Attacco alla Televisione croata
Il partito di governo, HDZ, in assenza del suo leader e premier croato, ha portato a termine un attacco mal riuscito contro la televisione pubblica, e in particolare contro un popolare talk show, con l’intento di controllarne la programmazione
Una trasmissione della Televisione croata (HRT), trasmessa l’11 dicembre in occasione del sesto anniversario della morte di Franjo Tudjman, il primo Presidente croato, ha suscitato una campagna di attacchi senza precedenti contro la direzione della rete, contro il suo programma informativo e contro i suoi giornalisti. Per coincidenza – proprio in quel periodo – all’ordine del giorno del Sabor croato (parlamento, ndt.) si è trovato il rapporto finanziario e di programmazione del lavoro della Televisione croata, di cui il Parlamento, in qualità di fondatore della HRT, discute di routine una volta all’anno. Ma, quest’anno, la discussione si è trasformata nel tentativo del partito di governo – Comunità democratica croata (HDZ) – di usare una trasmissione TV e la discussione parlamentare sulla Televisione croata, per introdurre il controllo sull’organo di informazione più importante del Paese.
La trasmissione "Latinica", il popolare talk show del giornalista Denis Latin, che viene trasmesso sin dal 1993 e che – a causa dei temi provocatori trattati – durante il governo di Franjo Tudjman fu più volte vietata, è stata il motivo della discussione del parlamento per la durata di due giorni, con esplicita richiesta rivolta alla direzione della televisione di consegnare le dimissioni. La trasmissione, come affermano alcuni rappresentanti in parlamento, parlava in modo non adeguato di Tudjman, ma anche del ruolo della Croazia nella guerra in Bosnia ed Erzegovina. Ma, il più severo nella valutazione è stato Andrija Hebrang, fino a poco tempo fa vicepresidente del Governo nel gabinetto del premier Ivo Sanader, che non essendo pienamente soddisfatto dei duri attacchi alla HRT, ha persino dato una descrizione di come, a suo avviso, dovrebbe essere la televisione pubblica.
"Se un partito desidera la propria televisione, che la crei e che la finanzi" – ha detto il presidente della Repubblica Stjepan Mesic, stupito da quello che è successo per due giorni al parlamento. "Anche Hebrang può creare una propria televisione ed esserne il redattore, ma nessuno ha il diritto di chiedere che la televisione pubblica venga trasformata nella televisione di un partito" – ha detto Mesic, aggiungendo che il Parlamento non può "essere redattore di nessuna televisione e di nessun giornale del Paese".
Anche la missione dell’OSCE in Croazia ha espresso la sua preoccupazione per le pressioni sulla Televisione croata, e in modo simile ha reagito anche la Federazione internazionale dei giornalisti a Bruxelles. Stjepan Malovic, docente di giornalismo presso l’Università di Scienze politiche di Zagabria, ha affermato che le prossime elezioni (che si terranno in Croazia nell’autunno 2007) saranno incerte e che un ruolo fondamentale potrebbe essere giocato dai media. "Da qui il desiderio di conquistare la HRT", dice Malovic, "perché chi riuscirà ad influenzare la televisione potrebbe anche vincere le elezioni".
Anche l’Associazione dei giornalisti croati (HND) ha condannato l’attacco alla direzione della televisione e il tentativo di sostituirla velocemente. "Se dovessero continuare con queste pressioni nei confronti dell’indipendenza della politica redazionale, cioè dell’indipendenza della politica di redazione della HRT, la Croazia si allontanerà più che mai dalla UE", è stato detto nel comunicato. E il presidente della HND, Dragutin Lucic ha detto che – quando ha sentito su cosa e in che modo si è discusso in Parlamento sulla Televisione – gli sembrava di essersi svegliato e di essere tornato indietro di dieci anni, quando in Croazia tali discussioni erano consuete.
Altra benzina sul fuoco di questa discussione in Parlamento è stata versata dalla notizia che a Karlovac, città nella Croazia centrale, si è suicidato un veterano di guerra. Si è sparsa voce lo avesse fatto perché amareggiato da ciò che è stato detto nella trasmissione "Latinica" su Tudjman, sulla Guerra patriottica e sul ruolo della Croazia nella guerra in BiH. La vicenda ha suscitato una vera e propria valanga di reazioni di molte associazioni dei veterani di guerra, che hanno chiesto la punizione del conduttore e redattore di suddetta trasmissione, Denis Latin, e di sostituire la direzione della HRT. Lo stesso Latin, invece, dopo la trasmissione ha ricevuto serie minacce di morte, così che da quel momento la polizia lo sorveglia giorno e notte.
Tuttavia è poi emerso che il motivo del suicidio del veterano di guerra di Karkovac non è dovuto per niente alla trasmissione in questione. Sua figlia, amareggiata dal fatto che si voleva manipolare in questo modo la morte del padre, ha direttamente chiamato durante il notiziario principale per smentire le dicerie. "Mio padre non era un uomo stupido e non si sarebbe mai ucciso per una trasmissione televisiva. L’ha fatto per altre ragioni molto più serie", ha detto sua figlia Sladjana Bukvac.
Che l’attacco alla HRT fosse sincronizzato e ben preparato lo confermano altri due fatti. Il primo: subito dopo che il Parlamento, giovedì scorso, aveva rifiutato il rapporto finanziario e di programmazione della televisione croata, dal Ministero della finanze è giunto l’ordine alla HRT di pagare 70 milioni di kune (poco meno di 10 milioni di euro) di IVA.
Il direttore della HRT Mirko Galic, fra l’altro rispettabile giornalista, ha detto che questa decisione del Ministero delle finanze potrà influire drasticamente sul lavoro della rete.
Il secondo fatto che conferma che l’attacco alla televisione fosse ben programmato è confermato dal fatto che si è voluto fare tutto mentre il premier Ivo Sanader era in viaggio fuori dal Paese. Solo un giorno dopo il suo ritorno, la decisione del Ministero delle finanze è stata ritirata motivandone l’annullamento a causa "della scoperta di nuovi fatti". Di quali nuovi fatti si tratti è del tutto poco chiaro, dal momento che nella Legge sulla HRT c’è chiaramente scritto che per l’abbonamento, che in Croazia deve essere pagato da tutti quelli che possiedono l’apparecchio televisivo, non si paga l’IVA.
Sanader ha capito l’entità del danno arrecato alla Croazia con l’attacco della HRT, così subito dopo il rientro da Bruxelles, dove si trovava prima dell’inizio del summit dell’UE, ha detto: "Il Governo farà di tutto per stimolare la libertà dei media, perché senza di essa non c’è democrazia. Ma dovrà esserci anche una responsabilità per la parola pronunciata e scritta". Sanader ha espresso "dispiacere per le parole non adeguate che si sono sentite durante la discussione al parlamento", e ha spiegato di aver personalmente ordinato al ministro delle Finanze di ritirare la decisione di far pagare l’IVA alla Televisione croata e di esaminarla in un secondo tempo.
Tutto quello che negli ultimi giorni è accaduto in merito alla HRT – ricorda Luko Brailo, presidente dell’Associazione croata dei giornalisti – dimostra che la HDZ, con qualche eccezione, mantiene ancora il suo vecchio aspetto. Questo aspetto è espresso più di tutti da Andrija Hebrang, il quale crede ancora che la televisione, come un tempo, si possa dirigere dalla sede della HDZ.
Gli analisti politici sono d’accordo con questa posizione aggiungendo che il premier Ivo Sanader è ancora molto solo nel tentativo di trasformare la HDZ in un vero partito democratico, fedele ai principi fondamentali della democrazia e al governo dei diritti. Il tentativo di conquistare la Televisione, è una altra prova di questa tesi.