Azerbaijan, alla conquista del mercato del gas siriano
Il cambio di regime in Siria e il ridimensionamento delle forniture energetiche della Russia all’Europa sta scompigliando le carte tra Medio Oriente e Asia Centrale. Baku cerca un ruolo da leader. Un’analisi

© Polad Gasimov/Shutterstock
© Polad Gasimov/Shutterstock
Nel 2024 è caduto il governo della famiglia Assad in Siria, dopo cinque decadi e una guerra che ha insanguinato il paese per più di dieci anni e durante la quale Bashar al-Assad ha potuto contare sul supporto della Russia, dove si è peraltro rifugiato con la famiglia.
Con la fine dell’era Assad, Mosca si è trovata quindi a dover cercare di proteggere almeno una parte dei suoi interessi nel paese, quegli interessi che l’avevano spinta a sostenere Assad attivamente e militarmente: le sue basi militari e navali, come è noto, sono un fondamentale presidio nel Mediterraneo per le sue ambizioni a lambire sia Europa che Africa.
Ma non c’erano solo gli interessi militari e politici che legavano Mosca ad Assad.
Il controllo del mercato
Quando è iniziata la guerra in Siria, la Russia era il principale fornitore di gas dell’Europa ed era determinata a proteggere quella posizione dominante. È una posizione che avrebbe poi perso, infliggendosi da sola un significativo arretramento a seguito dell’invasione dell’Ucraina, il cui incipit segue di poco l’inizio della guerra in Siria. Ma all’epoca, nel periodo che va dal 2014 (la presa della Crimea) al 2022 (ovvero l’offensiva su larga scala con lo scopo di rovesciare il governo di Kyiv e prendere il pieno possesso del futuro dell’Ucraina), l’ipotesi delle sanzioni e dell’arresto delle forniture all’Europa sembrava lontana. Ecco perché il ruolo da giocare in Siria era così importante, proprio per mantenere il monopolio sul mercato europeo del gas.
Nel 2009, il Qatar aveva proposto la costruzione di un gasdotto che collegasse i suoi giacimenti di South Pars/North Dome alla Turchia, passando per Arabia Saudita, Giordania e Siria, con l’obiettivo di fornire gas naturale all’Europa, una sorta di estensione di Nabucco (il gasdotto Turchia-Austria, progetto degli anni 2002-2013).
Tuttavia, il presidente siriano Bashar al-Assad aveva rifiutato questa proposta in accordo con la Russia. In risposta, nel luglio 2011, Siria, Iran e Iraq avevano firmato un accordo preliminare per la costruzione di un gasdotto da 10 miliardi di dollari, noto come “gasdotto islamico” e destinato a trasportare il gas iraniano verso l’Europa attraverso Siria e Libano. Questo progetto mirava a rafforzare l’asse energetico tra Russia e Iran, evitando la concorrenza del progetto qatariota.
Assad è a Mosca, Aliyev no
Nabucco come progetto è decaduto, e alcuni dei paesi coinvolti, e fra questi certamente Azerbaijan e Turchia, sono ancora in campo. Lo scenario è cambiato. Assad è in esilio a Mosca e la Russia sta uscendo dal mercato europeo delle energie fossili. Si è così aperta una finestra di opportunità che va colta a piene mani per chi è interessato a sviluppare progetti e forniture alternativi.
Baku non ha certo perso l’occasione per farsi avanti e oggi fa pervenire il gas a una decina di paesi europei. Ma ci son margini per far aumentare il livello di integrazione del Caucaso del sud all’interno di una possibile rete mediorientale, ora che le vie del nord si sono rese più tortuose.
Il 29 marzo è nato il governo provvisorio siriano, con a capo il Presidente Ahmed al-Sharaa. Poco più di un mese prima, il 17 febbraio, l’Azerbaijan ha dato notizia della riapertura, dopo 13 anni, dell’ambasciata azera a Damasco.
Alla riapertura dell’ambasciata è seguito un frenetico lavorio diplomatico che ha portato a due incontri ai massimi vertici della repubblica siriana e azera.
Il 14 e il 15 aprile, il presidente azero Ilham Aliyev e il presidente ad interim siriano Ahmad al-Sharaa si sono incontrati durante il Quarto Forum Diplomatico di Antalya, in Turchia. Al-Sharaa ha sottolineato l’importanza del sostegno azero alla Siria in settori come energia, infrastrutture e sicurezza, mentre Aliyev ha invitato al-Sharaa a visitare l’Azerbaijan.
Il 5 maggio, il vice primo ministro azero Samir Sharifov ha incontrato al-Sharaa a Damasco, partecipando anche a colloqui con il ministro siriano dell’Economia e dell’industria Muhammad Nidal al-Shaar. Il 14 luglio, infine, è arrivato il secondo incontro a livello presidenziale: Ahmad al-Sharaa ha nuovamente incontrato Ilham Aliyev a Baku.
Dal 2 agosto, l’Azerbaijan fornisce gas naturale alla Siria tramite la Turchia, come confermato da Elnur Shahhuseynov, addetto d’affari dell’Ambasciata azera a Damasco.
Ma l’Azerbaijan ha ambizioni geopolitiche ancora più ampie.
Si riapre il progetto Qatar
Il 12 agosto, Aliyev ha discusso del progetto di espandere la collaborazione nel settore del gas con Hamad Al Thani del Qatar, evidenziando che l’iniziativa è stata realizzata con la collaborazione di Turchia e il sostegno finanziario del Qatar.
Dal 1° settembre 2025, a Tianjin (Cina) si è svolto il 25° incontro del Consiglio dei capi di stato dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), con la partecipazione di Xi Jinping, Vladimir Putin, Recep Tayyip Erdoğan, Masoud Pezeshkian (Iran), Nikol Pashinyan (Armenia) e il presidente azero Ilham Aliyev.
Il 1° settembre, Aliyev ha avuto un incontro bilaterale con Erdoğan. Durante l’incontro, i due presidenti hanno discusso delle relazioni bilaterali e di questioni regionali e globali, sottolineando l’importanza di sviluppare la cooperazione nei settori energetico e dei trasporti. Si è parlato della collaborazione tra SOCAR e BOTAŞ (ovvero l’impresa petrolifera azera e l’azienda turca che fabbrica gasdotti e oleodotti), con particolare riferimento alla fornitura di gas azero alla Siria tramite Turchia e con il supporto finanziario del Qatar. Sono stati inoltre esaminati i progetti ferroviari, inclusa la linea Kars-Iğdır-Dilucu e quelli nella regione di Nakhchivan, e si è discusso del ruolo della Turchia nel processo di riconciliazione tra Azerbaijan e Armenia, nonché del Summit dell’Organizzazione degli Stati Turcofoni in Azerbaijan.
E non si sono attese le calende greche. La settimana seguente, l’8 settembre, il ministro dell’Economia azero Mikayil Jabbarov si è recato in Qatar, dando piena visibilità al viaggio. Durante la visita, ha incontrato Sheikh Faisal bin Thani bin Faisal Al Thani, ministro del Commercio e dell’Industria, e Sheikh Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, Primo ministro e ministro degli Esteri.
Le discussioni hanno riguardato il rafforzamento delle relazioni commerciali e degli investimenti bilaterali, con focus su energia, tecnologie verdi, agricoltura e infrastrutture. Jabbarov ha incontrato anche Moutaz Al-Khayyat, CEO di Power International Holding, e Mohammed Saif Al-Sowaidi, CEO della Qatar Investment Authority, esplorando iniziative congiunte nel settore energetico e progetti in Siria. Sono stati firmati due Memorandum of Understanding tra SOCAR e UCC Holding per collaborazione nei settori del petrolio, gas, petrolchimica, infrastrutture ed energia, compreso anche il settore energetico siriano.
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