Bosnia Erzegovina: giornalisti, giustizia locale ed internazionale
Dall’Aja arriva una buona notizia per i giornalisti bosniaci. Non saranno più obbligati a testimoniare. Questi ultimi però denunciano una legge che il Parlamento bosniaco sta per adottare "Vogliono tapparci la bocca in vista della campagna elettorale".
Dal Tribunale penale Internazionale dell’Aja arriva una buona notizia per i giornalisti. Non saranno più obbligati a testimoniare durante i processi contro chi si è macchiato di crimini contro l’umanità durante gli anni di guerra nell’ex-Jugoslavia. Lo ha reso noto il Washington Post che ha riportato come il Tribunale avrebbe preso questa decisione in seguito alla richiesta in questa direzione di 34 organizzazioni internazionali di giornalisti (TVF1, 27.08.2002).
L’iniziativa di "esenzione" aveva preso avvio dal rifiuto del giornalista del Washington Post Jonathan Randal, di partecipare da testimone dell’accusa contro il serbo-bosniaco Radoslav Brdjanin.
Ma se questa è una notizia positiva per i giornalisti bosniaci ve ne è una che invece con tutta probabilità renderà più difficile il loro lavoro. I giornalisti della Federazione BiH stanno chiedendo al Parlamento federale di fermare il processo d’approvazione della nuova legge sulla calunnia. I giornalisti denunciano questa nuova legge come un modo per fare pressione nei confronti della loro categoria ed una conferma della volontà delle autorità del Paese di controllare l’operato dei giornalisti, anche e soprattutto considerando che si è attualmente nel pieno della campagna elettorale per le elezioni politiche che si svolgeranno il prossimo 4 ottobre (Oslobodjenje,28.08.02).