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Azerbaijan: l’affare Yagublu
Attivista politico di lunga data e membro del più antico partito politico dell’Azerbaijan, il Musavat, Tofig Yagublu è da sempre nel mirino delle autorità. È stato arrestato almeno 35 volte e recentemente ha subito la sua quarta condanna. Ora ha deciso di avviare uno sciopero della fame
Immagina di essere nella tua macchina, stai andando a fare la spesa al mercato locale. Fai scendere la tua compagna e aspetti all’interno dell’auto parcheggiata. All’improvviso, un veicolo appare dal nulla e si affianca alla tua auto. Sei sorpreso e scioccato, soprattutto mentre vedi il conducente e il passeggero scendere e provare ad aggredirti. Rimani in macchina e chiami la polizia, con l’unico risultato di essere arrestato con l’accusa di teppismo. Tofig Yagublu, veterano attivista politico di 59 anni, non ha bisogno di immaginarlo. È quello che gli è successo il 22 marzo 2020. Dopo l’incriminazione ufficiale, Yagublu è stato condannato a tre mesi di custodia cautelare presso la Struttura di detenzione preliminare n. 3, nota per le sue condizioni disumane. Dopo mesi di detenzione, Yagublu è stato processato e condannato a quattro anni e tre mesi per un crimine che non ha commesso.
Tofig Yagublu è iscritto al più antico partito di opposizione del paese, il Musavat. Da attivista ha partecipato a molte manifestazioni, rilasciato dichiarazioni e da decenni è critico nei confronti del governo. Con le carceri azere ha fin troppa familiarità, poiché è stato detenuto e arrestato almeno 35 volte, e questa è la sua quarta condanna solo negli ultimi dodici anni.
Più recentemente, Yagublu è stato condannato a 30 giorni di detenzione amministrativa dopo aver partecipato ad una manifestazione dell’opposizione non autorizzata nell’ottobre dello scorso anno. È stato condannato a cinque anni di carcere nel 2013 con accuse false ed è stato rilasciato tre anni dopo, tra le proteste internazionali contro le dure misure di Baku per mettere a tacere il dissenso. Nel 1998 Yagublu è stato condannato a due anni dietro le sbarre, ancora una volta con accuse false.
Anche la sua famiglia è perseguitata. Sua figlia, Nigar Yagublu è stata condannata a due anni e sei mesi nel 2012 e suo genero, il giornalista Seymur Hezi, è stato condannato a cinque anni con false accuse di teppismo nel 2014.
Come quelle telenovele senza fine, la persecuzione della famiglia Yagublu da parte delle autorità dura da decenni. Stavolta Yagublu è determinato a porre fine a questo trattamento disumano della sua famiglia. A seguito della sentenza del tribunale, Yagublu ha dichiarato uno sciopero della fame che non si fermerà fino a quando non sarà rilasciato, anche a costo di morire, ha detto alla figlia.
Sono passati dieci giorni e a Yagublu si sono uniti altri attivisti dell’opposizione che hanno iniziato lo sciopero della fame in Azerbaijan. L’ex prigioniero politico e giornalista Afgan Mukhtarli ha allestito una tenda a Berlino, fuori dall’ufficio della cancelliera Merkel, e ha iniziato anche lui lo sciopero della fame. Sui social media si sta diffondendo ampiamente la campagna #FreeTofigYagublu e #TofiqYaqubluyaAzadliq.
Il 9 settembre, circa 38 attivisti e giornalisti sono stati arrestati dopo una manifestazione non autorizzata organizzata a sostegno di Yagublu per chiederne il rilascio immediato.
La persecuzione di Tofig Yagublu e della sua famiglia non è un caso isolato. A marzo, pochi giorni prima che Yagublu venisse arrestato con l’accusa di teppismo, il presidente Ilham Aliyev ha affermato nel suo discorso alla nazione che non lascerà che i "nemici" e "i traditori" distruggano l’Azerbaijan dall’interno. Se Yagublu è uno di questi nemici, il governo di Aliyev sta per distruggerlo. Il 10 settembre, la figlia di Yagublu ha detto ai giornalisti che la salute di suo padre è compromessa. “Fatica a camminare e a parlare ed è svenuto una volta. La sua pressione sanguigna è bassa", ha detto Nigar Hezi.
L’11 settembre, a seguito di una visita da parte di un medico indipendente e di una lettera formale inviata alla Corte europea dei diritti dell’uomo, il 12 settembre, in cui dichiarava la gravità delle condizioni dell’attivista e avvertiva del rischio che entrasse in coma clinico, Yagublu è stato trasferito in una clinica.
Ora è sotto la supervisione del medico. In una dichiarazione del 14 settembre, il suo medico, Adil Geybulla, ha confermato che le condizioni di Yagublu si sono ormai stabilizzate. "In ogni caso, è in mani migliori qui", ha detto Geybulla in un’intervista ad Azadliq Radio .
Dopo la dichiarazione di marzo del presidente, sono stati presi di mira decine di attivisti. Durante il lockdown per il COVID19, alcuni membri chiave dei gruppi di opposizione sono stati arrestati per presunta violazione del regime di quarantena. Alcuni sono stati multati per i loro post sui social media critici nei confronti del governo, altri sono stati arrestati o presi di mira online e molestati . Da aprile Ali Karimli, leader del partito di opposizione Fronte Popolare, subisce interruzioni del suo collegamento Internet e segnale mobile instabile. A giugno, il Gabinetto dei Ministri ha introdotto un nuovo requisito per i giornalisti freelance e a tempo pieno, costringendoli a registrarsi su una piattaforma di autorizzazione elettronica. Il giurista Alasgar Ahmadoglu ha contestato questo requisito, sottolineando come sia illegale in assenza di stato di emergenza.
Nonostante gli inviti delle organizzazioni internazionali a rispettare gli obblighi del paese ai sensi dei trattati internazionali sottoscritti, il governo di Baku respinge qualsiasi segnalazione di violazioni dei diritti e il ruolo del governo nel mettere la museruola all’opposizione politica. Fortunatamente vi sono ampie prove di un Azerbaijan molto diverso: l’ultima protesta del 9 settembre ne è una testimonianza.