Albania: povertà e corruzione
Fonti e studi ufficiali avvertono della situazione di estrema povertà che regna nel paese. I politici si accusano reciprocamente, la gente sta sempre peggio e il livello di corruzione sale alle stelle
Secondo un rapporto dell’UNPD (ufficio locale delle Nazioni Unite a Tirana), il governo albanese dovrà spendere 36 miliardi di $ da qui al 2015 per sradicare la povertà estrema. Per raggiungere questo obbiettivo l’economia albanese deve avere una crescita dello 6,5% all’anno. L’Albania è il paese più povero d’Europa dove un quarto della popolazione, circa 780.000 persone, vive sotto la soglia di povertà. Circa il 30% degli albanesi è povero e vive con un reddito di 2 $ al giorno, mentre il 15% vive in condizioni di povertà estrema con solo 1 $ al giorno. Questo fenomeno e concentrato sopratutto nelle zone rurali, dove 4 persone su 5 sono povere.
Il rapporto dell’UNPD mette in evidenza che solo il 17% degli albanesi afferma di vivere senza problemi con il proprio salario. Parte di questo rapporto è stato pubblicato nei giorni scorsi sui quotidiani più importanti del paese.
Il giornale "Korrieri" del 24 marzo si riferisce al premier Fatos Nano, il quale sostiene che "il miglioramento del livello di vita della gente nel paese non può essere raggiunto con slogan e mezze misure, ma con l’applicazione di programmi di sviluppo, che accrescono gli standard della vita sociale ed economica".
Di una situazione economica non molto ottimista parlano anche i rapporti della Banca d’Albania.
Attualmente le rimesse di circa 1 milione di emigranti albanesi, pari a 780 milioni di $ all’anno, rimangono la fonte più importante di finanziamento a favore dell’economia albanese. Tuttavia, durante il 2003, gli albanesi hanno speso per le loro vacanze all’estero circa 489 milioni di $, ossia il 63% del totale dei soldi mandati a casa dagli emigranti.
La Banca d’Albania lancia un monito anche sul deficit commerciale sempre in crescita, giunto alla fine dell’anno scorso a 1,3 miliardi di $, del 16% più alto rispetto all’anno precedente. Le importazioni hanno segnato un valore di 1,8 miliardi di $ contro i circa 447 milioni di $ delle esportazioni. Riguardo questo problema il quotidiano "Shekulli" del 25 marzo dedica una intera pagina al fatto che per la prima volta l’Albania sta importando dalla Macedonia persino la paglia per i suoi allevamenti di bestiame. A lettere cubitali il quotidiano scrive "Paglia macedone per il bestiame albanese".
Nel servizio pubblicato dal quotidiano si dice che nessuno poteva immaginare, fino a poco tempo fa, dei camion carichi di paglia provenienti dalla Macedonia. "Quest’anno l’importazione della paglia dalla Macedonia è diventata un business redditizio", dicono i commercianti.
Questo business è iniziato nei primi giorni di febbraio con un commerciante albanese di nome Mexhit Hana di Prrenjas (una piccola cittadina albanese vicino alla frontiera con la Macedonia). "Se non avessi iniziato a fare questo business il bestiame sarebbe già morto perché i nostri pascoli erano coperti di neve, le strade tutte bloccate, ed anche le riserve di cibo che avevamo stavano per finire", dice Mexhit. Il commerciante albanese dice di aver importato circa 5.000 sacchi pieni di paglia, e la riuscita del business lo ha spinto a fare arrivare altri 15 carichi. Il commerciante di Prrenjas afferma che ora questo business è diventato l’attività dei commercianti della zona, i quali importano paglia macedone per i pastori albanesi.
Con questo business i commercianti dicono di aver salvato dalla morte migliaia di capi di bestiame, anche se il prezzo della paglia è molto alto. 1 kg di paglia costa al contadino albanese circa 0,5 euro, che è uguale al prezzo di un kg di riso e di un chilo di pasta. Il prezzo è alto a causa del costo del trasporto, delle tasse doganali albanesi e di quelle macedoni. Secondo il giornale "Korrieri" questo è solo un indizio della critica situazione in cui versa l’economia albanese. Decine di villaggi delle zone lontane e montagnose sono rimasti bloccati questo inverno a causa della precaria infrastruttura stradale ed anche a causa della mancanza dell’intervento del governo per aiutargli.
Il giornale "Korrieri" cita anche i rappresentanti dell’opposizione di destra, i quali commentano la strategia del governo socialista nella lotta contro la povertà. Secondo Edmond Spaho, segretario per l’economia nel Partito Democratico, le iniziative del governo sono pura demagogia. Spaho sostiene che gli introiti del budget dello stato non raggiungono mai più del 90%, quando le spese amministrative sono cresciute del 4% durante gli ultimi due anni. Secondo il Partito Democratico "i successi" del governo sono mera propaganda, mentre l’Albania sta battendo ogni record per quanto riguarda la corruzione, il contrabbando e il crimine organizzato. "La miseria accompagnerà gli albanesi finché non si lotterà contro la corruzione, il crimine ed i suoi legami con la politica, che stanno esaurendo le fonti economiche del paese", afferma Spaho.
Nella pagina economica del 25 marzo il quotidiano "Korrieri" pubblica uno studio del centro berlinese "Transparency International" riguardante il livello di corruzione nel mondo. L’Albania compare nella 92sma posizione tra i 133 stati inclusi nello studio. Secondo queste statistiche l’Albania non ha fatto passi avanti nella lotta contro la corruzione perché si trovava nella stessa posizione anche l’anno precedente. La corruzione è più problematica nel settore delle tasse, nell’amministrazione pubblica, nel sistema giudiziario e nella polizia. Nel mese di marzo Adrian Kamberi, il direttore della Banca del Risparmio, la più grande banca del paese, che è stata privatizzata dalla banca austriaca "Raiffeisen Bank", ha denunciato una perdita di 650.000 di euro, accusando di furto alcuni impiegati della banca. In questo caso la trasparenza verso il pubblico è stata considerata dal Fondo Monetario Internazionale in Albania come l’unico elemento positivo della vicenda, dimostrando un atteggiamento più responsabile nella lotta contro la corruzione.
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