Alla corte dell’ingiustizia. A proposito del veto USA all’ONU

Questa notte il mandato ONU in Bosnia è stato prolungato sino al 15 luglio per trovare un compromesso USA-Europa, ma i primi sembrano non cedere sul TPI.
Un commento di Valentina Pellizzer, del CRIC di Reggio Calabria, non allineata anzi decisamente contro.

03/07/2002, Redazione -

Così mettono il Veto alla estensione della missione UN in BiH!! Fra 72 ore, dal 30 giugno, vedremo probabilmente l’ennesima capitolazione del diritto di giudicare ed essere giudicate/i. Gli Stati Uniti, data la loro missione superiore di giusti e giustizieri, non possono accettare di sottoporre il loro personale a procedimenti di giustizia frivoluos or politically motivated. A nulla vale il fatto che tali procedimenti avvengono solamente in ultima istanza. E che le truppe, possono essere comunque protette attraverso accordi bilaterali con le nazioni ospiti (come ha detto l’ambasciatore francese).

Così con 139 firme di diversi paesi e la ratifica di 69, inclusi i 15 Stati membri dell’Unione Europea, il Tribunale Internazionale Penale rimane un fantoccio che stigmatizza solamente alcuni dei colpevoli internazionali mentre altri restano oltre/al di sopra del suo raggio d’azione. Così, un nome a caso Sharon, viene, per l’ennesima volta, beatificato e in Afghanistan i soldati americani godono già dell’immunità di commettere la loro propria nazionale e naturale giustizia.

Ovviamente il Veto non riguarda le forze SFOR, i militari, quanto più direttamente la polizia internazionale IPTF, che più e più volte è stata accusata di connivenze e scandali concernenti concussione e prostituzione, peccati veniali, ufficialmente negati e contestati. Questi 1.700 uomini andranno via comunque a gennaio del 2003 ma un diplomatico US (sarà obiettivo?) grida al rischio di abbandonare la polizia locale senza monitoraggio, senza guida, e senza assistenza.

Non so se qualche giornale, gruppo, associazione abbia scritto qualcosa, personalmente sono disgustata e vorrei che parlassimo di questo anche perchè fra 72 ore, ovvero giovedì, diventerà storia, prassi del bene e del male disegnata e assegnata secondo una giustizia bendata quanto e più della dea Fortuna, legata mani e piedi agli interessi di paesi che hanno presa la propria misura come misura di tutte le vite.

Oggi, mentre il tempo scorre segnato dal bombardamento della casa di Karadzic a Pale e dal tentativo di unire l’intelligence della Federazione, attualmente separata etnicamente sotto un’unica sigla (tre intelligence per un paese così piccolo), di cui due fra ‘coinquilini’ d’Entità.

Le diplomazie rassicurano e spiegano al popolo di Bosnia che comunque gli Stati Uniti ci sono e resteranno accanto al paese. Le soluzioni diplomatiche più gettonate parlano di un’anticipazione del mandato UE sull’IPTF così mentre i principi dell’intangibilità sembrano già entrati nella sfera del non discutibile, la questione da politica si fa tecnica e finanziaria!

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