Bosnia Erzegovina: il sogno americano

Il programma Work and travel permette agli studenti bosniaci che conoscono l’inglese di lavorare qualche mese negli Stati uniti. In 400 sono partiti quest’anno

18/09/2013, Maja Isović -

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(Tratto dal magazine Buka, pubblicato originariamente il 9 settembre 2013, selezionato da Le Courrier des Balkans e Osservatorio Balcani e Caucaso)

Sulla lista di cose da fare di numerosi giovani in tutto il mondo figura una priorità: “Un viaggio negli Stati uniti”. Però, data la situazione in Bosnia, i ragazzi che vi vivono difficilmente riescono a visitare i paesi vicini, un viaggio oltre Atlantico appartiene quindi al mondo dei sogni.

Ora, grazie al programma internazionale Work and travel, numerosi studenti bosniaci hanno avuto la possibilità di partire per gli Stati uniti dove hanno lavorato per tre-quattro mesi al massimo e poi hanno avuto la possibilità di viaggiare per un mese intero prima di rientrare a casa. Dato il grande interesse riscontrato dal programma in Bosnia il concorso per la stagione 2014 è stato già aperto.

L’Agenzia BHV, specializzata in programmi educativi e scambi culturali, è responsabile tra gli altri anche di questo progetto. Silvana Vasić, una funzionaria dell’agenzia, precisa che i preparativi per l’estate 2014 sono già cominciati: “L’interesse per questo programma è in crescita. Quest’anno 400 studenti bosniaci sono partiti per gli Stati uniti. E’ poco se si paragona agli studenti bulgari e serbi, che sono stati più di 5000 a presentarsi al concorso. Solo gli studenti che hanno meno di trent’anni e un buon livello di inglese possono candidarsi”.

A suo avviso gli studenti sono più interessati a quei lavori dove possono guadagnare delle mance: “La maggior parte di loro vuole lavorare nel settore alberghiero come aiuto cucina, camerieri, all’accoglienza, in lavanderia… ma la scelta dipende dal livello di conoscenza dell’inglese”.

Lontani da mamma e papà

L’Agenzia BHV si occupa di questo programma in Bosnia Erzegovina ormai da 8 anni e agli inizi i ragazzi avevano numerosi pregiudizi che frenavano la loro decisione di partire: “Ora la situazione è cambiata. Penso che non esista nessuno studente qui che non abbia sentito parlare di questo programma. In generale sono interessati a studi all’estero, ma la mancanza di mezzi finanziari impedisce loro di partire. Da quest’anno lavoriamo anche su un programma di studi in Canada, dove i nostri studenti potranno rimanere sino alla conclusione dei propri studi e lavorare nel proprio campo di attività”.

Il programma Work and travel è una grande opportunità per i giovani bosniaci e secondo Silvana Vasić può riuscire ad influenzare la società bosniaca”Consiglierei questo programma a tutti perché un viaggio negli Stati uniti può sicuramente influenzare la mentalità dei nostri giovani. Qui, i giovani e più nello specifico gli studenti non hanno l’abitudine di viaggiare e di lavorare durante i loro studi e di avere responsabilità legate ad un impiego. Quest’esperienza non può che portare a loro dei vantaggi. Lontani dai loro genitori, dovranno fare le loro scelte e apprendere a sbrigarsela nella vita”. Il concorso rimane aperto sino al febbraio 2014 e vi sarà posto per 200 studenti bosniaci.

Vladan

Vladan Ostojić, giornalista e conduttore televisivo ha anch’egli preso parte al programma Work and travel e condivide la sua esperienza con Buka : “Dieci anni di giornalismo nei Balcani, è abbastanza stressante. Quindi mi sono iscritto a questo programma e sono partito per Atlantic City nel New Jersey, nel maggio 2012. Ho scelto questa città perché era vicina a New York dove avevo qualche amico. Oltre a New York sono poi andato a Washington e Filadelfia dove volevo capire l’interesse degli americani per il baseball, e ammetto, non l’ho ancora capito. La maggior parte non segue assolutamente quanto sta accadendo in campo ma apprezzano di essere allo stadio tra amici, con una birra in mano. Può essere tutto qui? Dopo aver terminato i miei obblighi professionali e visitato le tra città più grandi nei pressi di Atlantic City sono partito all’avventura. In 18 giorni ho visitato San Francisco, Los Angeles, Las Vegas, il Grand Canyon, Miami e i suoi locali notturni e la Carolina del Nord, prima di rientrare a New York.

Nessun paragone

Vorrei poter fare paragoni tra la Bosnia Erzegovina e gli Stati uniti ma non è possibile. Sono due mondi paralleli. Gli Stati uniti offrono a tutti una possibilità, non solo ai loro cittadini, ma anche agli immigrati. Chi ha la volontà di lavorare può vivere decentemente del proprio lavoro, e questo non avviene in Bosnia. Qui non viviamo. Sopravviviamo! Non vi è paese al mondo che valorizzi più degli Stati uniti il lavoro.

Chi non è pronto a rimboccarsi le maniche non può aspettarsi di guadagnare molto. Ma, al contrario, chi ha l’ambizione di consacrasi al lavoro in soli 3-4 mesi può guadagnare parecchio. Ciononostante io non consiglierei di partire per New York. Perché lì la vita è molto cara. E’ preferibile scegliere una città più piccola, di un qualche milione di abitanti, dove il costo della vita è più ragionevole. Negli Stati uniti più lavorerete più guadagnerete. In ogni caso, consiglio ai giovani di partecipare a questo programma, perché garantisce un’esperienza indimenticabile”.

Un numero elevato di giovani desidera lasciare la Bosnia Erzegovina e Vladan Ostojić sottolinea come nessun politico sembri preoccuparsi della fuga di cervelli: “Non sono ottimista e penso che la situazione in Bosnia andrà peggiorando. Il massimo della realizzazione qui è arrivare in qualsiasi posizione dove si sia in grado di arricchirsi il più rapidamente possibile sulle spalle della povera gente. Se i politici balcanici smettessero di riempirsi le tasche vivremo tutti molto meglio. A casa nostra tutto è più complicato e difficile. Negli Stati uniti, come nella vecchia Europa, è tutto più semplice”.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell’Unione Europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l’opinione dell’Unione Europea. Vai alla pagina del progetto Racconta l’Europa all’Europa

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