Azerbaijan: la gente dei fiori

Lo scorso 10 maggio a Baku è stato festeggiato in un tripudio di fiori il 90mo anniversario della nascita del padre della nazione Heydar Aliyev. Non si è lesinato sulle spese, come l’attuale governo non lesina nella repressione del dissenso

20/05/2013, Arzu Geybullayeva -

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(flickr/@Doug88888)

Nel suo messaggio di commiato alla Thailandia, negli anni ’60, l’ambasciatore britannico Sir Anthony Rumbold, scrisse: “I thai amano il denaro e il suo possesso è interpretato come simbolo di virtù e merito. La chiamano la vitamina D. La sua quantità e il suo utilizzo è più rilevante che non i metodi con cui si è ottenuto. Le relazioni familistiche sono molto importanti. Nascere in una buona famiglia è ancora un fattore di cui tenere conto”.

Molto lontano, sia dal punto di vista geografico che temporale, la politologa azera Leyla Aliyeva parla anche lei dell’amore per il denaro in Azerbaijan: “Il potere è suddiviso tra alcuni ministri e oligarchi, secondi solo al Presidente nella loro ricchezza. Il concetto di monopolio è chiave per capire il potere qui”.

L’illusione

In un recente episodio della serie TV “Trono di spade” (“Trono di Spade” è una serie televisiva statunitense trasmessa a partire dal 2011, nata come trasposizione del ciclo di romanzi fantasy Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R. R. Martin, ndr) due personaggi (che in quest’articolo nomineremo come personaggio X e personaggio Y) discutono dei giochi politici dell’élite al potere:

X: “Il reame… Ma sai cos’è il reame? E’ una storia che concordiamo di raccontarci a vicenda in continuazione, sino a quando ci dimentichiamo che è una bugia”.

Y: “Ma cosa ci rimane se abbandoniamo la menzogna? Il caos? Un pozzo, che ci inghiottirà tutti?

X: “Il caos non è un pozzo, il caos è una scala. Molti che provano a scalarla non hanno una seconda possibilità: la caduta li uccide. E qualcuno, cui è data la possibilità di scalarla, rifiuta. S’aggrappano al reame, ai beni o alle illusioni d’amore. L’unica cosa vera è la scala. La scalata è tutto ciò che esiste!”.

Tornando al mondo vero dell’Azerbaijan, un’ideologia simile attraversa le menti e i cuori di questa piccola nazione e di una ancor più piccola élite politica. Qui, il potere e il denaro (i due sono inseparabili) è ciò che ti rende un uomo migliore, a meno di incappare in qualcuno più influente e più ricco di te. Ed entrare nella cerchia degli eletti non è cosa da tutti. Occorre un carattere fuori dall’ordinario, perché ogni cambiamento di gioco, d’umore o d’attitudine può rovinarti la vita… o renderti monarca.

I fiori

Heydar Aliyev, anche conosciuto come il padre della nazione dell’Azerbaijan, è morto nel 2003 e suo figlio lo ha rimpiazzato sul trono per continuare da dove il padre aveva terminato. Ha ottenuto la maggioranza in elezioni contestate e da allora è rimasto al potere continuando a difendere e contribuire all’illusione creata dal padre.

Nel 2008 ha modificato la costituzione a seguito dell’ennesimo processo elettorale contestato e ora si prepara a scendere in campo nelle prossime elezioni presidenziali previste per l’ottobre 2013. Alle sue molte (e contestabili) iniziative politiche ne ha aggiunto di recente un’altra con l’adozione lo scorso 1 maggio, da parte del Parlamento, di un più stretto controllo su Internet attraverso la penalizzazione del reato di “diffamazione e offesa on-line”, reato che prevede ora pene detentive sino ai tre anni. Una mossa ritenuta, dai critici del regime, un’ulteriore morsa sul dissenso. In più si è stato ampliato il cosiddetto “arresto amministrativo”, ampiamente utilizzato contro le forze dell’opposizione, dai 15 giorni massimi attuali ai tre mesi.

Niente sembra mettere i pali fra le ruote all’attuale governo. Le critiche e le preoccupazioni internazionali sono divenute una barzelletta da quanto si è dimostrato facile scrollarsele di dosso. Alla peggio, le autorità irritate ribattono contro la fonte della critica definendo le informazioni diffuse superficiali e ingiustificate. E la vita continua come al solito.

Quest’anno ha segnato il 90mo anniversario dalla nascita del “padre della nazione”, l’ex presidente Heydar Aliyev, ex ufficiale del Kgb e un pezzo grosso del periodo comunista. Come tradizione, iniziata nel 2004, l’anno successivo alla sua morte, anche quest’anno le autorità amministrative di Baku hanno lavorato sodo per celebrare in modo adeguato il giorno di nascita di Heydar Aliyev (10 maggio 1923, ndr).

L’appuntamento è chiamato “La giornata dei fiori” e come avvenuto negli anni passati un gran numero di fiori importati da tutto il mondo (il costo dell’operazione viene solitamente tenuto segreto) vengono disposti di fronte al teatro Haydar Aliyev, presso il parco Naydar Aliyev, nel Giorno Haydar Aliyev, oh scusate, nel Giorno dei fiori.

Il culto

Aliyev senior è divenuto una sorta di culto in Azerbaijan. La sua immagine addobba ogni singolo tabellone del paese. Le sue foto sono appese in tutti gli edifici pubblici e nelle scuole. Poesie, canzoni e libri sono stati scritti per commemorare questo grande leader. Non un singolo documento ufficiale o dichiarazione ufficiale viene fatta senza che contenga una lode all’ex presidente, che se non fosse stato per lui, l’Azerbaijan non esisterebbe oggi.

E quindi non sorprende che non vengano lesinati sforzi per celebrare il compleanno di Alyev senior, anche dopo la sua morte.

“Non dobbiamo misurare la Giornata dei fiori in termini del numero di fiori o dei soldi spesi per organizzare l’evento, ma tenendo conto di quanto sia stato prezioso (Alyev, ndr)”, ha affermato Hacibala Abutalibov, a capo dell’ufficio amministrativo di Baku in un’intervista concessa ad alcuni giornalisti (che qualche giorno prima aveva definito degli “uomini morti”) lo scorso 10 maggio.

Abutalibov, che ha parlato durante l’intervista in toni molto emozionati ed ha anche aggiunto: “Celebrando la Giornata dei fiori i cittadini dell’Azerbaijan si trasformano anch’essi in fiori”.

Alla gente dei fiori in effetti non sembra aver dato noia la frenesia dello spendere: centinaia di azerbaigiani quel giorno hanno visitato il parco e hanno assistito al concerto che vi era stato organizzato, accompagnato da fuochi d’artificio.

Il prezzo

Basandosi sugli anni precedenti, un economista locale, Natig Jafarli, ha stimato il costo totale della Giornata dei fiori in 30 milioni di Manat [circa 30 milioni di euro, ndt]. Per fare un paragone, ha affermato Jafarli, vi sono 9200 dottori che lavorano nella capitale Baku. Il totale dei loro salari annuali ammonta a 25 milioni di Manat. Non occorre essere un matematico per trarre delle conclusioni.

E quindi la vita in questo piccolo paese ricco di petrolio procede con i più forti che sopravvivono, altri che risalgono la scala e il resto, che s’aggrappa stretto alle illusioni, forse non ancora pronti a liberarsene.

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