Armenia: il sogno di una casa

Dopo un’iniziativa del 2003 dai risultati fallimentari, il governo armeno ha fornito ad alcune centinaia di orfani gli strumenti finanziari per realizzare un vero e proprio sogno: quello di poter comperare una casa di proprietà

15/07/2021, Armine Avetisyan - Yerevan

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Panorama di Yerevan - © Whatafoto/Shutterstock

Nel dicembre del 2019 il governo armeno ha finalmente rispettato un impegno preso già nel 2003, stanziando 1,9 miliardi di dram (tre milioni 220mila euro circa) per un programma di edilizia residenziale a favore di 300 orfani che dopo la maggiore età avevano lasciato gli orfanotrofi.

“Nel 2005, quando ho compiuto 18 anni, ho lasciato l’orfanotrofio. Mi aspettava un nuovo mondo, una nuova vita, ma pur sempre piena di problemi”, racconta Karen, nome di fantasia. Afferma di non vergognarsi di essere un ragazzo che ha vissuto in un orfanotrofio, ma che per lui è difficile parlarne: si è appena chiusa una pagina crudele e difficile della sua vita.

“Ho fatto il servizio militare obbligatorio. Avevo 20 anni quando sono arrivato a Yerevan. Ero un ragazzo solo. Nonostante avessi molti amici e parenti, non avevo una famiglia e una casa e mi sentivo molto arrabbiato”.

Karen è arrivato in orfanotrofio quando aveva quattro anni. Sua madre era morta e suo padre era andato a lavorare all’estero senza più fare ritorno. All’inizio era convinto che sarebbe rimasto in orfanotrofio solo pochi giorni, salvo poi realizzare che nessuno sarebbe tornato a prenderlo. Si è così dovuto abituare alla sua nuova vita e alla sua nuova casa, ossia l’orfanotrofio.

“Avevo molti amici lì; sono una persona socievole. Ero anche molto vicino agli educatori. Ero un po’ disubbidiente, ma gli educatori mi perdonavano. Ci trattavano come se fossimo i loro figli. Ogni volta che si arrabbiavano con noi, poi ci accarezzavano e ci baciavano. Rientrato dal servizio militare, sono andato spesso a salutare i miei educatori. È grazie ai loro consigli che ho imparato un mestiere e trovato un lavoro. Vivevo in affitto, quindi dovevo pagare per l’affitto, il cibo e i vestiti”, ricorda Karen.

Inizialmente Karen non pensava di dover affittare una casa, in quanto secondo uno speciale programma statale, lui come altre persone che hanno precedentemente vissuto in orfanotrofio, avrebbero dovuto ricevere un alloggio, che però non gli è mai stato assegnato. Nel 2003, il governo aveva annunciato che agli orfani sarebbe stato offerto un alloggio nell’ambito di un programma di edilizia residenziale dedicato ai gruppi più vulnerabili: 503 orfani avrebbero così potuto ottenere una casa. Tuttavia, il programma si è rivelato fallimentare ed è stato poi sospeso nel 2008.

La corte dei conti armena ha successivamente verificato che il programma era stato implementato solamente per il 20% del suo potenziale e che erano andati perduti circa 3,5 milioni di euro. La maggior parte degli appartamenti offerti erano di fatto invivibili: erano nei fatti seminterrati, aree tecniche dove passavano tubature dell’acqua e impianti fognari. Il caso è finito in tribunale e a 166 orfani alla fine sono stati assegnati degli appartamenti in case popolari. Questi però sono gratuiti solo per dieci anni, passati i quali gli inquilini sono costretti a lasciarli.  

Dal primo agosto del 2013 è stato inaugurato un altro programma per dare una casa ai gruppi più vulnerabili e fornire loro, se necessario, assistenza sanitaria. Erano previsti alloggi nella capitale Yerevan e in due città più piccole, Maralik e Spitak, ma in pochi volevano andare in queste ultime due, lamentando le condizioni di vita e soprattutto la difficoltà nel trovare lavoro.

“Non ho mai ottenuto una casa attraverso alcun tipo di programma. Il mio turno non è mai arrivato, ma non sono certo che mi sarei trasferito in uno degli alloggi che proponevano. Ho amici a cui hanno offerto una casa, ma erano semplicemente quattro mura inabitabili”, sottolinea Karen.

In questi anni Karen ha vissuto in affitto: è stato capace di guadagnare abbastanza per vivere normalmente, ma non per comprarsi una casa.

“Sfortunatamente non sono stato in grado di guadagnare abbastanza soldi per pagare l’affitto e allo stesso tempo risparmiare per comprare una casa. In Armenia, se compri una casa con un mutuo devi possedere beni immobili ipotecabili oppure pagare in anticipo dal 10 al 30 % del valore dell’immobile. Non c’era modo in cui avrei potuto risparmiare soldi e per questa ragione ho continuato a posticipare il mio matrimonio”.

Il matrimonio è stato celebrato infine quest’anno dopo tre anni di fidanzamento, e la coppia si è trasferita immediatamente presso l’appartamento dello sposo, comprato grazie a fondi statali.

Alla fine del 2019, il governo armeno ha infatti approvato un programma promosso dal ministero del Lavoro e degli Affari sociali, che prevedeva di elargire finanziamenti a circa 300 ragazzi che erano stati in orfanotrofio, portando a compimento un obbligo rimasto disatteso dal 2003.

“Negli ultimi 16 anni lo stato non ha rispettato o ha rispettato solamente in parte l’obbligo di offrire un alloggio agli orfani”, si sottolinea dal dipartimento delle relazioni pubbliche del ministero del Lavoro e degli Affari sociali.

“La maggior parte degli appartamenti venivano forniti attraverso il fondo sociale per l’edilizia, ma spesso gli assegnatari si rifiutavano di trasferirvisi o nascondevano che stavano vivendo proprio lì”.

I certificati d’acquisto assegnati agli orfani potevano essere utilizzati per appartamenti il cui costo non superava i 14mila euro circa. Nel caso però l’assegnatario avesse deciso di investire anche fondi propri, la cifra poteva essere superiore.

“Avevo a disposizione circa 12mila euro e allora quest’anno ho comprato una casa con tre stanze in un comune vicino a Yerevan. L’ho ristrutturata con l’aiuto dei miei amici. Sono diventato il proprietario di una casa normale!”, racconta Karen, che ha realizzato il suo sogno e ha portato la sua sposa direttamente dalla chiesa alla propria casa.

“È un’emozione incredibile. Ho la mia casa e la mia famiglia. Con mia moglie stiamo costruendo il nostro piccolo angolo di mondo. C’è anche un’area verde vicino alla casa che abbiamo trasformato in un giardino, mia moglie ama piantare fiori. Coltiviamo anche pomodori, cetrioli e altre verdure. Da questo piccolo appezzamento di terreno riusciremo a ricavare prodotti per noi”.

Tuttavia, la cosa per cui Karen è più emozionato è arredare la stanza più piccola nella casa. La coppia sta aspettando il primo figlio.

“Stiamo arredando una stanza molto colorata, perché voglio che mio figlio abbia un’infanzia spensierata. Ogni bambino dovrebbe avere una casa e l’amore dei propri genitori”.

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