Balcani: la difficile gestione dei rifiuti Covid-19

L’epidemia di Covid-19 ha portato a un forte aumento della quantità di rifiuti sanitari, in particolare a causa dell’uso di dispositivi di protezione. Ciò solleva tutta una serie di questioni igienico-sanitarie e ambientali

17/09/2020, Edib Bajrović -

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Mascherine gettate nella spazzatura (© REC Stock Footage/Shutterstock)

(Pubblicata originariamente da Radio Slobodna Evropa il 7 settembre 2020, selezionata e tradotta da Le Courrier des Balkans e OBC Transeuropa)

L’accresciuto utilizzo di maschere e guanti protettivi contro il covid-19 ha generato una grande quantità di rifiuti tossici. Per non parlare dell’aumento del rischio di contaminazione se le persone vengono a contatto con rifiuti infetti. "I netturbini sono particolarmente esposti a questo rischio", sottolinea Kiril Ristovski del Centro per la democrazia ecologica Florozon. Questa Ong ha recentemente avviato l’installazione in tutta la Macedonia del Nord di 75 cassonetti appositamente destinati a questo tipo di rifiuti, in collaborazione con l’azienda pubblica che si occupa di rifiuti nella capitale Skopje e con varie catene di supermercati locali.

Anche in Kosovo il personale medico e le Ong hanno espresso preoccupazione per la gestione di questi rifiuti. "Durante le nostre attività, abbiamo notato in vari luoghi che i cittadini lasciavano per strada questi prodotti (maschere e guanti) senza prendere alcuna precauzione", afferma indignato Luan Hasanaj dell’Ong Clean up Kosovo che ha proposto alle strutture sanitarie di installare cassonetti speciali per materiale medico utilizzato per il trattamento di pazienti infetti da Covid-19. “Lasciare una mascherina in uno spazio aperto può diffondere infezioni. I netturbini ed i bambini sono i più esposti al rischio contaminazione", avverte lo specialista in malattie infettive Arben Vishaj.

In Serbia, Igor Jezdimirović, presidente dell’Associazione degli ingegneri a protezione dell’ambiente, sottolinea il rischio di mescolare i rifiuti esposti al virus con i normali rifiuti domestici. "La maggior parte delle persone butta le mascherine e i guanti con il resto dei rifiuti domestici poiché nessuno ha detto loro come smaltirle", sottolinea. “Se sei malato, dovresti mettere i rifiuti in uno speciale sacchetto trasparente in modo che chi tratta i rifiuti possa vedere chiaramente che si tratta di rifiuti potenzialmente infettivi e possa gestirli in modo separato".

Igor Jezdimirović cita come esempio Gornji Milanovac, l’unico comune della Serbia ad aver installato 30 cassonetti speciali per mascherine e guanti protettivi. La Camera di commercio della Serbia ha preso atto dei rischi nel mescolare rifiuti medici e domestici e ha lanciato la piattaforma Eco corner che consente a esperti, istituti, aziende e associazioni professionali di scambiare esperienze, sviluppare raccomandazioni e pratiche nel trattamento dei rifiuti.

In Bosnia ed Erzegovina, la gestione dei rifiuti sanitari differisce tra le due Entità. “Ogni struttura sanitaria deve avere un piano di gestione dei rifiuti sanitari che corrisponda alla sua attività. La gestione dei rifiuti sanitari, compresi i rifiuti infettivi, era regolamentata già prima della pandemia e continua ad essere rispettata”, afferma Zlatan Peršić portavoce del ministero della Salute della Federazione di Bosnia Erzegovina.

Il ministero della Salute dell’Entità croato-bosniaca ha emanato delle linee guida per le strutture sanitarie esortandole a imballare due volte i rifiuti legati al Covid-19 e a trattarli come quelli di categoria B (rifiuti sanitari e biomedicali speciali). "I rifiuti legati al Covid-19 devono essere disinfettati con un metodo speciale, sterilizzati prima di essere inceneriti", ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Edita Đapo.

In Republika Srpska, l’altra Entità della Bosnia Erzegovina, è il ministero della Pianificazione, dell’Edilizia e dell’Ecologia ad occuparsi della gestione dei rifiuti. "La maggior parte delle strutture sanitarie non ha la capacità e non è autorizzata a trattare i rifiuti sanitari", spiega Mišo Radaković, consigliere del ministro. “Classificano allora questi rifiuti per categoria, li immagazzinano in condizioni controllate e li sottopongono a persone autorizzate alla gestione dei rifiuti sanitari".

 

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