Anno nuovo in Serbia: ‘di nuovo L’Aja’

Gli USA avvertono la Serbia che potrebbero saltare i dollari degli aiuti economici se non collaborerà con L’Aja entro il 31 marzo. Ancora attesa per la consegna di Milutinovic.

03/01/2003, Redazione -

"Di nuovo L’Aja" titola il quotidiano ‘Politika’ (3 dec. 2003). "Il nuovo anno inizia ancora con i vecchi problemi: L’Aja". Scaduto il mandato del presidente serbo Serbia si ritrova con i problemi dello scorso anno. Il TPI sottolinea la richiesta di consegna dell’ex presidente serbo, mentre gli USA, per voce dell’ambasciatore Richard Prosper, avvertono la Serbia che se non adempierà alle richieste del tribunale internazionale entro il 31 marzo, non fornirà alcun aiuto economico al paese (un aiuto bilaterale di 40 milioni di dollari e l’aiuto nell’inserimento della FRY nelle istituzioni finanziarie internazionali).
"Perché questa questione non è ancora stata risolta?" – si domanda il quotidiano belgradese. "La risposta a questa domanda dipende dalla politica interna della Serbia e dal governo federale". Infatti non è ancora stato possibile ottenere un consenso generale su questo delicato argomento, che da alcuni viene definito come "un masso sulla porta di questo stato".
Circa la consegna di Milutinovic, c’è stata la netta risposta di Goran Svilanovic, ministro federale degli esteri e presidente del Consiglio nazionale per la collaborazione con il tribunale de L’Aja. Svilanovic ha dichiarato che fino ad ora Milutinovic godeva dell’immunità parlamentare e che quindi non poteva subire alcun procedimento penale. Ora che il mandato è scaduto, verrà quanto prima terminata la procedura iniziata con la richiesta del tribunale al Governo serbo per la consegna del presidente dimissionario. "Tuttavia bisogna tenere in considerazione che tutti i giorni a partire da oggi, e i giorni successivi, non sono giorni per il Governo della Serbia, né per il tribunale, non bisogna attendersi quindi che questo procedimento sia terminato prima del nostro Natale" ("Danas", Tanjug, 3 dec. 2003). Ossia si rimanda a dopo il 7 gennaio, data del Natale ortodosso.
La storia sembra ripetersi per questo paese. Una sorta di déjà vu dello scorso anno, quando la Serbia sotto pressioni internazionali rischiava ancora una volta di perdere gli aiuti economici, oppure quando il Consiglio d’Europa ha bocciato l’ingresso della Federazione per non aver adeguatamente adempiuto alle richieste del tribunale internazionale. Chissà che proprio l’augurio di fine anno di Milutinovic si avveri: "che ciò di cui abbiamo discusso quest’anno lo si possa risolvere nel 2003".

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