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Nemtsov: l’Ucraina e la Cecenia

Il 27 febbraio scorso nel centro di Mosca è stato ucciso Boris Nemtsov – popolare uomo politico russo. Fu vicepremier del governo di Boris El’cin e deciso oppositore di Vladimir Putin e Ramzan Kadyrov.

Tre ore prima di venire ucciso Boris Nemtsov aveva parlato alla radio "Eco di Mosca", invitando gli ascoltatori alla marcia di "Primavera" prevista il primo marzo per chiedere la fine all’aggressione contro l’Ucraina, il decentramento del potere e la riduzione delle spese militari, nonché il rilascio di tutti i prigionieri politici. 

Secondo il nostro partner Caucasian Knot, le denunce di Nemtsov sul coinvolgimento russo nella guerra ucraina risalgono però a molto tempo fa. Già nel maggio 2014 Nemtsov aveva inviato una lettera al capo dell’ufficio di sicurezza federale russo (FSB) Alexander Bortnikov con la richiesta di indagare sugli attraversamenti del confine russo-ucraino da parte di uomini armati, i quali, a suo parere erano da ricondurre a forse di sicurezza cecene.

Sempre nel maggio scorso Caucasian Knot riferiva la notizia di diverse decine di ceceni morti nei combattimenti nella nella regione di Donetsk.

Nemtsov aveva anche sistematicamente criticato il capo della Cecenia Ramzan Kadyrov per le sue dichiarazioni volte a negare ogni partecipazione organizzata di unità speciali cecene nella guerra in Donbas.

La sua morte certamente ricorda da vicino quella di altre figure scomode come Anna Politkovskaia la giornalista conosciuta in particolare per i suoi reportage sulla Cecenia e per la sua vigorosa opposizione a Vladimir Putin.

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