Bosnia Erzegovina: come migliorare l’efficacia del sistema federale

Come rendere più efficace il sistema federale della Bosnia Erzegovina? Alcune proposte avanzate da Bojan Vlaški docente di diritto presso la Facoltà di giurisprudenza di Banja Luka, contribuiscono al dibattito sulla riforma del sistema costituzionale della BiH

14/01/2022, Bojan Vlaški -

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Travnik - © Samir Behlic/Shutterstock

L’obiettivo di questo articolo è quello di individuare i meccanismi che possono contribuire a rendere più efficace il sistema federale in Bosnia Erzegovina, soprattutto per quanto riguarda la pubblica amministrazione. Varie statistiche sulle capacità delle pubbliche amministrazioni negli stati federali (e unitari) dimostrano che le cause dell’inefficienza dell’amministrazione pubblica non risiedono nel sistema federale in quanto tale.

La struttura federale della Bosnia Erzegovina, che poggia su due pilastri – tre popoli costituenti (insieme agli Altri, come cittadini della Bosnia Erzegovina) e due entità (insieme al Distretto di Brčko) che compongono il paese – costituisce le fondamenta per una cooperazione basata su un approccio dinamico che possa creare presupposti per rendere efficace la struttura federale. In questo senso, nei prossimi anni tutti gli attori coinvolti dovrebbero focalizzarsi sullo sviluppo dei rapporti tra i vari livelli di governo.

Benché la Costituzione della Bosnia Erzegovina non stabilisca chiari presupposti normativi per lo sviluppo delle relazioni tra i vari livelli di governo in BiH, la prassi indica l’esistenza di diverse forme di cooperazione orizzontale e verticale, cooperazione che si manifesta però in modo sporadico ed è perlopiù informale. Vi sono diversi motivi alla base della scarsa cooperazione tra i vari livelli di governo, tra cui il lascito della guerra civile, i frequenti conflitti politici e l’interventismo dell’Ufficio dell’Alto rappresentante per la BiH, motivi emersi soprattutto nel primo decennio successivo all’entrata in vigore della Costituzione della BiH.

Date queste premesse – anziché privilegiare l’interventismo dell’Ufficio dell’Alto rappresentante e i processi, delicati dal punto di vista politico, di creazione delle nuove istituzioni a livello centrale e di ampliamento dei poteri dello stato – è necessario promuovere le relazioni orizzontali e verticali tra i vari livelli di governo ricorrendo a diversi strumenti tra cui: accordi intergovernativi, organismi intergovernativi e meccanismi di coordinamento del processo di integrazione europea.

Inoltre, è importante sviluppare la cultura del dialogo e della risoluzione extragiudiziale delle controversie federali attraverso meccanismi di arbitrato e mediazione. La prassi dimostra che le entità (così come i cantoni) hanno un interesse reciproco a instaurare una collaborazione in diversi ambiti (sviluppo economico, polizia, infrastrutture di trasporto, tutela ambientale), per cui i detentori del potere esecutivo e i titolari di cariche amministrative, invece di perdersi in scontri politici, dovrebbero compiere passi avanti verso una strada di cooperazione e consenso. Questo compito si impone come ineluttabile nella situazione in cui ogni anno migliaia di persone se ne vanno dalla Bosnia Erzegovina.

Pertanto è necessario dialogare e promuovere fiducia reciproca, che non può essere sviluppata dall’Alto rappresentante né da alcuna istituzione internazionale, bensì esclusivamente da attori locali. Nonostante in Bosnia Erzegovina manchi il consenso, anche minimo, sul futuro del paese e uno spirito di compromesso, ossia la lealtà federale, riteniamo che sia possibile sviluppare tale lealtà attraverso, tra l’altro, la creazione di vari meccanismi di promozione delle relazioni tra i vari livelli di governo e della risoluzione extragiudiziale delle dispute federali, soprattutto se tali meccanismi dovessero essere implementati in misura maggiore rispetto al passato.

Ne La cronaca di Travnik, Ivo Andrić, ottimo conoscitore della mentalità bosniaco-erzegovese, scrisse: “Su questo ristretto, montuoso e aspro fazzoletto di terra vivono quattro religioni […] e ciascuna si aspetta che la salvezza arrivi da fuori e da una direzione opposta”. Solo quando inizieremo a cercare “salvezza” all’intero della Bosnia Erzegovina sarà possibile sviluppare uno spirito di compromesso e raggiungere un minimo di consenso sul futuro della BiH. È un dovere nei confronti delle generazioni future.

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Bosnia Erzegovina, la costituzione e l’integrazione europea. Una piattaforma accademica per discutere le opzioni” sostenuto dalla Central European Initiative (CEI). La CEI non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai ai materiali del progetto

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