Allargamento UE: Marta Kos nel Caucaso meridionale
Dal 18 al 20 settembre la Commissaria europea per l’Allargamento e il Vicinato orientale Marta Kos ha effettuato un tour nel Caucaso meridionale, visitando l’Armenia e l’Azerbaijan ma escludendo la Georgia

Allargamento-UE-Marta-Kos-nel-Caucaso-meridionale
La commissaria UE Marta Kos in visita a Yerevan , Armenia © European Union, 2025, CC BY 4.0
In Azerbaijan
Il 18 settembre Marta Kos ha incontrato il presidente azero Ilham Aliyev. Si è congratulata per i progressi nel processo di pace con l’Armenia, ribadendo il sostegno dell’UE alla normalizzazione e allo sminamento. Aliyev ha sottolineato i progetti di connettività in particolare lo sviluppo delle infrastrutture stradali e ferroviarie, e ha ricordato che il gas azero raggiunge attualmente 10 Paesi europei (otto membri UE). Entrambe le parti hanno rimarcato l’aumento dei volumi di merci trasportate dall’Asia Centrale all’Europa attraverso il Corridoio di Mezzo.
La Kos ha incontrato il ministro dell’Economia Mikayil Jabbarov per gli investimenti nei settori energia, economia digitale, trasporti e settore privato nell’ambito della strategia europea Global Gateway . È stato discusso l’Accordo di finanziamento UE-Azerbaijan per sostenere lo sviluppo sostenibile e la Commissaria e il ministro hanno convenuto di istituire un Gruppo di lavoro economico di alto livello per sfruttare nuove opportunità di mercato, commercio e investimenti.
Con il ministro degli Esteri Jeyhun Bayramov, Kos ha affrontato l’agenda di cooperazione: energia, rotte di trasporto, energie rinnovabili, ambiente e lotta al cambiamento climatico. Anche Bayramov ha illustrato i progressi derivanti dall’accordo raggiunto a Washington.
Il 19 settembre la Commissaria ha visitato il distretto di Ağdam insieme a Emin Huseynov, rappresentante presidenziale per Ağdam, Füzuli e Khojavend, e ai tecnici dell’Agenzia nazionale per lo sminamento (ANAMA). Kos ha osservato direttamente le operazioni di bonifica nel villaggio di Sarijali, inclusa una detonazione controllata.
Secondo i dati ufficiali, dal novembre 2020 al 17 settembre 2025 sono stati bonificati 227.713 ettari nelle regioni del Karabakh e dello Zangezur, rimuovendo 209.168 ordigni, tra cui 38.600 mine antiuomo, 22.192 mine anticarro e 148.376 residuati inesplosi. Le operazioni impiegano sminatori, veicoli meccanici specializzati e cani addestrati. L’UE e i suoi Stati membri sono i principali donatori esteri per lo sminamento con un contributo fino a 23 milioni di euro.
In Armenia
Il 19 settembre la Commissaria europea si è poi recata in Armenia. Il primo incontro è stato con il Vice Primo Ministro Mher Grigoryan. In una conferenza congiunta, Grigoryan ha evidenziato il rafforzamento qualitativo delle relazioni Armenia-UE negli ultimi anni, in particolare l’importanza dell’Accordo di partenariato globale e rafforzato (CEPA) come quadro per le riforme democratiche ed economiche del Paese, affermando che l’UE è un partner affidabile nel sostenere resilienza socio-economica, riforme istituzionali e stabilità regionale.
Grigoryan ha inoltre ribadito l’impegno di Yerevan per l’agenda di connettività regionale, richiamando gli accordi raggiunti a Washington e Bruxelles, compreso l’Accordo di pace e la Dichiarazione congiunta, che aprono prospettive per l’armeno “Crossroads of Peace” e il progetto americano TRIPP, Trump Route for International Peace and Prosperity, entrambi in linea con l’europea Global Gateway.
È stata anche sottolineata l’importanza del processo di liberalizzazione dei visti, già avviato. Il Vicepremier ha annunciato l’avvio del nuovo dialogo politico di alto livello, che permetterà di discutere l’attuazione del piano Resilience and Growth, approvato dall’UE nell’aprile 2024 e basato su un sostegno di bilancio multisettoriale.
Marta Kos ha confermato che l’Unione Europea destinerà oltre 200 milioni di euro all’Armenia nella seconda fase del piano Resilience and Growth, fondi destinati a connettività, resilienza e sviluppo imprenditoriale. Ha ricordato che dal 2021 sono già stati mobilitati più di 2,5 miliardi di euro di investimenti per l’Armenia.
La Commissaria ha ribadito che la pace resta una priorità assoluta, essendo condizione fondamentale per crescita e stabilità. Ha inoltre inserito l’Armenia nella più ampia agenda di connettività internazionale Europa-Asia Centrale attraverso il Caucaso meridionale.
Kos ha poi incontrato il Primo Ministro Nikol Pashinyan, che ha ringraziato l’UE per il ruolo cruciale nel supporto al programma di riforme. Pashinyan ha sottolineato la rilevanza dell’aiuto europeo nella diversificazione economica, nello sviluppo delle infrastrutture di trasporto e nel rafforzamento delle PMI.
La Direzione generale per l’allargamento e il vicinato orientale della Commissione europea ha pubblicato un comunicato stampa sulle visite effettuate dalla Commissaria. Un viaggio di spessore che ha portato alla luce le priorità di intervento europeo in Caucaso: in Azerbaijan, energia e rinnovabili, trasporti, e sminamento; in Armenia, riforme democratiche, connettività regionale e sostegno economico diretto.
Georgia, la reietta
Grande assente in questo quadro la Georgia, unico Paese candidato UE della regione ma rigorosamente evitata.
La scelta ha suscitato forti critiche a Tbilisi: il sindaco della capitale, Kakha Kaladze, ha accolto la notizia con tono polemico, affermando che “più lontani restano tali burocrati, meglio è per il Paese”. Kaladze ha accusato , come consueto, Bruxelles di ricatti e pressioni per aprire un “secondo fronte” contro la Russia e di imporre sanzioni.
Oltre che esclusa dal viaggio regionale, al ministero degli Esteri georgiano non è pervenuto l’invito a partecipare il 20 ottobre al meeting organizzato dall’UE dei ministri degli Esteri dell’Asia centrale e del Mar Nero a Lussemburgo.
La Georgia è sempre più la reietta fra gli ex-partner occidentali. Il 19 settembre il Comitato Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato un emendamento da includere nello State Department Authorization Act di non riconoscimento del governo georgiano. L’emendamento, promosso dal deputato Joe Wilson stabilisce che nessun funzionario o fondo federale possa legittimare il riconoscimento ufficiale dell’attuale governo del Sogno Georgiano. Lo State Department Authorization Act, introdotto l’11 settembre fornisce linee guida politiche e finanziarie al Dipartimento di Stato e dovrà essere approvato da Camera, Senato e firmato dal Presidente.
L’emendamento è stato inserito nella Sezione 313 relativa alla Georgia, che riafferma anche il non riconoscimento di Abkhazia e Ossezia del Sud, i due secessionisti sponsorizzati e riconosciuti da Mosca. L’adozione dell’emendamento è stata schiacciante. Rimane invece sospesa l’adozione del MEGOBARI Act , già approvato alla Camera ma bloccato dal senatore Markwayne Mullin al senato.
Altre sanzioni internazionali
Il Foreign, Commonwealth & Development Office del Regno Unito ha annunciato nuove sanzioni contro sostenitori della guerra russa in Ucraina, in qualche modo legati alla Georgia.
Due petroliere, parte della “shadow fleet” che trasporta il petrolio russo, sono state sanzionate per il trasporto di petrolio russo al porto di Batumi: sarà vietato loro l’accesso ai porti e al registro navale britannico.
Colpiti anche il politico e magnate dei media Levan Vasadze, accusato di diffondere disinformazione filorussa, e l’imprenditore Otar Partskhaladze, già sotto sanzioni americane e per cui sono state adottate misure ad personam. Il Regno Unito ha imposto oltre 2800 sanzioni contro la Russia, incluse quelle in Georgia.











