corridoio.
Abusi e irregolarità
I progetti infrastrutturali sono spesso oggetto di promesse elettorali dei politici bosniaco-erzegovesi. Dalla posa della prima pietra del corridoio 5c in BiH si sono tenute ben cinque tornate elettorali. Si ha l’impressione che alla vigilia di ogni tornata elettorale, sia che si tratti di elezioni amministrative o politiche, i cittadini bosniaco-erzegovesi siano costretti ad ascoltare sempre gli stessi proclami lanciati dai partiti, che fanno a gara nel fare promesse, poi alla fine di ogni legislatura restano solo le presentazioni digitali dei progetti infrastrutturali consultabili online.
Il corridoio 5c è il più importante progetto infrastrutturale in BiH, per cui non stupisce che spesso sia stato oggetto di promesse elettorali, ma anche di vari abusi durante le campagne elettorali. Ad esempio, alcuni media hanno riportato che uno stesso cantiere lungo il corridoio 5c è stato inaugurato due volte nel corso di un anno.
Finora il progetto di costruzione del corridoio 5c è stato segnato non solo da promesse infondate , ma anche da varie dispute riguardanti le procedure di appalto, presunte irregolarità e abusi durante il processo di esproprio dei terreni, potenziali casi di corruzione e frodi, azioni ai danni dei fornitori di servizi locali e altre operazioni sospette di cui hanno scritto soprattutto i giornalisti investigativi.
La costruzione del corridoio è accompagnata anche da processi penali: all’inizio di quest’anno, il tribunale di Mostar ha dato ragione agli abitanti dei quartieri meridionali della città che hanno sporto denuncia contro la Federazione BiH, accusandola di atti discriminatori compiuti durante la costruzione del tratto del corridoio che attraversa il territorio del comune di Mostar.
Il corridoio 5c è un progetto infrastrutturale transeuropeo che mira a collegare varie parti del continente. Il tratto che interessa la Bosnia Erzegovina è lungo 325 chilometri e attraversa il paese da nord a sud, collegando la capitale dell’Ungheria alla città di Ploče sulla costa croata. Il progetto del corridoio 5c fu definito durante il summit dei ministri del Trasporto dei paesi europei tenutosi a Helsinki nel 1997. Secondo alcune stime, la costruzione del corridoio costerà circa quattro miliardi di euro.