Alessandro sull’Arno
L’imponente statua equestre di Alessando Magno, commissionata dal comune di Skopje, verrà realizzata a Firenze. Le rivelazioni della stampa macedone e il dibattito nel paese su un’opera destinata a rafforzare il sentimento nazionale
"Tutta Firenze cola bronzo per la Macedonia": con questo titolo d’apertura, lo scorso 4 maggio, il quotidiano Dnevnik di Skopje ha informato i propri lettori di essere venuto in possesso dei documenti sull’accordo segreto tra la municipalità Centar (unità amministrativa del centro della capitale macedone) e la "Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli" di Firenze, per la produzione di una serie di monumenti del valore totale di circa 10 milioni di euro.
L’opera più imponente su cui si sta lavorando a Firenze rappresenta Alessandro Magno in sella al suo Bucefalo. Si tratta di un monumento alto circa 22 metri, che dovrebbe arrivare nella piazza principale di Skopje entro ottobre 2010.
La notizia del costo totale di questa serie di monumenti giunge nel bel mezzo della crisi economica, e va ad alimentare il già caldo dibattito sui progetti del governo per il "rinascimento" culturale del centro della capitale.
Oltre ad Alessandro, che è già nell’occhio del ciclone per le polemiche tra Skopje ed Atene, la nota fonderia fiorentina, insieme a due compagnie partner, sta lavorando a diversi altri monumenti. Tra questi vi sarebbero quello a Dame Gruev, Goce Delcev e Nikola Karev, tutti rivoluzionari della fine del XIX e dell’inizio del XX secolo, oltre a due coppie di leoni che dovrebbero essere messi alle estremità del ponte Goce Delcev, nel centro di Skopje.
Stando a quanto riporta il Dnevnik, i leoni costerebbero 1-2 milioni, mentre i rivoluzionari del periodo ottomano, tutti in sella ad un cavallo, dovrebbero costare circa 800mila euro. Il pezzo più costoso è, ovviamente, l’Alessandro, la cui cifra si aggirerebbe intorno ai 4-5 milioni di euro.
I documenti ottenuti dal Dnevnik erano segreti perché, nei mesi scorsi, sia le autorità comunali che quelle governative si erano rifiutate di fornire informazioni sui costi del progetto o sul luogo esatto di produzione dei monumenti. Secondo il quotidiano, i contratti contengono anche la condizione per cui nessuna delle parti interessate avrebbe potuto rivelare alcuna informazione a riguardo.
Da quando, un paio di mesi fa, i giornali hanno riportato per la prima volta la notizia della realizzazione dell’imponente scultura di Alessandro per la piazza principale di Skopje, il progetto sta dividendo l’opinione pubblica macedone.
Il monumento è il fiore all’occhiello della politica governativa della cosiddetta "antichizzazione", consistente nel tentativo di accentuare le antiche origini dell’identità macedone minimizzando l’importanza della componente slava.
Nel paese molte persone si sentono slave, ma ce ne sono altrettante che hanno iniziato ad apprezzare l’idea che le loro origini siano direttamente legate all’antichità classica, idea promossa per la prima volta all’inizio degli anni ’90, dopo la dichiarazione di indipendenza.
Proprio questo è stato uno dei temi più caldi delle recenti elezioni presidenziali e amministrative, vinte di ampia misura dal partito al governo, il VMRO (Organizzazione rivoluzionaria interna macedone) di Nikola Gruevski. Il risultato può essere preso come indicatore della crescente popolarità del progetto di "antichizzazione", visto che il VMRO ne è il suo principale promotore.
Quando ormai tutti sapevano che i media erano venuti in possesso dell’intera documentazione sui monumenti, il nuovo sindaco targato VMRO della municipalità del Centro, Vladimir Todorović, che inizialmente si era rifiutato di rilasciare qualsiasi commento sull’articolo del Dnevnik, lo scorso 5 maggio ha tenuto una conferenza stampa per rispondere alla "forte pressione proveniente dall’opinione pubblica".
Todorović ha cercato di spiegare che gli ingenti investimenti nei monumenti in questo momento di crisi economica, decisi dal suo predecessore, ma finanziati da risorse messe a disposizione dal governo centrale, sono ben spesi, perché serviranno ad abbellire il centro di Skopje. "Tutto ciò che è bello, inevitabilmente è anche costoso", ha dichiarato Todorović alla stampa.
Il sindaco di Centar si è difeso dalle critiche dicendo che il governo ha speso nella cultura solo dopo aver investito pesantemente in agricoltura, educazione, salute, aumento degli stipendi dell’amministrazione e così via. Ha aggiunto poi che la scelta della fonderia Marinelli è stata una scelta di qualità, valore che gli altri candidati non potevano garantire in uguale misura.
Secondo l’articolo del Dnevnik, la "Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli", fondata nel 1905, ha eseguito dei lavori per il Vaticano e per molti altri paesi, tra cui USA, Polonia e Ungheria. Il quotidiano aggiunge che tra le opere più conosciute realizzate dalla fonderia fiorentina ci sono le porte della cattedrale di S. Paolo a Roma, il monumento al presidente americano Eisenhower a Londra e la ristrutturazione di alcuni monumenti del complesso del Cremlino, a Mosca.
Anche il Primo ministro Gruevski ha risposto alle domande dei deputati in parlamento, affermando che la maggior parte delle decisioni relative ai monumenti sono state prese prima della crisi. L’opposizione ha risposto che questa dichiarazione non era corretta. Secondo il Dnevnik, la crisi ritarderà comunque l’arrivo di alcuni degli "abbellimenti" di Skopje. Alcuni monumenti, infatti, verranno messi in attesa, tra cui quello a Giustiniano I, Carpo, ai santi Cirillo e Metodio a san Clemente e pochi altri.
Todorović ha dichiarato alla stampa che presto inizieranno i lavori nella piazza principale di Skopje per preparare il sito dove sarà eretto il monumento ad Alessandro, attorno al quale dovrebbe esserci una fontana e le statue di alcuni suoi soldati.
Finora la statua di Alessandro è stata criticata dagli oppositori del progetto di "antichizzazione" per motivi di carattere culturale. Ora che i costi del progetto sono stati resi noti, è probabile che nascano nuovi dibattiti anche sulla questione economica.
La scorsa settimana, tra l’altro, anche l’Accademia di Arti e Scienze macedone (MANU), la più importante istituzione scientifica del paese, ha mosso delle critiche contro questo progetto. "La lingua è l’elemento identitario più forte, e la nostra è una lingua slava. Noi abbiamo origini slave", ha affermato il presidente del MANU, lo storico Georgi Stardelov.