Amiamo i Balcani
Viaggi, incontri, esperienze, ma anche libri, cucina e musica. Di questo e molto altro parla il blog Loving Balkans, nato qualche anno fa per volontà di Chiara e Dalia, due ragazze intraprendenti affette dal "mal di Balcani". Le abbiamo intervistate
Cosa vuol dire amare i Balcani? Chiara Soban e Dalia Vesnic, le due fondatrici del blog Loving Balkans , dal 2016 raccontano con passione i loro viaggi e le loro impressioni sulla vasta e variegata cultura che accomuna la penisola balcanica, dalla Slovenia all’Albania. Un progetto frutto di un’amicizia, nata da un incontro a Sarajevo appena ventenni, e che continua a crescere nonostante le difficoltà dell’epidemia di Covid-19.
Vorrei partire dal principio, ovvero da voi due e dal vostro incontro a Sarajevo nel 2011. Conoscevate già quei luoghi? Cosa vi ha unito di quella esperienza?
Per me (Chiara) era la mia prima volta a Sarajevo. Ero in viaggio dall’Albania verso l’Italia alla fine della mia esperienza a Scutari come casco bianco in missione di pace (servizio civile con la comunità Papa Giovanni XXIII)
Conoscevo già quei luoghi perché parte della mia famiglia vive tra Serbia, Bosnia Erzegovina e Montenegro (Dalia) e, quindi, li ho sempre frequentati. Ci siamo incontrate lì grazie ad un’amica in comune e pur essendo io di San Pier d’Isonzo e Chiara di Staranzano, due paesi molto vicini della provincia di Gorizia, non ci eravamo mai viste prima. In quei giorni ci siamo rese velocemente conto della varietà di interessi comuni che ci legavano.
Perché aprire un blog di viaggio tutto dedicato ai Balcani? E soprattutto, che cosa intendete per Balcani?
Amici, parenti e conoscenti ci chiedevano spesso indicazioni, consigli e indirizzi – quasi delle consulenze – in vista di viaggi nella regione sapendo della nostra comune passione per quelle terre. Così, un giorno di ottobre del 2016, ci siamo guardate e ci siamo dette ”perché non apriamo un blog che parli solo di viaggi nei Balcani?”. Dopo una breve ricerca, ci siamo rese conto che in lingua italiana c’era davvero poco. Sembrava, dunque, un’idea sensata e abbiamo acquistato il dominio.
Ci sono, poi, ragioni più profonde che ci hanno spinte a fare questo passo e sono legate, ad esempio, alla necessità di sradicare immagini stereotipate che, ancora oggi, circolano su quest’area d’Europa. Allo stesso tempo, però, abbiamo subito anche noi, in qualche momento della vita, quella fascinazione romantica per queste terre che, talvolta, scaturisce proprio da luoghi comuni. Non è grave che ciò accada, ma bisogna essere disposti ad un percorso di crescita che può stravolgere (in modo particolare grazie alle persone che si incontrano!) il proprio pensiero e rendere questo amore più intimo e maturo. Noi stesse oggi giochiamo consapevolmente con alcuni cliché, mirando però a smontarli per approfondire i livelli di lettura e proporre anche approcci differenti ai viaggi dei nostri lettori.
Per noi i confini dei Balcani non sono così definiti. Sicuramente il nostro sguardo è rivolto più alle repubbliche dell’Ex-Ju e dell’Albania perché sono quelle che conosciamo meglio e, probabilmente, anche perché ne parliamo le lingue.
Nel blog consigliate degli itinerari molto interessanti a metà tra cultura e natura. Qual è il vostro approccio?
Le esperienze che raccontiamo nel blog sono frutto di viaggi che entrambe abbiamo fatto negli ultimi dieci anni. Si tratta, quindi, di luoghi che abbiamo effettivamente visitato, che magari conosciamo da molto tempo o per me (Dalia) che fanno parte della mappa affettiva della mia infanzia. Scriviamo di itinerari tra cultura e natura ricercando percorsi alternativi ai classici itinerari turistici. Ci interessa trasmettere un’immagine meno superficiale che valorizzi le peculiarità di queste terre senza trascurarne le criticità.
Qual è il vostro itinerario preferito?
Quando iniziamo a pianificare un viaggio le cose che non mancano mai sono: i mercati di frutta e verdura; un luogo di interesse naturalistico; locali notturni e luoghi di aggregazione giovanile; architettura brutalista (Chiara!); luoghi curiosi e musei insoliti; street art e mercatini dell’usato.
Cosa ne pensate della situazione turistica dei paesi che visitate e consigliate? Che differenze intercorrono e come mai spesso alcuni paesi fanno così fatica a valorizzarsi?
Negli ultimi dieci anni la situazione è migliorata molto. Uno dei paesi in cui c’è stato un incremento importante del turismo è senza dubbio l’Albania che ha investito in infrastrutture e collegamenti.
La Croazia è sempre stata una meta molto frequentata grazie soprattutto alla lunga costa e alle sue bellissime isole, mentre la Slovenia si è fatta riconoscere per aver investito tanto e bene sulla comunicazione turistica. Bosnia, Serbia, Macedonia, Montenegro e Kosovo fanno sicuramente più fatica, ma crediamo che negli ultimi anni ci sia un interesse crescente nei loro confronti che speriamo possa servire.
Oltre a viaggi e cucina, trovano spazio anche approfondimenti culturali e molti libri. Come si collegano i due aspetti per voi?
Il blog è nato non solo per fornire informazioni di viaggio, ma anche per raccontare aspetti più o meno conosciuti che caratterizzano i Balcani. Per dare una visione a 360 gradi parliamo anche di cucina, libri e musica che sono passioni che già facevano parte delle nostre vite.
Che risposte avete dal pubblico?
Molto positive. È gratificante vedere quante persone ci scrivono, ci chiedono informazioni (di ogni genere!) e ci ringraziano per aver dato loro la possibilità di conoscere luoghi che probabilmente non avrebbero mai visitato. Ultimamente abbiamo avuto più di un riscontro da persone che, grazie ai nostri consigli di lettura, hanno acquistato i libri e li hanno trovati interessanti.
La cosa che ci rende davvero felici è che, con chi ci legge e ci segue, si è instaurato un rapporto di fiducia reciproca. Tante sono le persone incontrate in questi anni e le nuove amicizie che sono nate proprio grazie al blog.
Come mai gli italiani amano così tanto i Balcani e cosa è rimasto di quel ricordo di "andare al mare in Jugoslavia"?
Per chi è cresciuto sul confine come noi, essere orientate ad est, è normale e sin da piccole si “andava in Jugo”, anche quando la Jugoslavia come paese non esisteva più, a fare la spesa, al mare, a mangiare o a trovare i parenti. Vivendo entrambe a Trieste, abbiamo la possibilità di attraversare il confine, o i confini, e raggiungere molti luoghi anche in giornata.
Gli italiani crediamo amino i Balcani per molti motivi: la bellezza dei paesaggi, il fascino di percorsi culturali che mostrano le relazioni che questa parte d’Europa ha avuto con tanti altri mondi, il fatto che in moltissimi posti, vuoi per la presenza di comunità italiane, vuoi per interesse verso la lingua, si parla italiano e, probabilmente, anche i prezzi delle vacanze che per molti anni erano notevolmente più bassi hanno giocato un qualche ruolo.
E poi un continuo oscillare tra vicinanza e lontananza che rappresenta un modo per rafforzare le relazioni. Per le persone con qualche anno in più anche radio e Tele Capodistria hanno rappresentato uno strumento di conoscenza di paesi che affrontavano il cammino verso la modernità in modo diverso dal nostro e facevano e fanno intravedere spazi e possibilità interessanti.