Montenegro | | Politica
Amministrative in Montenegro: gli elettori puniscono la corruzione politica
Insieme alle elezioni politiche del 30 agosto in alcuni comuni si sono tenue le amministrative. Come accaduto a livello nazionale, la maggior parte dei comuni interessati al voto, in particolare quelli costieri, hanno visto la vittoria delle forze dell’opposizione
(Originariamente pubblicato dal settimanale Monitor, il 12 settembre 2020)
Alle elezioni amministrative dello scorso 30 agosto i cittadini dei tre comuni costieri del Montenegro – Budva, Tivat e Kotor – hanno mandato il Partito democratico dei socialisti (DPS) all’opposizione. Come c’era da aspettarsi, i partiti che erano all’opposizione nel parlamento nazionale hanno vinto a Budva, dove nel giugno di quest’anno è avvenuto un vero e proprio golpe, cioè una presa di potere violenta da parte dei consiglieri comunali eletti nelle fila del DPS, del Partito Montenegrino (CP) e dei Socialdemocratici (SD), con l’appoggio di un consigliere indipendente, Stevan Džaković. Ma pochi si aspettavano che l’opposizione vincesse anche a Kotor e Tivat.
Quell’avventura politica suicida intrapresa dal DPS a Budva due mesi prima delle elezioni, nel bel mezzo della stagione turistica e della pandemia da coronavirus – un’avventura con cui la volontà espressa dai cittadini alle urne è stata capovolta con la corruzione politica e con la brutalità della polizia nei confronti dei rappresentanti dell’amministrazione locale legittimamente eletti, con l’appoggio del ministero della Pubblica Amministrazione, del ministero delle Finanze e della Direzione di polizia – ha portato alla sconfitta del DPS in tutte le città costiere dove lo scorso 30 agosto si sono tenute le elezioni amministrative.
Le sconvolgenti immagini dell’occupazione di Budva, il dispiegamento di forze dell’ordine in tenuta antisommossa intorno alla sede del municipio, aggressioni e umiliazioni nei confronti dei funzionari del governo locale, il divieto imposto ai dipendenti dell’amministrazione comunale di raggiungere il loro posto di lavoro, il blocco delle casse comunali, il mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori che per mesi erano rimasti senza reddito, la destituzione sbrigativa dei membri dei consigli di amministrazione di tutte le aziende ed enti pubblici, tutto questo ha influenzato i sentimenti degli elettori non solo a Budva, ma anche in altre città costiere.
Molti analisti ritengono che, oltre alla Chiesa e alla nuova legge sulla libertà religiosa, anche i recenti fatti accaduti a Budva abbiano contribuito alla débâcle del DPS alle elezioni del 30 agosto. Gli elettori non hanno perdonato il comportamento umiliante e arrogante del DPS e dalla polizia che aveva occupato la città, lanciando lacrimogeni e maltrattando i cittadini che erano scesi in strada per protestare.
Uno scenario simile, cioè un cambio di potere ottenuto con metodi non democratici, si era già verificato un anno fa a Kotor, dove i consiglieri comunali eletti nelle fila del DPS, con l’appoggio di una consigliera del Partito socialdemocratico (SDP), Bruna Lončarević, avevano formato una nuova maggioranza in seno al consiglio comunale, pur non avendo ottenuto la maggioranza dei voti alle elezioni. Tuttavia, questo episodio non aveva provocato grandi scossoni sulla scena politica montenegrina, a parte il fatto che il leader del SDP, Ranko Krivokapić, aveva rassegnato le dimissioni.
I rovesciamenti violenti di potere a Kotor e Budva avranno conseguenze a lungo termine, non solo perché all’ultima tornata elettorale gli elettori hanno severamente punito il comportamento del DPS, ma anche perché questi episodi fungono da monito per tutti i partiti, i deputati del parlamento nazionale e i consiglieri comunali, che devono capire che la compravendita di seggi e i passaggi da un partito all’altro sono totalmente inaccettabili. Lo dimostra il fatto che i partiti che erano stati messi in minoranza in seno al consiglio comunale di Budva hanno ottenuto un risultato straordinario alle recenti elezioni amministrative, mentre il DPS ha registrato il peggior risultato della sua storia: per la prima volta il DPS avrà meno di dieci seggi in consiglio comunale di Budva.
Alle elezioni a Budva il DPS si è presentato con la lista ”Per Budva! Per il Montenegro! Milo Đukanović – DPS, SD, Crnogorska, LP”, quindi in coalizione con quegli stessi partiti con cui due mesi prima aveva organizzato il putsch. La coalizione guidata dal DPS ha conquistato 11 seggi, e a ciascun partito minore della coalizione spetta un seggio. Quindi, la decisione del DPS di presentarsi alle elezioni a Budva in coalizione con altri partiti si è dimostrata sbagliata, perché i partiti partner del DPS hanno ottenuto meno di 100 voti.
A raccogliere il maggior numero di consensi è stata la lista ”Marko Bato Carević – Per il futuro di Budva”, che ha ottenuto il 41,2% dei voti, aggiudicandosi 14 dei 33 seggi del consiglio comunale. I Democratici hanno conquistato 6 seggi, mentre il movimento URA, presentatosi con la lista ”Nero su bianco”, e l’SDP hanno ottenuto un seggio ciascuno. Quindi, i Democratici e i partiti riuniti intorno a Carević tornano vittoriosamente al potere a Budva. Il giorno dopo le elezioni hanno trovato aperta la porta d’ingresso dell’edificio municipale e quei muscolosi addetti alla sicurezza e agenti di polizia che per più di due mesi si sono scontrati con Carević e con altri consiglieri comunali ormai erano scomparsi.
I rappresentanti delle liste ”Per il futuro di Budva”, ”Budva è la nostra nazione” e ”Nero su bianco” hanno raggiunto un accordo per la formazione di una nuova maggioranza a Budva, affermando di voler costituire il nuovo governo il prima possibile. L’incarico di sindaco sarà ricoperto da un esponente della coalizione guidata dal Fronte democratico (DF), probabilmente da Bato Carević, mentre il presidente del consiglio comunale sarà eletto tra le fila dei Democratici. Quindi, alla guida dell’amministrazione comunale ritornano gli stessi partiti che hanno governato la città prima dell’inutile e incomprensibile assalto del DPS.
A giudicare dai sentimenti che prevalgono tra i cittadini di Kotor, Vladimir Jokić [l’ex sindaco di Kotor, destituito nel 2019] tornerà a ricoprire l’incarico di sindaco. Il suo partito, presentatosi alle elezioni amministrative con la lista ”Democratici – Kotor è la nostra nazione”, ha ottenuto il 29,4% dei voti, aggiudicandosi 9 seggi. Alle elezioni a Kotor il DPS ha conquistato il maggior numero di seggi (12), insufficienti però per formare una nuova maggioranza insieme ai suoi alleati tradizionali. I Democratici probabilmente formeranno un nuovo governo con la coalizione ”Per una Kotor migliore” che ha ottenuto 7 seggi e con i Socialisti a cui spetta un seggio. Il movimento URA, il Partito liberale (LP), l’SDP e l’SD (il grande perdente di queste elezioni) hanno ottenuto un seggio ciascuno.
Alle elezioni dello scorso 30 agosto il DPS ha perso anche la sua roccaforte, la città di Tivat, dove ha governato per 24 anni. La più giovane e la più piccola per popolazione delle città costiere del Montenegro, Tivat è stata per anni un bacino di voti sicuri per Milo Đukanović, oltre ad essere meta di importanti investimenti. Nel periodo in cui Đukanović era premier sono stati realizzati alcuni grandi progetti, come la marina di lusso Porto Montenegro e il complesso residenziale-turistico Luštica bay, e tanti altri che sono stati annunciati.
Tenendo conto di tutto ciò, la vittoria di una lista civica riunita intorno alla coalizione ”Il popolo vince” alle elezioni amministrative a Tivat è stata una grande sorpresa. I cittadini di Tivat hanno dato più voti a questo movimento civico che al DPS, che si era imposto come favorito assoluto. La coalizione ”Il popolo vince” ha ottenuto il 42% dei voti, aggiudicandosi 13 seggi del consiglio comunale, mentre il DPS ha conquistato 11 seggi; i Socialdemocratici, l’Iniziativa civica croata (HGI) e la lista ”Il forum di Bocche” hanno ottenuto due seggi ciascuno, e l’SDP e una lista indipendente guidata da Goran Božović un seggio ciascuno.
La formazione del nuovo governo di Tivat dipende dall’SDP che sta negoziando con i rappresentanti della lista “Il popolo vince”. Se dovessero riuscire a ottenere anche l’appoggio della lista “Il forum di Bocche” e di Goran Božović, raggiungendo così una striminzita maggioranza di 17 seggi nel consiglio comunale di Tivat, le nuove forze politiche riunite intorno alla coalizione “Il popolo vince” prenderanno il timone dell’amministrazione comunale dopo più di due decenni di egemonia del DPS.
Alle elezioni dello scorso 30 agosto il DPS ha perso anche a Herceg Novi, quindi dei sei comuni costieri del Montenegro, il DPS per ora rimane al potere solo a Bar e Ulcinj.