Bosnia Erzegovina: fallimento sulla riforma elettorale

Dopo nove mesi di aspre discussioni mediate dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, nessun accordo è stato raggiunto sulla riforma della legge elettorale. Per i croati dell’HDZ, "nessuna condizione è stata soddisfatta per lo svolgimento di elezioni generali il prossimo ottobre"

23/03/2022, Radio Slobodna Evropa -

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Una mappa della Bosnia Erzegovina - © notYourBusiness/Shutterstock

(Pubblicato originariamente da Radio Slobodna Evropa il 22 marzo 2022, selezionato e tradotto da Courrier des Balkans e OBC Transeuropa)

Domenica 20 marzo, dopo nove mesi di discussioni, si sono conclusi senza alcun risultato i negoziati su una riforma della legge elettorale in Bosnia ed Erzegovina. Sono stati Angelina Eichhorst, direttrice del Servizio europeo di azione esterna (SEAE), e Michael Murphy, il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Bosnia Erzegovina, a mediare i negoziati tra i partiti politici bosniaci. "Questo è un fallimento, un’opportunità mancata per i leader del paese. Alla luce degli attuali sviluppi sul suolo europeo e sulla scena geopolitica, c’era una reale opportunità di mostrare la volontà di raggiungere un consenso", ha denunciato Angelina Eichhorst.

"Negli ultimi giorni, avevamo sul tavolo elementi dell’accordo che avrebbero garantito ai diversi leader di ottenere la maggior parte delle loro richieste. Alla fine dei negoziati tutti ci hanno detto che avevano ora più elementi di comprensione sulle reciproche posizioni. Purtroppo, né il Partito d’Azione Democratica (SDA) né l’Unione Democratica Croata (HDZ) hanno tradotto tutto questo in un compromesso. E’ stata posta troppa enfasi sui simboli piuttosto che sul contenuto effettivo dell’accordo. Ma è la sostanza di cui i cittadini di questo paese hanno bisogno", ha commentato l’ambasciatore Murphy.

"Non c’è assolutamente nessuna condizione per andare a elezioni", ha affermato dal canto suo Dragan Čović, presidente dell’Unione Democratica Croata (HDZ). "E’ un colpo brutale la Bosnia Erzegovina, pensando all’attuale situazione politica del paese, ma anche dell’intera regione. Ma dobbiamo andare avanti. Alcune delle cose che abbiamo concordato possono essere utilizzate per un accordo futuro, e a coloro che hanno cercato di smantellare la Federazione di Bosnia Erzegovina, come struttura amministrativa attuale, dico che non ci sono riusciti e non ci riusciranno mai".

Alle negoziazioni hanno partecipato sei formazioni politiche della Federazione. Il Partito d’Azione Democratica (SDA) non ha commentato l’esito fallimentare. Per Milorad Dodik, il leader dell’Alleanza dei socialdemocratici indipendenti (SNSD), il fallimento dei negoziati "mostra inequivocabilmente dove sta il problema", perché "questo problema non si chiama Republika Srpska o Milorad Dodik", ha aggiunto il membro serbo della presidenza tripartita della BiH.

La riforma della legge elettorale è resa necessaria dall’attuazione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, che chiedono l’abolizione delle disposizioni discriminatorie che impediscono a tutti i cittadini di votare ed essere eletti, indipendentemente dalla loro nazionalità. La principale preoccupazione dell’HDZ verte sulle modalità con cui verrebbe nominato un "legittimo rappresentante del popolo croato nella presidenza collegiale", senza che gli elettori non croati possano interferire nella scelta.

Secondo la costituzione provvisoria del paese, la presidenza della BiH ha tre membri, "un bosniaco e un croato della Federazione della BiH, e un serbo dell’entità Republika Srpska". Questa regola impedisce agli ebrei, ai rom e alle altre comunità senza lo status di "popoli costituenti" di candidarsi ed essere eletti alla presidenza della Bosnia Erzegovina, ma anche di avere rappresentanti nella Camera dei Popoli nel Parlamento della Bosnia Erzegovina, che conta cinque bosniaci, cinque croati e cinque serbi. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha emesso su tale questione quattro decisioni contro la Bosnia Erzegovina, la prima è stata il caso Sejdić-Finci nel 2009.    

Il dibattito

Negli ultimi anni, la comunità accademica internazionale e locale ha preso attivamente parte ai dibattiti sulla riforma costituzionale in Bosnia Erzegovina (BiH), condividendo conoscenze e consigli. Tuttavia, in Bosnia Erzegovina il dibattito pubblico sull’impatto del processo di integrazione europea sulla Costituzione è ancora limitato. In questa sezione OBC Transeuropa sta pubblicando – in italiano, bhs e inglese – articoli e paper prodotti dalla rete di studiosi "Bosnia Erzegovina, la Costituzione e l’adesione all’UE. Una piattaforma accademica per discutere delle opzioni".

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