A scuola di matematica

Il Villaggio di matematica Nesin (Nesin Matematik Köyü) è un fenomeno d’eccezione nel quadro dell’istruzione turca. Qui durante l’estate si riuniscono studenti e professori per dare vita ad una scuola dove viene insegnata matematica, ma dove soprattutto gli studenti possono contare su un modello di formazione non convenzionale

03/09/2010, Fazıla Mat - Istanbul

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Villaggio della matematica (di Fazıla Mat)

Costruzioni in fango, paglia e pietra immerse in un silenzio interrotto solo dal brusio delle cicale. A mezzogiorno, dopo quattro ore continuative di lezione, i ragazzi attraversano il viale principale del villaggio per andare alla mensa o a sedersi all’ombra di un cornicione o di qualche albero. Qualcuno gioca a scacchi, ascolta musica con le cuffie, altri chiaccherano o suonano la chitarra.

A circa un chilometro dal villaggio di Şirince, nel cuore della regione dell’Egeo, il Villaggio di matematica Nesin (Nesin Matematik Köyü) rappresenta un fenomeno d’eccezione nel quadro dell’istruzione turca. Dal mese di giugno fino alla metà di settembre si riuniscono qui studenti liceali e universitari, dottorandi e accademici di fama internazionale per dare vita ad una scuola dove viene insegnata matematica, ma dove soprattutto viene fornito agli studenti un modello di formazione non convenzionale.

Il fondatore del villaggio Ali Nesin, professore e presidente del dipartimento di matematica dell’Università Bilgi di Istanbul, ha alle spalle oltre vent’anni di ricerca negli Stati Uniti e in Francia. E’ tornato in Turchia dopo la morte del padre per occuparsi della Fondazione Nesin1 sotto la quale ora si svolge l’attività del Villaggio. “Ho iniziato a organizzare scuole estive itineranti di matematica nel 1998 per rispondere ad un bisogno della società” ha spiegato Nesin a Osservatorio. La sede stabile di Şirince è attiva dal 2007 ed è sopravvissuta superando numerosi ostacoli legali e burocratici. È intervenuta più volte la gendarmeria e gli edifici costruiti “con i pochi mezzi a disposizione, i contributi dei cittadini e molto lavoro volontario” hanno rischiato di essere demoliti.

Ma a seguito del braccio di ferro con le autorità i “matematici senza frontiere” – come si sono auto-battezzati gli studenti e gli insegnanti dopo aver deciso di continuare le lezioni a tutti i costi nei boschi, all’aperto e dormendo nelle tende – sono riusciti a conservare il loro Villaggio. E nonostante le difficoltà economiche, il combattivo professor Nesin ha annunciato per il prossimo anno l’intenzione di aggiungere a quello attuale un Villaggio di filosofia e di belle arti.

Gli studenti vengono qui e trovano

un atteggiamento di rispetto nei

loro confronti.

Non hanno mai visto niente di simile

Ali Nesin

Il primo dei “bisogni della società” cui risponde l’impostazione del Villaggio di matematica Nesin è legato ad un rapporto innovativo tra l’allievo e l’insegnante. “Gli studenti vengono qui e trovano un atteggiamento di rispetto nei loro confronti. Non hanno mai visto niente di simile. Nel sistema scolastico turco il rapporto tradizionale tra l’insegnate e l’allievo è basato sull’autorità del primo sul secondo, su un rapporto gerarchico che genera inimicizia tra le due parti”.

Sinem, dottoressa in matematica all’Università 9 Eylül di İzmir partecipa alle attività del Villaggio da quattro anni. Le brillano gli occhi quando spiega che “qui insegnanti e studenti mangiamo tutti alla stessa tavola. Siamo uguali, nessuno è superiore all’altro”. Per lei e per i suoi compagni la differenza tra il Villaggio e le istituzioni accademiche risiede anche in una diversa concezione del successo che “all’università è basato sulla competizione. Nessuno vuole mettere a disposizione degli altri la propria conoscenza, mentre il Villaggio di matematica è una piattaforma del sapere, dove lo scopo di tutti è quello di far progredire la scienza”.

In questa scuola atipica i professori “di ruolo” – oltre allo stesso Nesin altri docenti rinomati provenienti da università turche e straniere come Alexandre Borovik dall’Università di Manchester o Yusuf Ünlü dell’Università Çukurova di Adana – non percepiscono alcun compenso. Fanno eccezione alla regola i dottori o dottorandi – giovani che studiano anche all’estero – cui viene chiesto di tenere per una settimana delle lezioni su argomenti di loro competenza affinché condividano le conoscenze acquisite.

L’organizzazione economica del villaggio è basata su un sistema solidale che garantisce borse di studio agli studenti che non possono permettersi di versare le 50 lire turche al giorno richieste ai partecipanti per pagare le varie spese. L’unica condizione richiesta agli universitari è di conoscere l’inglese, abbastanza da capire i professori stranieri. Per il resto “si accettano tutti gli studenti che vogliono venire. Non diamo voti, non premiamo o puniamo nessuno. Ci sembra una referenza sufficiente il fatto che un giovane sia stato promosso e che voglia trascorrere almeno due settimane delle proprie vacanze estive a studiare matematica per otto ore al giorno” specifica il prof. Nesin.

Un tale sistema permette a studenti di diversa preparazione ed estrazione sociale di accedere ad un insegnamento comune disponibile solo nelle migliori – e spesso più care – scuole e università turche. “Soprattutto tra giugno e luglio ci capitano dei ragazzi straordinari”, spiega Nesin. Naturalmente non mancano nemmeno le difficoltà. “A volte ci spetta ripetere lo stesso argomento per tre, quattro ore consecutive”, spiega il professore. “Alcuni studenti non sanno nemmeno cosa sia un concetto astratto o una dimostrazione. Un altro dei problemi più seri è il fatto che non sono abituati a restare concentrati a lungo”.

Gündüz, uno studente al secondo anno di liceo, si trova al villaggio da una settimana. Dice che “i primi giorni durante le lezioni non capivo niente. Solo adesso ho iniziato a seguire gli argomenti. E’ un sistema completamente diverso da quello scolastico. Ci si sofferma a lungo sui teoremi”. Emre, un suo coetaneo, è entusiasta del fatto che si possano conoscere professori universitari famosi provenienti da diverse parti del mondo e di trovarsi in mezzo alla natura. “Ci piace anche che non ci vengano assegnati voti” aggiungono i due ragazzi.

I liceali costituiscono la maggioranza degli allievi – quest’anno sono 89 su un totale di 144 partecipanti – “perché, avendo davanti l’esame d’accesso all’università, si sentono più motivati. Gli studenti universitari invece non hanno i soldi per venire e non vedono prospettive per dopo la laurea. In media su 1000 laureati solo 300 trovano un’occupazione riguardante la matematica. Inoltre, non conoscono il livello raggiunto nella materia in altri paesi. È necessario farli accorgere della varietà che c’è al mondo.” aggiunge Nesin.

Per il professor Nesin ciò che si impara durante le ore di lezione non è distinto dall’atteggiamento mentale e comportamentale quotidiano dei ragazzi. Così tra una lezione di introduzione alla geometria frattale e un’altra sulle soluzioni polinominali si insegna ai partecipanti a non strappare le foglie delle piante – pare sia un tic particolarmente diffuso tra i giovani – e a non buttare le cartacce per terra. Fanno inoltre parte della formazione anche i lavori quotidiani di cura del villaggio: bagnare le piante, spazzare le aree comuni, pulire i bagni o pelare le patate – mansioni che spettano a rotazione a tutti gli studenti.

Il finanziamento dei progetti di insegnamento resta il problema più serio che il Villaggio di matematica deve affrontare. La situazione è dovuta anche alla posizione assunta dall’Ente nazionale turco per la ricerca scientifica e tecnologica (TÜBİTAK) che da due anni a questa parte si rifiuta di finanziare la maggior parte dei progetti proposti dal Villaggio.

Secondo Nesin, le motivazioni del rifiuto presentate dalla TÜBİTAK non hanno alcun fondamento. Le indiscrezioni – che lui conferma – suggeriscono che la vera ragione del rigetto sarebbe dovuta ad una vignetta apparsa nel 2008 sulla copertina della popolare rivista “Matematik dünyası” (“Il Mondo della matematica”, diretta dallo stesso Nesin) in cui Ömer Cebeci, vice presidente della TÜBİTAK, viene ridicolizzato per le sue posizioni contrarie alla teoria dell’evoluzione darwiniana. Il nome di Cebeci è legato in particolare ad un caso di censura riguardante il numero speciale della rivista “Bilim ve Teknik” (“Scienza e tecnica”, edita dalla stessa TÜBİTAK) del marzo 2009, dedicata al bicentenario della nascita di Darwin. Solo grazie alle minacce di dimissioni della direttrice del periodico e la vasta eco che il caso ebbe sulla stampa, la rivista uscì senza tagli.

Se per il momento la posizione della TÜBİTAK sembra irremovibile, il professor Nesin non si lascia scoraggiare e pensa ad altre possibili soluzioni di finanziamento. Tra i primi obiettivi c’è quello di far approvare i progetti di insegnamento come progetti europei. Il professore ricorda comunque che “il Villaggio è sempre aperto ad accogliere nuove proposte che i giovani studiosi di matematica di tutto il mondo vorranno presentare” per contribuire a far diventare “questo luogo una culla della rinascita anatolica, una voce fuori dal coro che si opponga sempre alle correnti dominanti”.



1 La Fondazione Nesin (Nesin Vakfı) è un ente fondato dallo scrittore Aziz Nesin, padre del prof. Nesin, dove dal 1973 vengono accolti bambini senza famiglia e sostenuti fino a quando non diventano autonomi. Il finanziamento della fondazione è reso possibile grazie ai diritti d’autore provenienti dai libri di Aziz Nesin e alle donazioni.

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