Amministrative in Croazia: a Zagabria i rosso-verdi?

Domenica 16 maggio si vota per le amministrative nelle principali città della Croazia. Secondo in sondaggi sono possibili veri e propri cambiamenti, tra i più importanti la possibilità che a Zagabria vinca un sindaco rosso-verde, Tomislav Tomašević. Le opinioni degli analisti

14/05/2021, Giovanni Vale - Zagabria

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Una via del centro di Zagabria - foto © Hrvoje Gradecak/Shutterstock

Gli elettori croati sono chiamati alle urne questa domenica nelle principali città del paese. Si vota per eleggere i nuovi sindaci e rinnovare i consigli comunali a Zagabria, Spalato, Fiume e Osijek. I riflettori sono in particolare puntati sulla capitale, dove si è appena conclusa l’era di Milan Bandić – il primo cittadino al potere quasi ininterrottamente dal 2000, morto d’infarto ad inizio 2021 – e si cerca ora un successore per navigare la città attraverso la delicata fase della ricostruzione post-terremoto. E Zagabria sembra sul punto di cambiare radicalmente.

Zagabria rosso-verde?

Stando agli ultimi sondaggi, il candidato favorito alle elezioni municipali nella capitale croata è Tomislav Tomašević, un ricercatore quarantenne, attivista ecologista, da poco parlamentare ed attualmente alla guida della coalizione rosso-verde Možemo (letteralmente, “Possiamo”), in testa con il 41,5% delle intenzioni di voto, secondo l’ultimo studio realizzato da Ipsos per Nova TV . Tomašević si qualificherebbe dunque senza problemi per il secondo turno, dato che gli sfidanti lo seguono con molta distanza: Miroslav Škoro, l’ex cantante folk oggi leader del Movimento patriottico (Domovinski Pokret) di estrema destra può contare sull’11,4% dell’elettorato, mentre Davor Filipović dell’Unione democratica croata (HDZ, il partito al governo nel paese) si ferma all’11,1%.

Gli altri candidati – sono 10 in tutto – non raggiungerebbero la soglia del 10%. Jelena Pavičić Vukičević, vice-sindaca di Milan Bandić e ora al timone della capitale croata, ha il sostegno dell’8,9% degli zagabresi, mentre Joško Klisović, il candidato del Partito socialdemocratico (l’SDP, che inizialmente doveva sostenere Tomašević), si attesta al 6,7%. Insomma, per Nova TV, “sembra che i giochi siano fatti”. Il leader di Možemo, che ha costruito la sua carriera politica in opposizione a Milan Bandić, ha, secondo il sondaggio Ipsos, il sostegno del 47% degli under 29 e addirittura il 53% della fascia di età compresa tra i 33 e i 44 anni. Inoltre, in un ipotetico duello con Miroslav Škoro, Tomašević vincerebbe a mani basse, con il 62,7% dei voti.

"Più facile vincere, che governare"

Chi è allora il favorito sindaco di Zagabria e dove si colloca il movimento che lo sostiene? Tomislav Tomašević ha alle sue spalle una carriera da politologo (con una laurea a Cambridge), ma soprattutto un passato da attivista ambientalista strettamente radicato nella sua città natale, Zagabria. Man mano che i progetti di Milan Bandić cambiavano il profilo della capitale (a partire dalle manifestazioni per la trasformazione di Piazza dei fiori e via Varsavia nei primi anni Duemila, fino ai più recenti interventi sulla Piazza delle vittime del fascismo), Tomašević figurava tra i manifestanti. In un’intervista a OBCT, due anni fa, l’aspirante sindaco ammetteva: "È vero, c’è una continuità fin dalle manifestazioni di via Varsavia e Piazza dei fiori. Anche lì si trattava di lottare per mantenere un controllo sullo spazio pubblico".

Dopo aver fatto parte del movimento Zagreb je NAŠ! (“Zagabria è NOSTRA!”), nato nel 2017, e aver contribuito a fondare l’alleanza rosso-verde Možemo nel 2019, con la quale è stato eletto in parlamento nel 2020, Tomašević sarebbe ora sul punto di passare dai sit-in e dalle manifestazioni di piazza all’ufficio di sindaco. Un passaggio che preoccupa alcuni osservatori politici. Secondo l’esperta di comunicazioni Ankica Mamić, ad esempio, "Tomislav Tomašević si è circondato solo di persone come lui: la sua squadra per governare Zagabria è fatta di attivisti, non ci sono né imprenditori, né persone che hanno già avuto un ruolo di governo. Quando tempo gli ci vorrà per capire come si governa una metropoli?”.

L’analista Tomislav Klauški nutre anch’egli delle preoccupazioni, ma più di natura politica. "Una vittoria di Tomašević sarebbe una grande cosa per Zagabria e per la Croazia: un outsider, un signor nessuno arriverebbe alle vette più alte della politica. Ma la domanda è come governerà Zagabria? – si chiede Klauški – la cosiddetta Lex šerif [che dà ampi poteri ai sindaci, ndr.] gli permetterà di rimanere al potere, ma senza il sostegno del Consiglio comunale, senza l’appoggio del governo, delle istituzioni, anche del sistema giudiziario e della polizia, sarà difficile gestire l’eredità di Bandić e riparare i danni di quel periodo". "Penso che gli sarà più facile vincere che governare", conclude Klauški. Per il momento, i sondaggi assegnano a Tomašević circa il 36% dei seggi in consiglio comunale. Il sindaco rosso-verde dovrà dunque cercare alleanze, ma rimane il fatto che una sua elezione rappresenterebbe – anche dal punto di vista simbolico – una rivoluzione non da poco nel rigido mondo della politica croata.

Novità a Spalato?

Se Zagabria rappresenta l’arena più interessante in queste elezioni amministrative croate – anche per la taglia della città, attorno a cui gravita quasi un quarto della popolazione del paese – nel resto della Croazia ci sono alcune sfide che potrebbero portare a grandi cambiamenti. A Spalato, ad esempio, i sondaggi annunciano un duello tra il candidato dell’HDZ Vice Mihanović (19,1%) e un altro volto nuovo, il fisico Ivica Puljak (17,2%), candidato centrista. Anche qui come a Zagabria, una vittoria di Puljak, laureato all’università Pierre e Marie Curie di Parigi, ricercatore al CERN e tra i fondatori del partito Pametno (letteralmente, “Con intelligenza”), potrebbe significare l’inizio di una nuova fase per la capitale della Dalmazia. La corsa, tuttavia, è apertissima, perché in terza posizione c’è Željko Kerum (14,7%), già sindaco di Spalato tra il 2009 e il 2013.

Infine, a Osijek si profila una sfida tutta interna alla destra, tra Ivan Radić (HDZ) e Berislav Mlinarević (Domovinski pokret), mentre a Fiume, si sfidano ben 11 candidati per trovare il successore di Vojko Obersnel, l’eterno sindaco socialdemocratico della città dal 2000, tuttora in carica. Il trono è conteso principalmente tra Marko Filipović (SDP), Josip Ostrogović (HDZ), Marin Miletić (Most) e l’indipendente Davor Štimac, medico di formazione, dirigente dell’ospedale pubblico locale e attualmente favorito. Se Štimac dovesse vincere, l’SDP perderebbe Fiume per la prima volta dall’indipendenza della Croazia, una sconfitta che verrebbe a confermare una crisi profonda all’interno del tradizionale partito di centro-sinistra croato.

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