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Ci ha lasciati Mira Furlan

Mira Furlan, una delle attrici più famose del panorama cinematografico della ex Jugoslavia, è morta nella notte del 20 gennaio all’età di 66 anni.

Nata a Zagabria il 7 settembre del 1955, figlia di docenti universitari ha seguito studi di recitazione e canto. E’ stata membro del Teatro Nazionale di Zagabria e la si ricorda per numerose apparizioni in produzioni per la televisione quanto in numerosi film. Tra i primi, il dramma “Klipklop” (1982) del regista Antun Vrdoljak dove la Furlan ha recitato accanto a Rade Šerbedžija, il dramma romantico “Za sreću je potrebno troje” (Three for Happiness) diretto da Rajko Grlić e il famoso film di Emir Kusturica “Papà è in viaggio d’affari” Palma d’Oro a Cannes nel 1985.

Sposata con il regista serbo Goran Gajić, a seguito dell’inizio delle guerre di dissoluzione della ex Jugoslavia, nel 1991 decide di trasferirsi con la famiglia negli Stati Uniti. Qui ha cominciato a emergere in produzioni internazionali. Dopo aver vestito i panni dell’ambasciatrice Delenn nella serie Tv “Babylon 5”, ha acquisito fama internazionale entrando nel 2004 nel cast della serie televisiva “Lost”, considerata una delle migliori serie Tv di tutti i tempi che ha anche ottenuto vari premi tra cui un Golden Globe e tre Emmy Awards.

Stanca di vivere alle Hawaii, dove è stata girata la serie nell’arco di sei anni, dopo le prime 4 stagioni decide di tornare alla sua residenza per dedicarsi ad altri lavori. Ha in seguito collaborato con diversi registi dei paesi della regione dei Balcani occidentali, come con Danis Tanović nel film "Cirkus Columbia", ma anche con il regista italiano Sergio Castellitto, “Venuto al Mondo” (2012), ambientato a Sarajevo durante e dopo l’assedio, tratto dal romanzo di Margaret Mazzantini vincitore del Premio Campiello 2009.

Nel post su Twitter che ne ha annunciato la morte, le toccanti parole di Mira Furlan:

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Brevi

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    27/08/2024, Redazione -

  • Lo sport è spesso un grande generatore di storie di riscatto individuale e sociale, e le Olimpiadi di Parigi non hanno fatto eccezione. Tra le tante storie, quella di Božidar Andreev però si fa notare. 

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