Balcani: l’alternativa al carbone passa – anche – dalle Comunità energetiche

Nei Balcani, regione in cui l’energia viene prodotta tramite combustibili fossili o – quando da fonti rinnovabili – da energia idroelettrica, stanno prendendo sempre più piede le comunità energetiche: gruppi di cittadini e piccole imprese che puntano su autoproduzione e autoconsumo di energia rinnovabile

28/04/2023, Ornaldo Gjergji -

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Il sindaco di Baška, comune sulla punta meridionale dell'isola di Veglia, presenta il progetto per la realizzazione di un parco fotovoltaico sul terreno comunale - foto di Davide Sighele

Il pacchetto legislativo europeo Energia pulita per tutti gli europei ha dato un nuovo status giuridico alle comunità energetiche, consentendo ai cittadini di collaborare con le autorità locali e le piccole e medie imprese per investimenti comuni in beni energetici e per partecipare ai mercati dell’energia. Sono comunità basate su produzione e autoconsumo locale di energia, che migliorano l’efficienza energetica riducendo inoltre l’impatto ambientale. 

Per quanto nei Balcani la produzione di energia è principalmente basata sui combustibili fossili, con le rinnovabili generalmente limitate alla biomassa e alle grandi centrali idroelettriche, c’è stato di recente un aumento dell’interesse verso l’energia pulita comunitaria, con i cittadini che guidano iniziative per una transizione energetica puntando sul solare. 

Secondo uno studio, nei paesi del Sud-est Europa si contano infatti almeno 190 comunità energetiche. La grande maggioranza, per non dire totalità, si trova in Grecia, con ben 168 comunità energetiche, mentre gli altri paesi della regione si assestano su numeri più contenuti: 12 in Croazia, 8 in Slovenia, una in Bulgaria, e una in Romania.

Comunità energetiche in Grecia

La Grecia sta diventando un leader nella regione nella produzione di energia comunitaria grazie all’introduzione di nuovi quadri normativi nel 2018 che hanno implementato le legislazioni europee. 

Fra le tante comunità energetiche greche la più grande del paese è la Minoan Energy , fondata nel 2019 a Creta, che ha raggiunto 400 membri in tre anni e conta due installazioni solari fotovoltaiche. Minoan Energy ha anche fornito assistenza energetica a 50 famiglie a basso reddito colpite dal terremoto del 2021. Questa comunità si è anche aggiudicata un premio europeo per l’energia sostenibile per il loro lavoro pionieristico nell’utilizzo di energia rinnovabile guidata dai cittadini. 

Sempre in Grecia, un’altra realtà interessante è la cooperativa sociale Electra Energy, con sede ad Atene. La cooperativa, che promuove l’efficienza energetica e il risparmio attraverso campagne di sensibilizzazione, sviluppo di nuove partnership e reti locali, cerca di rimediare alla povertà energetica donando una parte della produzione alle famiglie che più ne hanno bisogno. Electra Energy vuole realizzare una centrale fotovoltaica solare nella regione di Corinto, che si baserà sul modello di "virtual-net-metering" comunitario. Significa che questo modello permetterà ai membri della comunità di acquistare una quota dell’installazione in base al proprio consumo e beneficiare della produzione solare, riducendo la bolletta annuale dell’elettricità. La centrale solare fornirà energia a oltre 130 case e piccole imprese, producendo 750.000 chilowattora di energia solare pulita all’anno per 25 anni, risparmiando complessivamente 7.500 tonnellate di emissioni di gas serra. 

Alcuni impianti fotovoltaici a Creta - © photoff/Shutterstock

Alcuni impianti fotovoltaici a Creta – © photoff/Shutterstock

Cooperative energetiche in Croazia

Un altro paese con esempi interessanti di cooperative energetiche locali è la Croazia. Nella città di Križevci si è dato il via ai primi progetti di crowdfunding cittadino per l’energia rinnovabile nel 2018 e nel 2019. Questi progetti consistevano nell’investimento da parte dei cittadini nell’installazione di pannelli solari sul tetto del centro di sviluppo e parco tecnologico del comune. I progetti, frutto della collaborazione fra la città di Križevci e la Green Energy Cooperative di Zagabria, una organizzazione creata nel 2013 che promuove lo sviluppo, l’utilizzo e gli investimenti in energie rinnovabili da parte dei cittadini, sono stati un successo e, nel 2020, a Križevci, è stata fondata la cooperativa dell’energia KLIK.

L’obiettivo principale di KLIK è quello di aiutare a sviluppare una città energeticamente indipendente e promuovere la transizione verso la neutralità climatica. La comunità utilizza strumenti innovativi, tra cui la tecnologia blockchain, per connettere la micro-rete e il commercio di elettricità peer-to-peer. Questa comunità, attraverso un coinvolgimento attivo della popolazione locale, è riuscita ad assicurarsi oltre 50.000 euro in investimenti domestici per la produzione locale di energia rinnovabile, con una significativa riduzione delle emissioni di gas serra, pari a circa 7,72 tonnellate di CO2 risparmiate ogni anno.

Sempre in Croazia, nell’Isola di Veglia, vi è l’esperienza decennale della cooperativa energetica Otok Krk, fondata per promuovere l’autosufficienza energetica e la decarbonizzazione tra gli abitanti dell’isola di Veglia decentrando la produzione, e digitalizzando il servizio, democratizzandolo. 

Attualmente nell’isola ci sono 175 case individuali con piccoli impianti fotovoltaici, e l’obiettivo è quello di raddoppiare il numero di case con impianti fotovoltaici entro la fine dell’anno e di collegare tutte le case col fotovoltaico ad una rete intelligente, creando così una comunità energetica. La cooperativa ha inoltre avviato un progetto che prevede l’installazione di 1000 piccoli impianti fotovoltaici individuali e due grandi impianti in grado di produrre energia per l’intera isola, compresi i mezzi di trasporto elettrici. Il progetto mira a produrre energia da fonti rinnovabili in modo che l’isola possa essere autosufficiente durante l’inverno e vendere l’eccesso di energia in estate.

Quale ruolo può giocare la politica di Coesione?

Secondo una recente analisi, gli stati membri dell’UE hanno la possibilità di supportare questi progetti trasformativi di comunità energetiche grazie ai fondi della politica di coesione. Andando anche a sopperire al più importante limite che queste iniziative incontrano, ovvero attrarre investimenti. 

Ci sono già esempi virtuosi fra alcuni stati membri, come ad esempio quelli della Slovacchia e dell’Ungheria, che menzionano le comunità energetiche nei loro programmi operativi e che si presume riusciranno a finanziare questo tipo di iniziative grazie ai fondi europei.

Per il periodo di programmazione 2021-2027, infatti, oltre 92 miliardi di euro dei finanziamenti europei saranno dedicati a obiettivi specifici di una "Europa più verde", e quasi 39 miliardi di euro potrebbero essere usati dagli stati e dalle autorità locali per investire nella creazione di comunità energetiche. Inoltre, i programmi di cooperazione territoriale Interreg potrebbero essere sfruttati per incentivare la creazione di comunità energetiche transfrontaliere.

 

L’articolo è stato aggiornato il 29/05/2023 alle ore 11.58
 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Work4Future" cofinanziato dall’Unione europea (UE). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai ai materiali "Work4Future"

 

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