Addio Alessandro

Anche noi di OBCT sentiremo la mancanza di Alessandro Leogrande. Non lo abbiamo conosciuto di persona, ma abbiamo conosciuto la generosità della sua penna, che in questi anni ha battuto diverse strade. E diverse acque, visto che di fronte alla sua Puglia c’era l’Albania: un paese cui Leogrande era molto legato, e dove era solito ritornare.

A Leogrande tanto gli italiani quanto gli albanesi devono "Il Naufragio", il libro che per primo ha accesso la luce sui fatti che portarono all’affondamento della Kater I Rades (era il 28 marzo 1997). Un libro che più di altri incarna la tenacia e la sensibilità proprie dell’autore e che nel corso del tempo ha saputo assumere diverse forme: dalla "cronaca della strage" fornita da Leogrande nacque infatti uno spettacolo teatrale italo-albanese; ed è lecito credere che se, nel 2012, il Comune di Otranto seppe trasformare il relitto in un monumento dedicato a tutti i migranti del nostro tempo, ciò sia accaduto anche grazie alla buona semina fatta da un libro difficile e riuscito.

"Un naufragio – aveva spiegato l’autore all’uscita del volume, nel 2011 – è solo apparentemente un fatto collettivo. Lo è solo nel racconto storico dell’evento, o nella sua percezione giornalistica. Un naufragio è invece la somma di tanti abissi individuali, privati, ognuno dei quali è incommensurabile, intraducibile, ma pienamente narrabile".

Nelle ore in cui, fatalmente, si accavallano i ricordi, il Sole 24 Ore ha definito la prosa di Leogrande "traboccante di un’umanità mai atteggiata e mai esibita e, proprio per questo, tanto più autentica". Un’opinione che non possiamo che condividere, insieme alle prospettive che Alessandro Leogrande ha saputo sviluppare su temi centrali per il lavoro di OBCT  – tra essi certamente il suo sguardo sul mare Adriatico  – che in questi anni hanno arricchito il nostro lavoro, avvicinandoci a questo grande autore.

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