Adesione UE, la Moldova procede spedita

La Commissione europea conferma che il ritmo sostenuto di Chișinău nel far avanzare il lavoro tecnico permette di ipotizzare che "entro fine dell’anno" si possano aprire tutti i capitoli negoziali, con l’obiettivo di "completare il lavoro entro la fine del 2027"

14/07/2025, Federico Baccini - Bruxelles

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Bandiere della Moldova e dell'UE - © Alexey Struyskiy/Shutterstock

Mentre Montenegro e Albania si contendono il titolo di "capofila" dei Paesi che aspirano a fare ingresso nell’Unione europea, senza attirare grande attenzione tra i media, la Moldova sta procedendo a ritmo serrato lungo il suo percorso di adesione.

Una velocità così sostenuta che, "se guardiamo ai Balcani occidentali, è due o tre volte maggiore, persino rispetto all’Albania, che è quella che sta progredendo più velocemente nella regione", ha reso noto Gert Jan Koopman, direttore generale della DG ENEST (la direzione della Commissione europea responsabile della politica di allargamento).

Parlando a un evento  organizzato dal think tank Bruegel a Bruxelles, alla presenza del primo ministro moldavo Dorin Recean, Koopman ha fornito indicazioni precise non solo sullo stato dei negoziati con Chișinău, ma anche sulle prospettive future "se questo ritmo continuerà come abbiamo visto nell’ultimo anno e mezzo".

Anche se la strada da percorrere è ancora lunga e "non ci sono scorciatoie", il Paese candidato potrebbe allinearsi all’acquis dell’UE e portare a termine i negoziati di adesione nel giro di pochi anni. Tanto che, "non è irrealistico ipotizzare che, tecnicamente, potremmo completare il lavoro entro la fine del 2027, forse anche un po’ prima".

Le basi dell’ottimismo di Bruxelles

Secondo le parole del numero uno della politica di allargamento della Commissione, è la volontà della Moldova di riformarsi a rendere le istituzioni dell’UE "incredibilmente determinate" a vedere Chișinău progredire con successo. "Non ci sono molti governi così filoeuropei e motivati a modernizzarsi" come quello guidato dal primo ministro Recean, ha spiegato il direttore generale della DG ENEST.

Per quanto riguarda il calendario dei lavori, "il 2025 è l’anno in cui intendiamo aprire tutti i capitoli negoziali", ha messo in chiaro Koopman. Per realizzare questo obiettivo è necessario soddisfare due condizioni. In primo luogo, il lavoro tecnico deve essere completato "entro settembre", secondo una tabella di marcia concordata con il governo di Chișinău, che richiederà "ancora alcuni mesi di lavoro incredibilmente intenso". In secondo luogo, il Consiglio dell’UE (dove siedono i rappresentanti dei 27 governi) deve aprire formalmente i negoziati con un voto all’unanimità di tutti gli Stati membri.

È qui che lo sprint potrebbe incontrare un grosso ostacolo. Perché il dossier di adesione all’UE della Moldova è accoppiato a quello dell’Ucraina, che a sua volta è costantemente minacciato di essere bloccato dal veto dell’Ungheria di Viktor Orbán. Koopman ha ricordato che, al momento, a Bruxelles si vuole far avanzare entrambi i Paesi allo stesso ritmo e non lasciare indietro l’Ucraina "nonostante i suoi buoni risultati".

Tuttavia, va ricordato che accoppiare i percorsi di adesione di due Paesi candidati "è un costrutto politico deciso in seno al Consiglio". Ecco perché, tenendo presente che "non possiamo più permetterci ritardi" nel processo di allargamento, non si può escludere la possibilità di uscire dalla ‘logica a pacchetto’ tra Ucraina e Moldova (così come già fatto con Albania e Macedonia del Nord, per esempio), se un blocco di Budapest a Kyiv dovesse compromettere anche i progressi di Chișinău.

In ogni caso, la Commissione prevede che questa fase del processo di adesione della Moldova possa essere completata "entro la fine dell’anno". Una volta finalizzato il lavoro tecnico e aperti i capitoli negoziali, il passo successivo sarà "colmare le lacune" rimaste nell’allineamento all’acquis dell’UE, per chiudere velocemente i capitoli stessi.

"Non stiamo parlando di cinque o dieci anni", ha ribadito il direttore generale della DG ENEST, spiegando che il processo potrebbe procedere "forse al doppio della velocità" rispetto a qualsiasi altro Paese candidato. Su questa base, la fine del 2027 è un obiettivo "realizzabile" per il completamento dei negoziati, prima di chiedere agli Stati membri "se sono pronti a concedere l’adesione alla Moldova".

Lo stato dei negoziati UE-Moldova

La Moldova ha presentato la domanda formale di adesione all’Unione europea il 3 marzo 2022, una settimana dopo l’inizio dell’invasione russa in Ucraina. Il 23 giugno dello stesso anno, i 27 leader dell’UE hanno approvato la raccomandazione della Commissione di concedere a Chișinău lo status di Paese candidato, mentre il via libera all’avvio dei negoziati di adesione è arrivato il 14 dicembre 2023.

A seguito dell’approvazione dei quadri negoziali da parte del Consiglio, le prime conferenze intergovernative si sono tenute il 25 giugno 2024 e ora si attende solo l’apertura dei negoziati sul primo gruppo di capitoli negoziali.

Come riconosciuto dal Consiglio, Chișinău continua a compiere progressi nella riforma della giustizia, nella lotta alla corruzione e nell’attuazione del piano d’azione sulla deoligarchizzazione. Allo stesso tempo, occorre rafforzare le capacità amministrative e istituzionali a tutti i livelli, mentre il proseguimento delle riforme economiche trasformative, il rafforzamento della cooperazione settoriale e l’approfondimento dell’integrazione nel mercato interno dell’UE rimangono sfide economiche importanti.

A partire dall’autunno dello scorso anno, la Commissione ha avviato il processo di screening del livello di preparazione del Paese candidato per poter raccomandare l’apertura dei negoziati di adesione.

La commissaria per l’Allargamento, Marta Kos, ha confermato a fine maggio che Moldova e Ucraina "sono pronte" per l’apertura del Cluster 1 – Fondamentali (i cinque capitoli dedicati a criteri economici, funzionamento delle istituzioni democratiche e riforma della pubblica amministrazione). Inoltre, la Commissione ha inviato al Consiglio due ulteriori valutazioni relative al Cluster 2 – Mercato interno e al Cluster 6 – Relazioni esterne, che richiedono l’approvazione all’unanimità dei 27 governi.