Bosnia: dimissioni di Mirko Sarovic
Il rappresentante serbo della presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina costretto alle dimissioni per l’affare "Orao", la ditta bosniaca che ha fornito armi all’Iraq
SARAJEVO – La notizia delle dimissioni di Mirko Sarovic è stata confermata ieri dall’ufficio di presidenza bosniaco. Sarovic era in procinto di essere "dimissionato" da Paddy Ashdown, attuale Alto Rappresentante per la Bosnia Erzegovina (OHR), l’autorità internazionale garante della applicazione degli accordi di Dayton che ancora governa il Paese a 7 anni dalla fine del conflitto. L’OHR aveva fissato un ultimatum (le 12 di mercoledì) affinché il presidente si ritirasse dalle proprie funzioni. Se l’ultimatum non fosse stato rispettato, Sarovic avrebbe subito l’interdizione futura da ogni possibile carica pubblica o politica. Poche ora prima della annunciata conferenza stampa dell’OHR, Sarovic ha annunciato le proprie intenzioni. Nel messaggio inviato agli altri membri della Presidenza, all’Alto Rappresentante e alle due camere del Parlamento, Sarovic ha dichiarato: "Sono consapevole delle possibili conseguenze per la Republika Srpska (RS) e per il partito che mi ha nominato (il partito democratico serbo, SDS, ndr) e ho deciso di prendere questa decisione in una atmosfera nella quale le vere ragioni non sono in primo piano" (Nezavisne novine, 03.04.2003)
"L’affare Orao ha prodotto più danni per la reputazione internazionale della Bosnia ed Erzegovina di ogni altro evento dalla fine della guerra ad oggi – aveva dichiarato nella stessa giornata Paddy Ashdown." L’Alto Rappresentante aveva poi aggiunto che: "Il ritrovamento da parte della Sfor nel corso di una recente operazione di prove relative allo spionaggio da parte dei servizi segreti dell’esercito della Entità serba di Bosnia nei confronti delle istituzioni, dei cittadini e delle organizzazioni internazionali operanti nel Paese hanno aggravato i danni prodotti dall’affare Orao". (Nezavisne Novine, 03.04.2003)
Nei giorni scorsi infatti (7 marzo) la SFOR, forza multinazionale operante in Bosnia sotto l’egida della Nato, aveva effettuato una operazione a sorpresa per raccogliere informazioni sulla rete di supporto ai criminali di guerra ricercati dal Tribunale dell’Aja. Dalla operazione, condotta in diverse basi dell’esercito della RS, erano emerse prove di attività di spionaggio compiute dai servizi segreti militari dell’esercito serbo bosniaco (gruppo di intelligence "410") nei confronti dei propri cittadini, specialmente rappresentanti delle forze di opposizione e figure pubbliche, delle forze armate della Federazione BiH, la Entità croato-musulmana di Bosnia, e nei confronti del governo e di altre istituzioni. L’operazione avrebbe anche raccolto prove documentali relative ad attività di spionaggio nei confronti della Sfor, della polizia internazionale delle Nazioni Unite (IPTF)e di altre organizzazioni internazionali. Gli agenti dello spionaggio della RS sarebbero strettamente collegati a controparti in Serbia.(Iwpr, 01.04.03)
La compagnia aerospaziale "Orao" – basata nella Repubblica serba di Bosnia (RS) – avrebbe venduto armi all’Iraq negli anni tra il 2000 e il 2002, quando Sarovic era presidente della RS. Secondo la Reuters, un rapporto confidenziale redatto da servizi segreti occidentali presentato nel corso dell’incontro a Bruxelles del Peace Implementation Council (formato dai rappresentanti delle potenze che sovrintendono al processo di pace in BiH) il 28 marzo scorso, indicherebbe chiaramente la responsabilità politica di Sarovic per il commercio illegale con Bagdad. (Iwpr, 01.04.03)
Per l’Alto Rappresentante entrambi questi casi richiamano "una responsabilità politica e la sistematica debolezza nel controllo civile sulle forze armate bosniache."Ashdown ha accolto con favore "la decisione di Sarovic di riconoscere le proprie oggettive responsabilità in queste vicende e di dimettersi nell’interesse della RS e della Bosnia Erzegovina."(Nezavisne Novine, 03.04.2003)
Sempre nella giornata di mercoledì, l’Alto Rappresentante ha poi promulgato una serie di decisioni da subito in vigore relative al controllo civile a livello statale – e non delle singole Entità – sulle forze armate e sulla industria militare del Paese. Tutte le disposizioni contenute nelle costituzioni delle Entità, nella legislazione della RS sulla difesa e l’esercito, nella legislazione della Federacija BiH sulla difesa sono state emendate, rimuovendo ogni riferimento diretto o indiretto alle Entità stesse quali Stati indipendenti. E’ stato inoltre abolito il Consiglio Supremo di Difesa della Republika Srpska.
"Queste decisioni rafforzeranno il livello statale di comando e il controllo sulle forze armate bosniache – ha dichiarato l’Alto Rappresentante – affrontando uno dei problemi maggiori evidenziati dall’affare Orao e dallo spionaggio: troppi in RS ritengono che la RS sia uno Stato e non una Entità. Firmare contratti di vendita d’armi con un governo straniero è la azione di uno Stato. Se la RS avesse accettato il proprio ruolo quale parte della BiH, questo non sarebbe accaduto … In Serbia i legami tra elementi della sicurezza e servizi segreti militari hanno portato all’assassinio del primo ministro del Paese. Non dobbiamo tollerare che questo accada in Bosnia Erzegovina". (dichiarazione ufficiale dell’OHR, 02.04.2003)
E’ interessante rilevare che gli affari della Orao erano condotti in triangolazione con la ditta serba "Jugoimport", nel cui consiglio di amministrazione sedeva fino a pochi giorni fa il primo ministro Zoran Zivkovic, da poco nominato premier al posto del defunto Zoran Djindjic (Notizie Est Balcani #645, 22 marzo 2003)
Sull’affare "Orao" e "Jugoimport" vedi anche i nostri articoli: