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1967: viaggio in Jugoslavia
Riordinando vecchi quaderni sono saltate fuori alcune pagine, scritte nel 1967, quando, a diciassette anni, in estate, Lidia aveva attraversato la Jugoslavia. Pagine semplici, ma suggestive. Le riproponiamo ai nostri lettori
27 luglio
…abbiamo attraversato il confine Jugoslavo verso le undici per giungere a Postumia. Visitare le famose grotte è stata un‘emozione grande. Le abbiamo percorse in parte a piedi e in parte su un piccolo treno. Faceva freddo e l’umidità si sentiva sotto pelle. La natura, nel corso dei secoli, ha saputo creare figure ed immagini perfette. Le stalattiti e le stalagmiti a forma di animali, di colonne pendenti, di figure umane o addirittura di spaghetti sono molto interessanti. Da Postumia, il pullman si è diretto a Lubjana dove abbiamo preso posto in un pensionato studentesco. Dopo cena, solo una breve uscita per vedere la città illuminata che si presenta ordinata e tranquilla. Sono stanca e felice. Il sonno non si farà attendere.
28 luglio
Da Lubjana a Zagreb. Tutta la giornata di oggi è stata dedicata alla visita di Zagreb. Mi è piaciuta moltissimo sia per il clima mite sia per gli abitanti sorridenti e cordiali. Nel primo pomeriggio, le guide accompagnatrici ci hanno portato a 1000 metri di altezza, in un luogo denominato” foresta di Sierne” da cui si domina tutta la vallata su cui sorge la città. Il panorama è indimenticabile. Dopo alcune ore siamo ritornati nel centro di Zagreb per visitare la città vecchia e la cattedrale che assomiglia un po’ a Notre Dame. Come Lubjana, anche Zagreb mi ha dato l’impressione dell’ordine e della tranquillità. Di questa città, avrò sempre un caro ricordo perché, tramite Antoine, uno studente della facoltà di fisica e chimica, ho potuto avvicinarmi al popolo della Jugoslavia. Godo di questo viaggio proprio per fare amicizie nuove e conoscere persone di altri Paesi.
29 luglio
Da Zagreb a Belgrado. Come sono diverse le strade della Jugoslavia rispetto alle nostre italiane! Ho notato che di solito sono più strette e a volte non asfaltate. Oggi siamo arrivati a Belgrado, la capitale! Alloggiamo in un ostello per la gioventù, un po’ fuori mano, non proprio pulitissimo. Mi trovo in una stanza a nove letti: è piccolina e i letti sono a castello. Comincio ad apprezzare anche la cucina iugoslava, nonostante sia molto diversa da quella bolognese. La cena di questa sera: come primo, un piattino di verdure; come secondo, un piatto di carne insieme con pasta scondita…Mi è piaciuta. Sarà stata la fame? Dopo cena, cocomero e chiacchiere e due passi in centro con gli amici.
30 luglio
Beograd. Tutta dedita alla capitale questa bella giornata! La prima tappa di questa mattina ha avuto come meta la villa del Maresciallo Tito, o meglio , gli alberi che circondano la residenza del Presidente amatissimo della Jugoslavia. Sarebbe stato bello poterlo avvicinare…La boscaglia è talmente fitta da non permettere nemmeno di vedere i contorni della villa. Ritornati in città, abbiamo visitato due chiese ortodosse e abbiamo assistito anche ad una celebrazione davvero suggestiva. La guida ha spiegato che, durante le funzioni, i fedeli rimangono sempre in piedi e tra le musiche sacre, vengono pure inseriti brani patriottici e l’inno nazionale. Ciò mi ha meravigliato. Un’altra cosa strana sono le candele, sottili come grissini. La parte più interessante di Belgrado è senza dubbio la città vecchia dalla quale si vede uno stupendo panorama. Qui si sente ancora la invisibile presenza degli antichi popoli che scelsero come loro dimora questo luogo ricco d’acqua e di terra feconda. A loro ricordo, sono rimaste le mura e alcuni edifici tra le cui pietre spunta un ciuffo d’erba e, qualche volta, anche un fiore. Tutta la città – vecchia e nuova –è immersa nel verde ed assume alcuni aspetti simili a Parigi. In uno dei tanti parchi, si è svolto uno spettacolo bandistico e tra i brani eseguiti ce n’erano alcuni tratti dall’Aida di Verdi. Nel pomeriggio , una bella sorpresa: un bagno nel Danubio, deliziosamente fresco.
31 luglio
Da Beograd a Skopje. Il pullman sta correndo verso Skopje, la città turca. La giornata è stata piuttosto faticosa ma interessante. Stamattina, ad una sessantina di km da Nisc, abbiamo visitato un antico monastero ortodosso, sorprendente per l’imponenza delle mura e per l’ottima conservazione degli antichi affreschi contenuti nella chiesetta attigua. Nel pomeriggio, una breve visita alla Torre dei Cranii…narra la storia che durante la guerra tra Serbi e Turchi, nonostante l’eroismo dei Serbi, ebbero la meglio i Turchi. Il loro comandante ordinò che, come segno di vittoria, venissero uccisi i capi dei Serbi e che le loro teste, previa scorticatura, venissero disposte in 14 file e infisse nella torre della città. Che storia macabra! La Jugoslavia mi piace sempre di più. Rimpiango di non conoscere la lingua per poter parlare con la gente, conoscere il modo di vivere, sapere se sono contenti. Il caldo è sempre notevole e la temperatura media è di 35 gradi.
1 agosto
Skopje. La visita alla città è iniziata dal quartiere ricostruito dopo il terremoto del 1963. Le case sono prefabbricate e circondate da alberi e fiori di ogni genere. I bambini sono numerosi: ci hanno accolti con gioia…forse perché diamo loro caramelle e cioccolato…Alcuni edifici di Skopie – per testimoniare l’entità del terremoto che fece 3000 vittime –sono stati lasciati tali e quali. L’orologio della stazione, ad esempio, segna ancora le cinque e venti, ora del sisma. Assai bello un tempio greco ortodosso sotterraneo al quale si accede mediante una scaletta a chiocciola. Le pareti sono intagliate in legno e rappresentano episodi della Bibbia e della vita di Gesù. Per il completamento dell’opera, sono occorsi 12 anni. Siamo entrati anche in una moschea, a piedi nudi, per rispetto del luogo sacro. E’ la prima volta che sento parlare di religione musulmana. Prima di lasciare la città, abbiamo visitato il luogo più caratteristico: il mercato, un luogo bellissimo, profumato e colorato.
( termina qui il mio diario dedicato alla Jugoslavia)