Georgia, stretta sugli stranieri scomodi

La stretta delle autorità georgiane sui diritti tocca oggi anche i cittadini stranieri: alcuni sono stati espulsi per aver appoggiato le manifestazioni antigovernative, mentre altri vengono respingi ai confini, compreso un rappresentante diplomatico dell’Unione europea

26/06/2025, Marilisa Lorusso -

Georgia-stretta-sugli-stranieri-scomodi

© ArtWell/Shutterstock 

Dopo mesi di detenzione, Temur Katamdze, il “portatore di bandiera” di Batumi è stato espulso. Il suo attivismo politico non ha certo aiutato la sua causa di richiedente asilo, e l’11 giugno, senza nemmeno potersi accomiatare dalla moglie, è stato deportato in Turchia, dove dichiarava di essere in pericolo.

Ma non è un caso singolo: in Georgia essere stranieri e avere un profilo politicamente attivo sta rendendo il soggiorno nel territorio del paese sempre più difficile.

Le espulsioni di stranieri

Tra novembre 2024 e aprile 2025 , il ministero degli Interni della Georgia ha intensificato significativamente la repressione dei cittadini stranieri, in concomitanza con le diffuse proteste antigovernative e pro-UE.

Secondo i dati ufficiali, in questo periodo sono stati espulsi dalla Georgia 430 cittadini stranieri, con un aumento del 126% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il ministero ha confermato che 91 persone sono state espulse solo tra novembre e dicembre 2024, nel pieno delle manifestazioni contro il passo indietro sull’integrazione europea, che hanno ormai superato i 200 giorni ininterrotti.

Altri 96 cittadini stranieri sono stati espulsi nell’aprile 2025, sebbene il governo non abbia chiarito se questi individui fossero collegati alle proteste. Altre 51 espulsioni sono state registrate fra maggio e inizio giugno .

Le persone espulse provenivano da una vasta gamma di paesi. Il ministero ha dichiarato che alle persone espulse è stato vietato il rientro in Georgia, con alcuni divieti d’ingresso che possono arrivare fino a venti anni a seconda della gravità del reato.

Gli emendamenti legislativi proposti, attualmente all’esame del Parlamento dominato dal Sogno Georgiano, mirano a inasprire ulteriormente le leggi sull’immigrazione.

Tra questi, l’ampliamento dei motivi di espulsione, l’introduzione della raccolta di dati biometrici per i migranti irregolari e l’introduzione di nuove sanzioni amministrative contro gli stranieri che partecipano a raduni pubblici o presumibilmente insultano personaggi politici.

Tra le modifiche più controverse c’è l’inclusione di violazioni amministrative minori – come il teppismo minorile, la disobbedienza alle forze dell’ordine o la partecipazione a proteste – con divieto di rientro di tre anni.

Gruppi per i diritti civili e osservatori internazionali hanno criticato queste misure, definendole politicamente motivate ed eccessive, soprattutto considerando le dure conseguenze legali imposte ai manifestanti.

I respingimenti al confine

La Georgia sta negando sempre più spesso l’ingresso a giornalisti, attivisti e difensori dei diritti umani, spesso senza una chiara giustificazione. Il 16 settembre 2024, al giornalista bielorusso Andrei Mialeshka , residente in Georgia dal 2021 dopo essere fuggito dalla persecuzione politica, è stato negato il rientro dopo un viaggio in Polonia.

Trattenuto con la figlia all’aeroporto di Kutaisi, gli è stato confiscato il passaporto e gli è stato comunicato che non poteva presentare domanda di protezione internazionale. Gli esperti in diritti umani hanno smentito tale affermazione, sostenendo che una richiesta verbale o scritta sarebbe stata sufficiente. Reporter Senza Frontiere (RSF) ha definito l’espulsione ingiustificata.

Solo un giorno dopo, il 17 settembre, anche il giornalista armeno Arsen Kharatyan, ex consigliere del primo ministro armeno Nikol Pashinyan e fondatore e caporedattore di una piattaforma mediatica indipendente bilingue georgiano-armena Aliq Media con sede a Tbilisi è stato respinto .

Nonostante vivesse in Georgia da oltre cinque anni e promuovesse attivamente il dialogo democratico nella regione, gli è stato negato l’ingresso senza alcuna spiegazione. Kharatyan ha ipotizzato la potenziale influenza di potenze straniere o intimidazioni pre-elettorali.

Il 22 ottobre, al giornalista ceco Ray Baseley è stato negato l’ingresso . Aveva seguito le proteste in Georgia contro la controversa legge sugli agenti stranieri. Il respingimento è basato sulla generica causa di “altri casi previsti dalla legislazione georgiana”.

Nel marzo 2025, altri due dinieghi. L’attivista lituana per i diritti umani Regina Jegorova-Askerova, Direttrice regionale per il Caucaso meridionale di Kvinna till Kvinna (Donne per le Donne), un’organizzazione svedese per i diritti delle donne, residente permanente in Georgia da 15 anni e la cui famiglia è ancora lì, è stata respinta il 20 marzo .

Pochi giorni dopo il fotoreporter francese Jérôme Chobeaux, che aveva ampiamente seguito le manifestazioni pro-UE a Tbilisi, è stato bloccato all’aeroporto e rimpatriato. RSF ha condannato fermamente l’atto, attribuendolo alla sua copertura critica delle proteste.

L’8 maggio, anche all’attivista bielorusso Dmitry Grinkevich, attivo nella diaspora bielorussa di Adjara e che aveva documentato le proteste insieme a Mialeshka, è stato vietato il rientro dopo un breve viaggio in Armenia. Ha descritto di essere stato maltrattato dalle guardie di frontiera georgiane e trattenuto prima di ricevere un formale diniego di ingresso.

Niente Georgia anche per il britannico Will Neal , residente nel paese dal 2022, al suo ritorno dal Regno Unito e dall’UE. RSF ha condannato la mossa, sottolineando una costante campagna per mettere a tacere le voci dissidenti. A metà giugno è toccato a Marylise Vigneau, fotografa francese frequentemente in Georgia.

L’allerta

Il 21 maggio è stato negato l’ingresso all’aeroporto internazionale di Tbilisi a Simon Vanderbroucke, diplomatico dell’UE e funzionario del programma di allargamento.

La delegazione UE ha dichiarato che tale azione violava la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche. Una nota diplomatica formale è stata inviata al ministero degli Affari Esteri della Georgia e il governo georgiano ha rilasciato delle scuse verbali, assicurando che Vanderbroucke sarà il benvenuto.

Il vice ministro degli Interni del Sogno Georgiani Aleksandre Darakhvelidze ha attribuito l’incidente a un problema tecnico e ha sottolineato che non si trattava di un’azione intenzionale. Si tratta del primo caso noto di rifiuto di ingresso in Georgia a un diplomatico dell’UE .

Il 29 maggio, l’ambasciata polacca a Tbilisi ha emesso un avviso di viaggio per i cittadini polacchi di potenziali dinieghi d’ingresso in Georgia, evidenziando fattori di rischio come la partecipazione a proteste in corso o attività correlate sui social media.

L’ambasciata ha ricordato ai viaggiatori che le autorità georgiane hanno il diritto sovrano di negare l’ingresso anche a coloro che sono in possesso di validi permessi di soggiorno georgiani. Ha inoltre avvertito che gli stranieri presumibilmente coinvolti in manifestazioni potrebbero incorrere in multe significative, che saranno tenute a pagare al momento del rientro.

L’ambasciata francese ha emesso un avviso simile, esortando i propri cittadini a valutare attentamente qualsiasi potenziale fattore di rischio.