Albania, scontro su Tirana
Degenera la situazione politica in Albania. A seguito di una decisione della Commissione elettorale centrale ribaltati i risultai preliminari per la corsa a sindaco di Tirana. Edi Rama, leader dell’opposizione, chiede di scendere in piazza mentre l’Ue invita alla calma
In Albania la crisi politica che vede opposti i due principali partiti del Paese, il Partito democratico guidato da Sali Berisha ed il Partito socialista di Edi Rama, sembra non avere fine. Mercoledì scorso una folla di sostenitori socialisti, tra i quali anche parlamentari dello stesso partito, si è scontrata con la polizia all’esterno della sede della Commissione elettorale centrale.
I disordini sono avvenuti dopo giorni di tensione relativi al conteggio dei voti per la corsa alla poltrona a sindaco di Tirana, che vedeva contrapposti il sindaco uscente e leader socialista Edi Rama e lo sfidante Lulzim Basha, delfino di Berisha. I primi risultati davano vittorioso Rama, con un margine risicato di 10 voti. Risultato però ribaltato a seguito di una decisione della Commissione centrale, presa lo stesso mercoledì, nella quale si validavano voti a favore di Basha, prima annullati perché inseriti nell’urna elettorale relativa al consiglio comunale e non in quella relativa all’elezione del sindaco. La decisione è stata presa a seguito di un aspro dibattito in seno alla commissione stessa.
Il giorno precedente, in una conferenza stampa, Edi Rama aveva accusato il premier Berisha di minacciare la stabilità del Paese tentando di manipolare i risultati elettorali. “Il risultato elettorale viene ribaltato attraverso un procedimento del tutto illegale” aveva dichiarato Rama in quell’occasione “mi appello a Berisha affinché si fermi, non violi la legge, non faccia degenerare il processo elettorale e non minacci la democrazia nel Paese”.
Berisha ha risposto nel corso di un consiglio dei ministri il giorno successivo, accusando a sua volta Rama di manipolare l’esito del voto. “Rama dovrebbe rispettare le istituzioni indipendenti”, ha affermato Berisha. “Sta tentando di imporsi in modo da far risultare ciò che erano solo risultati preliminari come definitivi”, ha aggiunto.
La situazione nelle ore successive è ulteriormente degenerata portando a scontri tra manifestanti e polizia. La sera dello stesso giorno, in una conferenza stampa, Rama ha però ribadito il concetto: “La maggioranza ha ribaltato l’esito elettorale violando le regole democratiche”. Ha poi invitato ciascuno a scendere in piazza “con il proprio corpo e la propria anima per fermare il governo”.
Di conseguenza centinaia di militanti sono ritornati di fronte alla sede della Commissione centrale mentre altrettanti poliziotti in divisa antisommossa, tra cui membri delle forze speciali, la presidiavano. Nelle stesse ore l’Unione europea, per la voce della sua rappresentante per la politica estera Catherine Ashton, faceva sentire la propria preoccupazione. “L’esito risicato per l’elezione del sindaco di Tirana significa che entrambe le parti debbano attivarsi per superare le differenze che le dividono e trovare soluzioni”, ha dichiarato la Ashton, sottolineando come “gli scontri tra i sostenitori dell’opposizione e la polizia “dimostrano tutta la fragilità della situazione politica”.
Nel frattempo i media locali riportano che è stata cancellata la visita nel Paese del presidente della Commissione europea Barroso, prevista per domani prossimo.
Le elezioni amministrative dello scorso 8 maggio erano considerate un passaggio fondamentale per dimostrare le credenziali democratiche dell’Albania dopo quasi due anni di grave crisi politica a seguito delle dispute sull’esito elettorale delle parlamentari del giugno 2009. Crisi che ha portato anche a drammatici esiti come l’uccisione di 4 manifestanti da parte della polizia durante proteste promosse dall’opposizione il 21 gennaio scorso.