Dopo più di due decenni di transizione postbellica, gli Stati nati dalla dissoluzione della Jugoslavia sembrano destinati a non liberarsi dalle sabbie mobili di endemiche crisi politiche, economiche e sociali, corroborate da deboli istituzioni preda di politici autocratici, alti livelli di corruzione, disoccupazione dilagante e continue tensioni etnico-religiose.
Le politiche per l’ingresso delle fragili democrazie balcaniche nell’Unione Europea sono state progressivamente diluite nella mancanza di chiare e realistiche prospettive di adesione, mentre altri paesi, non da ultimo la Russia, hanno dilatato la propria influenza geopolitica e i cittadini hanno manifestato delusione e malcontento con forme organizzate di protesta, dimostrazioni di piazza ed emigrazione.
Il volume ricostruisce l’evoluzione dell’enorme investimento internazionale messo in campo a sostegno dei processi di costruzione della pace nella regione dei Balcani discutendone luci e ombre, dall’ascesa dell’intervento, caratterizzato dall’ottimismo delle aspettative, al declino seguito a una fase di incertezza e di stallo che ha avviato ciniche azioni più propense ad affermare forme di stabilità istituzionale che a onorare ideali e finalità che avevano motivato l’impegno internazionale.
L’autore ne parla con Elena Baracani, dell’Università di Bologna e Luisa Chiodi, direttrice di OBC Transeuropa.
Roberto Belloni è professore ordinario di Scienza politica all’Università degli Studi di Trento ed è titolare della cattedra Jean Monnet The European Union and the Western Balkans: Enlargement and Resilience. Ha svolto attività di ricerca e insegnamento alle Università di Denver, Harvard, Queens di Belfast e Johns Hopkins di Bologna. Fra le sue ultime pubblicazioni, le curatele di Fear and Uncertainty in Europe (con V. Della Sala e P. Viotti; Palgrave Macmillan, 2019) e Stabilization as the New Normal in International Interventions. Low Expectations? (con F. N. Moro; Routledge, 2020).
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Centro Amilcar Cabral