Autostrade croate: concessioni a perdita

Non solo in Italia le concessioni autostradali sono oggetto di scandali e dibattito pubblico. Avviene anche in Croazia dove la Corte dei conti ha denunciato alcuni contratti di concessione

09/06/2020, Hrvoje Šimičević -

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Tratto autostradale in Croazia (© Mrak.hr/Shutterstock)

(Pubblicato originariamente da Novosti , selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e Obct)

Il rapporto della Corte dei conti è senza appello: nei contratti di concessione dei segmenti autostradali “Y dell’Istria” e “Zagreb-Macelj” è lo stato croato, e non , la concessionaria Bouygues, ad assumersi da anni la maggior parte dei rischi della diminuzione del traffico. Lo stesso accade per l’aeroporto Franjo Tuđman di Zagabria, nuovo fiammante, di cui la concessionaria turca TAV Airports ha condizionato la gestione alla salute della Croatia Airlines, già in crisi ai tempi della sottoscrizione del contratto. In questo periodo di crisi tanto del traffico autostradale che di quello aeroportuale lo stato croato pagherà molto cari questi “servizi”.

I contratti di concessione firmati in questi ultimi anni con aziende straniere sono legati a entrate stimate che, fin dall’inizio, sono state enormemente sopravvalutate. I concessionari dei due segmenti autostradali sopramenzionati incassano meno di quanto previsto e lo stato, non solo non raccoglie alcun margine, ma si trova obbligato a compensare i mancati introiti delle concessionarie. “Lo stato croato si ritrova obbligato ad assumersi il rischio dell’abbassamento del traffico, una parte rilevante delle costruzioni è avvenuta con sovvenzioni pubbliche e l’autostrada è stata costruita a costi che non hanno nulla a che vedere con quelli del mercato”, si constata nel rapporto della Corte dei conti. La Croazia versava 500.000 euro all’anno ai concessionari autostradali negli anni scorsi. Ora, tutto questo prima della pandemia che ha causato un abbassamento del traffico autostradale e aereo dall’80 al 90% e il ritorno alla normalità non sarà certo repentino.

Altro problema è rappresentato dall’inserimento della clausola "casi di forza maggiore", come catastrofi naturali o crisi sanitarie, clausola sempre più frequente nei contratti di concessione dei nostri tempi e che può essere attivata da uno dei due firmatari. I concessionari della tratta autostradale Zagabria-Macelj e dell’aeroporto di Zagabria non se ne sono privati e hanno congelato i loro versamenti di rendite fisse allo stato, equivalenti a 5 milioni di euro quest’anno.

Scenario catastrofico

Perché lo stato non ha fatto valere la stessa clausola per i versamenti dovuti alla concessionaria? Perché si trova in una situazione delicata, o meglio insostenibile.

Nel caso decidesse di non versare i milioni di euro di aiuti diretti e di sovvenzioni i concessionari si troverebbero nel lungo termine nell’impossibilità di adempiere alle loro obbligazioni nei confronti dello stato, dei loro dipendenti e delle banche perché gran parte del funzionamento di queste infrastrutture e dei rimborsi dei debiti dipende dall’aiuto pubblico. Nel caso in cui lo stato decida di salvare le concessionarie in questo periodo di crisi questo causerà un grosso buco nel proprio budget e di fatto l’annullamento delle obbligazioni finanziarie delle aziende concessionarie nei confronti dello stato; ma se lo stato denunciasse i contratti di concessione, sarebbe obbligato a trasformare le obbligazioni delle concessionarie verso le banche in debito pubblico, argomentazione principale, alle origini, per affidare queste infrastrutture ad operatori privati. Questo significherebbe anche che questi privati riceverebbero miliardi di euro in indennità e una cancellazione dei loro debiti per compiti che il settore pubblico si sarebbe potuto assumere fin dall’inizio.

Tutti questi scenari catastrofici derivano dal fatto che, contrariamente alle pratiche raccomandate dagli specialisti di diritto commerciale e Unione europea, secondo i quali lo stato accorda una concessione e il concessionario si assume tutti i rischi, la Croazia, nei suoi contratti, si è assunta tutto il carico dei rischi. Una situazione pericolosa in tempi normali, disastrosa in tempi di crisi.

"Lo scopo della concessione è che l’operatore privato costruisca e gestisca a costi più bassi rispetto al pubblico e che questi lavori non solo non pesino sul budget pubblico ma che lo stato ottenga dei vantaggi attraverso rendite. Nel caso presente sta avvenendo tutto il contrario. I privati hanno costruito tratte autostradali e l’aeroporto grazie a sovvenzioni pubbliche e in più, ogni anno, lo stato versa loro compensazioni per le loro ‘cosiddette’ perdite", spiega, costernato, l’economista Danijel Ferić.

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