Ancora omicidi in Cecenia
A meno di un mese dal rapimento e dall’uccisione di Natalja Estemirova, collaboratrice dell’ong russa Memorial, altri due attivisti per i diritti umani sono stati assassinati in Cecenia
Due attivisti per i diritti umani rapiti il 10 agosto scorso in Cecenia sono stati trovati uccisi ad un giorno dalla scomparsa, alla periferia della capitale Grozny dentro il bagagliaio della loro auto.
Si tratta di Zarema Sadulayeva e suo marito Alik Djibralov, impegnati da anni nell’organizzazione non governativa "Salviamo la generazione".
Aleksandr Cerkasov, dirigente della ong Memorial, cui apparteneva anche la giornalista Natalja Estemirova rapita e uccisa anch’essa in Cecenia il 15 luglio scorso, ha dichiarato che uomini armati, tre dei quali in divisa nera, hanno fatto irruzione alle 14.00 nella sede dell’organizzazione "Salviamo la generazione" e costretto Sadulayeva e il marito a seguirli. Dopo un po’ sono tornati prendendo il loro telefono cellulare e la macchina.
Il ministero degli Affari Interni della Cecenia ha fatto sapere che i corpi di Zarema Sadulayeva e di suo marito Djibralov sono stati ritrovati con diverse ferite da arma da fuoco presso il villaggio di Cernorece alla periferia della capitale cecena.
Secondo un funzionario di polizia, "la ragione degli omicidi è da ricercare tra chi ha interesse a destabilizzare e screditare la leadership della Repubblica e delle forze di polizia, così come è stato per l’omicidio della collaboratrice di Memorial, Natalja Estemirova".
Per alcuni attivisti impegnati nelle attività umanitarie delle ONG che operano in Cecenia questi omicidi sono un grave segnale di come la situazione dei diritti umani nel paese si stia rapidamente deteriorando.
Sulle pagine di Caucasian Knot, centro di informazione sostenuto dall’organizzazione internazionale per i diritti umani Memorial, trovano spazio diverse interpretazioni per l’aumento della tensione nella regione: osservatori locali ritengono che "dietro a questi omicidi possa esserci effettivamente una forza che ha interesse a screditare il presidente ceceno Ramzan Kadyrov".
Secondo un’altra prospettiva invece, Zarema Sadulaeva e suo marito, così come precedentemente Natalja Estemirova, sono state le vittime di apparati autoritari e scopo di questi omicidi è intimidire le organizzazioni per i diritti umani e la società civile, dissuadendo dalle possibili denunce rispetto a ciò che accade nel paese.
L’organizzazione "Salviamo la generazione" per cui lavoravano Zarema e il marito, nata nel 2001, ha come principale obiettivo quello di aiutare i bambini disabili, orfani e appartenenti a famiglie povere. La maggior parte dei bambini assistiti sono vittime di mine e altri ordigni esplosivi. "Salviamo la generazione" ha lavorato con Amnesty International e con l’Unicef.
Proprio Zarema Sadulaeva aveva collaborato con Landmine Monitor per i report sulla drammatica situazione delle vittime di mine in Cecenia.