Albania: a tutto costume

Alcune ora trascorse con in mano l’album di famiglia. A guardare madri, zie e cugine in costume. Riceviamo e volentieri pubblichiamo

09/07/2018, Adela Kolea -

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Spiaggia di Durazzo, Albania. Anni ’60. Foto dall’archivio di famiglia dell’autrice

Le vacanze al mare sono alle porte. L’altro giorno ero andata a trovare mia madre e mentre prendevamo il caffè, le stavo mostrando un giornalino di moda con dei modelli di bikini. E’ bastato perché si immergesse nei ricordi della sua infanzia e giovinezza trascorsa in Albania.

Ha allora tirato fuori alcuni vecchi album di foto di famiglia, rigorosamente in bianco e nero, che lei ha portato dall’Albania quando 26 anni fa ha lasciato Tirana per vivere in Italia. Fotografie che custodisce con grande cura e gelosia.

Tra una pagina del giornale di costumi da bagno alla moda e vecchie fotografie amarcord di mia madre ne è partita una chiacchierata da fare invidia a veri studiosi di moda e di costume.

Ha iniziato a mostrarmi le foto al mare in Albania, dalla sua infanzia, nei primi anni ’50, passando per le colonie estive, per arrivare poi all’adolescenza e proseguire con il fidanzamento ed infine, con il matrimonio.

Io mi concentravo in particolare sulle foto che ritraevano nel tempo mia madre in costume da bagno. Un vero e proprio specchio del percorso di emancipazione e del ruolo della donna nella società albanese.

Mia madre, classe ’47, mi ha raccontato che quando erano bambine, i costumi da bagno per lei e le sorelle, li cuciva la loro sorella maggiore. Lei faceva un po’ loro anche da madre, in quanto la mamma lavorava tutto il giorno. Erano fortunate, perché la sorella maggiore aveva iniziato a sperimentare con una vecchia macchina da cucire "Singer". Ed era in grado di confezionare abitini, grembiuli per scuola, borse di tela per la scuola e anche costumi da bagno!

Certo, non avevamo tessuti elasticizzati, erano di cotone. Non erano certo tempi, i primi anni ’50 in Albania, in cui si poteva scegliere granché o sbizzarrirsi in materiali o modelli.

Poi altre foto. Erano gli anni ’70. E mia madre mi faceva notare un altro tipo di costume da bagno in due pezzi: la parte di sotto, come un pantaloncino, alta fino all’ombelico. Per la moda che torna, si trovano anche oggi, della stessa tipologia stile retrò, ma di nuova fattura, modernizzati per il mercato. Quei costumi erano stati fatti a maglia, ai ferri oppure all’uncinetto!

Mia madre mi ha raccontato che li aveva lavorati proprio lei a mano quei costumi che indossava nelle foto che avevo davanti agli occhi! "Ma, quanto pesavano quei costumi di fili doppi di cotone, una volta uscita dal mare e quanto tempo ci impiegavano ad asciugare!", mi diceva lei. Credo avesse proprio ragione. Doveva essere proprio un’impresa portali!

Notavo inoltre nelle sue foto degli anni settanta, anche altri modelli di costumi in due pezzi, con la parte superiore ricoperta con una sorta di striscia di stoffa pieghettata o arricciata, come un volant per la guarnizione e la rifinitura. A mio avviso non tanto un accessorio in più per dare un tocco di eleganza al costume da bagno, quanto una strategia per nascondere le forme femminili.

Negli anni ’80 i costumi da bagno delle donne di città in Albania – sottolineo, le zone urbane, in quanto per le zone rurali non so in che modo vestissero e se mai si mettessero in costume –  cambiarono ulteriormente in modelli e tessuti moderni. Si usavano allora i costumi da bagno sia in due pezzi, che interi. La bellezza femminile aveva modo di potersi sfoggiare seppur – in anni di dittatura e censura – i costumi da bagno non potevano essere troppo succinti.

Io e mia madre abbiamo trascorso ore ad osservare nonne, madri, zie, amiche, bambine, cugine, tutte in costume. Dagli anni ’50 agli anni ’90. Ci siamo fermate lì, perché poi, negli anni ’90, abbiamo intrapreso il nostro percorso che ci ha portate in Italia.

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