Albania: l’esodo svuota le scuole
I giovani fuggono in massa dall’Albania e le scuole si svuotano, soprattutto nelle zone rurali. Un reportage dal nord del paese
(Pubblicato originariamente da Monitor , selezionato e tradotto da Le Courrier des Bakans e OBC Transeuropa)
In Albania il numero di studenti dell’istruzione primaria e secondaria è diminuito di un terzo tra il 2010 e il 2022. Dato che secondo i dati del ministero dell’Istruzione il numero di insegnanti è rimasto invariato (circa 36.000), il miglioramento del rapporto alunni-insegnanti avrebbe dovuto portare a un aumento dei risultati nell’apprendimento. Ma non è avvenuto. Negli ultimi dieci anni, il governo ha investito miliardi di lek in programmi logistici e scolastici, ma il Centro per i servizi educativi (QSHA) sottolinea, in un’analisi dei risultati della maturità 2021, che il punteggio medio degli esami è sceso di 0,46 punti rispetto al 2020.
Anno dopo anno, il numero di studenti in Albania sta diminuendo e con l’esodo e la transizione demografica, i problemi dell’istruzione non fanno che peggiorare. In alcune regioni, il massiccio calo del numero di studenti potrebbe portare alla chiusura di centinaia di scuole. L’anno scolastico si apre inoltre con la crisi energetica, che può ostacolare ulteriormente la qualità dell’apprendimento nelle giornate invernali.
Besmir Muslia è un giovane insegnante, tornato dopo gli studi nel suo villaggio natale di Dukagjin, vicino a Kukës. A suo avviso l’attuale programma è impossibile da attuare nella sua regione, perché le scuole non hanno nemmeno i computer. Si tratta di un’area montuosa nel nord del paese che si trova ad affrontare una massiccia emigrazione di giovani, soprattutto verso la Gran Bretagna. "Un’istruzione di così bassa qualità è un disastro non solo per Kukës, ma per l’intero paese", lamenta l’insegnante. "Un’istruzione precaria non è di alcun interesse per gli studenti. Non offre la possibilità di prepararsi agli studi universitari, di ottenere una laurea e di trovare un lavoro. Inoltre, il mercato del lavoro offre poche opportunità agli studenti che decidono di proseguire gli studi all’università. A causa della disoccupazione e della mancanza di prospettive a Kukës, la maggior parte dei giovani decide di andarsene”.
Mancanza di strumenti didattici, di strutture ricreative e sportive, alto tasso di abbandono… L’esperto di istruzione Ndriçim Mehmeti conferma che la diminuzione del numero di alunni a livello nazionale rimane un problema che per il momento non trova soluzione. "Gli insegnanti vanno a scuola per essere pagati, mentre gli studenti devono solo giustificare il fatto di essere da qualche parte e la scuola è il miglior rifugio", lamenta. "Gli insegnanti sono sottopagati, sotto pressione e schiacciati da una dirigenza profondamente politica e spesso incompetente".
I numeri
Dall’inizio della transizione, nel 1991, fino al 1994-95, il numero di studenti iscritti alla prima elementare è stato di circa 77.000 all’anno. Poi questo numero è diminuito rapidamente a causa dell’emigrazione e del calo delle nascite. Quest’anno, solo 29.000 bambini sono iscritti alla prima elementare, 2,6 volte meno di 20 anni fa. Il calo è ancora maggiore nell’istruzione secondaria, sempre a causa dell’emigrazione.
Secondo i dati Instat – l’istituto statistico albanese – nel 2021 gli studenti iscritti all’istruzione primaria erano 278.000, con un calo medio annuo del 3% e del 34% negli ultimi dieci anni. L’anno scorso, circa 103.000 studenti erano iscritti all’istruzione secondaria (scuole medie e superiori), il 31% in meno rispetto al 2020. L’istruzione pre-universitaria è la più colpita. Nel 2021, 33.000 persone hanno lasciato il paese, con un’accelerazione dopo la fine della pandemia.
L’emigrazione è uno "stato mentale”
La popolazione albanese ha iniziato a diminuire già nel 1990. Secondo le stime dell’Instat, nel periodo 2011-2021, 42.000 persone all’anno sono emigrate. Le ragioni principali di questa emigrazione sono legate a migliori opportunità di lavoro, istruzione e assistenza sanitaria all’estero. La fascia di età 0-14 anni rappresentava il 21,6% della popolazione totale nel 2011 e solo il 16,3% nel 2022. Il sistema educativo ha risentito anche della migrazione interna verso le grandi città, in particolare verso l’agglomerato di Tirana-Durrës. L’esodo dalle aree rurali ha ridotto il numero di studenti in molte regioni e aumentato il numero di studenti nelle aule di Tirana, il che influisce anche sulla qualità dell’istruzione.
"La forte emigrazione degli abitanti di Kukës è visibile, misurabile, sensibile", spiega Besmir Muslia. "La maggior parte di loro va in Gran Bretagna, dove vengono accolti da parenti che hanno già il visto di soggiorno, se non il passaporto britannico. Il fenomeno più preoccupante nell’educazione di oggi è la perdita di interesse degli studenti per la loro formazione e istruzione, e l’idea di emigrare discussa appassionatamente nelle scuole".
I giovani di Kukës che vivono in Gran Bretagna sono diventati un modello per fare soldi facili. Esempi che demotivano chi rimane in Albania che sogna di andare in Gran Bretagna il prima possibile. "L’emigrazione è diventata uno stato mentale", sottolinea l’insegnante. Quel che è peggio, dice, è che le madri con bambini piccoli, così come intere famiglie, stanno cercando di attraversare la Manica anche illegalmente, su imbarcazioni di fortuna.
I giovani delle zone rurali abbandonano i loro villaggi a causa della scarsa qualità dell’istruzione, mentre le scuole stanno scomparendo per mancanza di alunni. Nel comune di Markaj, Tropoja, sempre nel nord del paese, la scuola elementare ha dovuto chiudere perché era rimasto un solo alunno. All’inizio degli anni ’90 aveva 250 alunni iscritti.
Anche le differenze nei livelli di istruzione tra aree urbane e rurali sono aumentate. Il Centro albanese per l’istruzione stima che, per il diploma di maturità 2021, i risultati medi degli studenti delle città sono stati molto più alti di quelli dei villaggi.
"In termini di infrastrutture l’istruzione nella regione di Kukës è in rovina", afferma Besmir Muslia. "Le aule e strutture scolastiche non soddisfano i requisiti dei nuovi curricula. Certo non possiamo pretendere aule meravigliose e ideali, ma nelle scuole di Kukës e dintorni la situazione è scandalosa”.