Alcune domande per l’ambasciatore USA in Macedonia

Un commento del nostro corrispondente dalla Macedonia sulla guerra in Iraq. Il testo è stato pubblicato sul quotidiano macedone "Utrinski Vesnik" del 27 marzo 2003 e ancora prima dell’uscita ha suscitato polemiche.

28/03/2003, Redazione -

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Dejan Georgievski

Detto sinceramente, mi sto stancando. Smetterò di invitarvi a scendere nelle strade e di dire alla gente di protestare in modo chiaro e forte contro la guerra in Iraq. Per spiegare ciò, sono incline a mettere in questione la credibilità dell’ambasciatore Gallup, dell’Istituto per le ricerche sociali, legali e giuridiche, e tutte le altre agenzie di ricerca sull’opinione pubblica in questo settore di questa galassia e considerarli dei bugiardi. "Circa l’80% dei macedoni intervistati si oppone alla guerra". Non scherziamo. Lasciamo che manifestino, così che li si possa vedere. Durante la manifestazione di venerdì 21 marzo, c’erano solo 30-40 persone. Se non vado errato, le vecchie regole di matematiche insegnano che ciò è pari all’80% di una cifra compresa tra le 38 e le 50 persone. Allora anche il censimento mente quanto dichiara che due milioni di persone vivono in Macedonia.

Tuttavia questo non è l’aspetto più importante, non certo come le cose orrende che ci sono attorno. Molto più orrendo dovrebbe essere ciò che è accaduto davanti al parlamento, dove i manifestanti sono stati attaccati da gruppi locali di estrema destra a causa del fatto che c’erano greci tra di loro. Un applauso, per favore, per l’amorevole pacifista Macedonia che si prepara per accettare gli stranieri come parenti. Naturalmente, ciò significa alla condizione che gli stranieri non siano greci (senza tenere conto del fatto che un vero greco abbia rischiato di essere imprigionato nel suo paese d’origine per aver protestato e disputato sulla politica ufficiale del suo paese nei confronti della Macedonia).

Dove sono i nostri giovani? Dove sono le AEGEE, AESEC (organizzazioni studentesche che si occupano di economia), il Fronte antifascista delle donne, e l’Associazione degli amanti dei poeti estoni? Dove erano tutte quelle organizzazioni degli studenti così impegnate nella "cooperazione internazionale della popolazione studentesca di tutto il mondo"? Forse che hanno studiato con Donald Rumsfeld? Le organizzazioni studentesche di tutto il mondo hanno chiamato i loro colleghi a partecipare alle proteste, mentre i nostri amici di qui pianificano quale scuola estiva iscriversi. Dovesse essere persino alle Maldive.

Non vi hanno fatto vergognare i bambini della Gran Bretagna, che bigiano e abbandonano le scuole per far sentire il loro dissenso? D’accordo, non sto dicendo che i nostri bambini non bigino la scuola o che lo dovrebbero fare? Dio ce ne guardi. D’accordo, meglio che non lo facciano. La scorsa volta che hanno saltato la scuola per protestare contro qualcosa, hanno messo a soqquadro la città e hanno picchiato un vecchio signore sulla strada. Criticismo di moda in azione. Non sono colpevoli per il fatto che non gli piacevano le scarpe di quell’uomo e per il fatto che indossasse una camicia che non si intonava con l’abito.

Ne volete di più? Ce ne è ancora! L’altro giorno, l’americano (con tutte le persone al mondo… dieci punti all’ironia della sorte) con cui condivido l’ufficio è entrato e mi ha detto che è rimasto deluso dai macedoni. Apparentemente, egli ha partecipato al dibattito pubblico organizzato dall’ambasciatore USA, il quale voleva discutere della posizione degli USA, del perché il suo paese sta conducendo questa guerra, cosa essa significa ed altro. È rimasto deluso dal fatto che le domande migliori e più sostanziali provenissero da una coppia di americani tra la folla. "Tutti gli altri, ha insistito, hanno fatto domande stupide".

Dunque, con il vostro permesso. Vorrei usare questa opportunità per correggere quel tragico []e e quella incomprensione. Non sono stato in grado di partecipare a quel dibattito, dal momento che ero a Stip, per lavoro ovviamente. Comunque credo che questa sia la giusta occasione per me per porre alcune domande. Meglio tardi che mai.

Quindi, per usare le parole di una donna anziana, in risposta ai sondaggi condotti per la strada da una TV locale: "Beh, non è una vergogna che una super potenza cerchi l’assistenza militare da un piccolo paese come la Macedonia". Veramente, perché la Macedonia dovrebbe essere coinvolta in questa guerra, forse post festum farà parte delle forze di occupazione? Perché la Macedonia dovrebbe prestarsi all’aggressione? Questa è un ottima domanda anche per sua Eccellenza Batler, così come per il presidente Trajkovski, il quale è sembrato piuttosto deluso per il fatto che "abbiamo perso un’occasione" per rimanere più vicini agli Stati Uniti, e forse usare il nostro appoggio per contrattare su qualcosa. Per esempio, la disputa sul nome che abbiamo con la Grecia. Se quel nome è il prezzo per una guerra immorale e ingiustificata, è meglio non averlo nemmeno.

La seconda domanda dovrebbe essere, quale è stata l’evidenza adotta dagli USA per decidere che l’Iraq, in questo particolare momento, è proprio quella grande minaccia per il futuro del mondo? Abbiamo sentito molto circa le armi di distruzione di massa, veleni, virus, missili così potenti da poter raggiungere Alpha Centauri. Ciò che abbiamo visto è stato Colin Powell con in mano una fiala di anthrax che, molto probabilmente, proviene dagli stessi laboratori USA. Mente siamo qui, chiediamoci, Saddam dove ha preso i suoi gas velenosi? È vero che furono gli USA ha fornirglieli al tempo in cui sembrava che l’Iran stesse vincendo, e l’Iraq era "il nostro figlio di puttana" (come direbbe indubbiamente qualche vecchio politico degli USA) nella lotta per fermare la rivoluzione islamica di Khomeini? Delle supposte relazioni con Al-Qaeda non si fa nemmeno cenno.

Inoltre, se gli USA sono così interessati alla democrazia in Iraq e nella regione, perché non fanno pressioni sugli autocratici regimi in Arabia Saudita e in Kuwait, per tacer di altri, al fine di organizzare libere elezioni? È possibile che temano l’opzione secondo la quale il 90% della regione potrebbe condurre al potere politico il radicalismo islamico? Lo accetto, aborro il fondamentalismo islamico così come aborro quello di matrice cristiana, Infatti, quale ateo marxista, disapprovo le religioni, ma rispetto il diritto dei credenti di credere in ciò che vogliono. Ma la questione è: se gli americani appoggiano i regimi autocratici nella regione solo perché cooperano, allora non dovrebbero usare la parola democrazia così spesso.

Ahimè, questa non è la prima volta che sentiamo come gli USA (e la GB, almeno il governo di Blair) "non sono ostili con la gente dell’Iraq, ma con Saddam stesso e il suo regime". Bene, vorrei chiedere, se la vostra ostilità è rivolta contro Saddam, perché non inviate un Ninja o qualcos’altro e lo prendete. No, no, questo sarebbe impossibile, potreste dire, perché la legislazione USA lo proibisce, quindi è illegale. Dopo tutto, è legale bombardare l’Iraq a causa di un’ostilità con il suo regime?

Infine, l’Iraq è veramente una minaccia con le supposte e ampiamente non provate armi di distruzione di massa (viene da pensare alla Corea del Nord, i cui i leader hanno pubblicamente affermato di possederne) per rischiare la distruzione dell’ONU, della UE e della NATO? Beh, la NATO, per quanto mi riguarda, può anche finire in pezzi, dal momento che non sono affatto convinto che avremmo dei benefici da una partnership con una più che obsoleta organizzazione, relitto della guerra fredda. Ma l’UE e l’ONU? Perché non è stato dato il tempo a Blix e alla sua gang di finire il loro lavoro, in particolare quando abbiamo Bush che dichiara che tutti gli sforzi sono stati orientati ad evitare un conflitto?

Dopo tutto, ora questo non è importante. La guerra è iniziata ed è difficile che si fermi prima che Saddam se ne sia andato e finisca con essa (che è il solo aspetto raccomandabile e desiderabile della guerra). Invece, pregheremo (finalmente un qualche impiego delle religioni del mondo) affinché sia la più breve possibile e con la minor sofferenza per gli innocenti.

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