Georgia, elezioni amministrative con risultati bulgari
Con un’affluenza del 40% e con il boicottaggio pressoché totale dell’opposizione, il partito di governo Sogno georgiano ha stravinto le elezioni amministrative in Georgia del 4 ottobre scorso, raggiungendo percentuali bulgare

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Tbilisi, Georgia – 4 ottobre 2025: manifestanti con bandiere georgiane si radunano in Piazza della Libertà dopo le elezioni © hkoca/Shutterstock
Le elezioni locali del 4 ottobre in Georgia si sono concluse con una vittoria schiacciante del partito di governo Sogno Georgiano, che ha conquistato la maggioranza in tutti i 64 municipi del Paese. Secondo i risultati della Commissione Elettorale Centrale (CEC), con lo scrutinio completato in tutti i 3.061 seggi, il partito ha ottenuto l’81,68% dei voti a livello nazionale. In numerosi distretti, specialmente dove le opposizioni hanno scelto il boicottaggio, i candidati del Sogno correvano senza rivali, raccogliendo percentuali superiori all’80% e raggiungendo in alcuni casi il 90-100%.
L’affluenza complessiva si è fermata al 40,93%, in calo rispetto al 51,92% registrato alle precedenti municipali del 2021. La partecipazione è stata particolarmente bassa nella capitale Tbilisi, dove ha votato appena il 31,08% degli aventi diritto. Qui il sindaco uscente Kakha Kaladze, figura di spicco del Sogno, ha vinto con il 71,55% dei voti, seguito da Irakli Kupradze (coalizione Lelo – Georgia Forte e Per la Georgia).
A livello nazionale, i risultati proporzionali vedono Sogno Georgiano seguito da Lelo al 6,78%, Per la Georgia (di Giorgi Gakharia) al 3,87%, Girchi al 3,29%, e Conservatori per la Georgia al 2,76%. Tutti gli altri partiti non hanno superato l’1%. In calo nelle preferenze i pochi partiti di opposizione che non hanno boicottato il voto.
È mancato il monitoraggio internazionale per cui risultano difficilmente attestabili le accuse di brogli da parte dell’opposizione. La CEC ha invece dichiarato che la giornata elettorale si è svolta in modo tranquillo e sicuro, con 24 reclami ufficiali, principalmente su irregolarità minori legate alle procedure di voto e all’uso di foto o video nei seggi.
La leadership di Sogno Georgiano, compreso l’ex premier e fondatore Bidzina Ivanishvili, ha celebrato la vittoria definendola impressionante e sostenendo che la saggezza del popolo georgiano ha prevalso.
La non svolta nelle proteste
Durante il voto decine di migliaia di manifestanti si sono riuniti nel centro di Tbilisi, bloccando viale Rustaveli e piazza della Libertà, in quella che è stata descritta come la più ampia mobilitazione dalla fine del 2024.
Nel contesto delle proteste che durano da più di 300 giorni si è inserita l’iniziativa del tenore Paata Burchuladze, che negli scorsi mesi ha proposto un trasferimento pacifico del potere dall’attuale influenza esercitata dal leader de facto Bidzina Ivanishvili ad un governo tecnico.
Secondo le intenzioni degli organizzatori della manifestazione, questa doveva rappresentare una svolta nella strategia di protesta e potenzialmente una rivoluzione pacifica, paragonabile a quanto avvenuto in Armenia. Burchuladze aveva fissato la data del 4 ottobre come giorno della mobilitazione e aveva prospettato la partecipazione di 200–300 mila persone e la costituzione di un governo tecnico di transizione. Ha inoltre affermato che le funzioni statali essenziali (sanità, pagamenti pensionistici, ordine pubblico) sarebbero rimaste operative durante la transizione.
Dopo che l’autoproclamatasi “Assemblea nazionale” riunita in piazza ha dichiarato l’illegittimità del governo, ribadendo che “tutto il potere appartiene al popolo”, una parte dei manifestanti ha cercato di assaltare il Palazzo Orbeliani, residenza presidenziale. Le forze di sicurezza hanno risposto con idratanti e gas lacrimogeni, contenendo gli assalti e impedendo ulteriori avanzate.
Il tentativo di presa del palazzo è stato un fallimento, e sull’intera operazione la stessa opposizione aveva in precedenza espresso perplessità. Totalmente critica la presidente uscente Salomè Zourabichvili, che l’ha definita un’operazione per screditare le proteste pacifiche.
Anche i partiti d’opposizione Per la Georgia e Droa si sono mostrati scettici, valutando il progetto incerto o rischioso. Levan Khabeishvili del Movimento Nazionale Unito aveva invece appoggiato pubblicamente, tempo fa, l’iniziativa. Khabeishvili è stato poi arrestato l’11 settembre con l’accusa di tentata corruzione per ave offerto del denaro alla polizia perché non caricasse i manifestanti durante la rivoluzione pacifica.
Nei giorni immediatamente precedenti al 4 ottobre sono emersi anche elementi relativi ai piani di risposta all’assalto: Irakli Nadiradze ha diffuso un documento attribuito al Dipartimento delle Operazioni Speciali che, secondo l’opposizione, elencava il dispiegamento di unità (Polizia di Frontiera, Polizia di Sicurezza, Polizia Criminale, Ispezione Generale) e misure speciali per la mobilitazione in Viale Rustaveli.
Insomma, per questo mancato colpo di stato sembra fosse più preparato il governo che gli organizzatori.
Le autorità hanno proceduto a vari fermi: entro la mattina del 5 ottobre sono stati fermati Burchuladze, prelevato in ospedale (si era sentito male durante la manifestazione) e altri quattro co-organizzatori; il Ministero dell’Interno ha avviato un’indagine per “rovesciamento violento dell’ordine costituzionale”, e il 6 ottobre sono stati formalizzati i capi di imputazione. Già una decina i fermati e il numero è probabilmente destinato a salire.
Le reazioni
Il 5 ottobre 2025, l’Alto rappresentante dell’Unione Europea Kaja Kallas e la Commissaria per l’Allargamento Marta Kos hanno diffuso una dichiarazione sull’esito delle elezioni. Le due rappresentanti hanno espresso preoccupazione per il periodo di estesa repressione che ha preceduto il voto e hanno chiesto calma e moderazione nel periodo post-elettorale.
Secondo Kallas e Kos, la mancata convocazione in tempo utile degli osservatori internazionali, in particolare dell’OSCE/ODIHR, ha compromesso la trasparenza del processo elettorale. Le autorità dell’UE hanno ribadito l’importanza di garantire i diritti di assemblea ed espressione e hanno invitato tutte le parti a evitare la violenza, sottolineando la necessità di un dialogo inclusivo e costruttivo tra forze politiche e società civile. Hanno inoltre condannato le campagne di disinformazione contro l’Unione Europea e il suo ambasciatore a Tbilisi, Paweł Herczyński, definendo inaccettabili gli attacchi personali rivolti al diplomatico, indicato dal Sogno come un sobillatore.
Esponenti del Sogno Georgiano, il 7 ottobre, hanno tenuto una conferenza stampa in cui hanno accusato i diplomatici occidentali di interferenze negli affari interni e di agire sotto l’influenza del cosiddetto "stato profondo". Il complottismo relativo allo stato profondo è diventato il passe-partout che spiega in tutti i contesti perché i rapporti con l’Unione Europea sono precipitati ai minimi livelli.
Il capogruppo parlamentare Irakli Kirtskhalia ha dichiarato che l’espulsione degli ambasciatori sobillatori, pur richiesta – a suo dire – dall’opinione pubblica, sarebbe controproducente, ma ha parlato di “amicizia unilaterale” con l’Occidente finché l’Europa non sarà “liberata dall’influenza del deep state”.











