Kosovo, elezioni in tempo di crisi

Con la politica nazionale ancora in un vicolo cieco dalle elezioni politiche dello scorso febbraio, il prossimo 12 ottobre i cittadini del Kosovo tornano alle urne per le elezioni amministrative: un voto locale dalle importanti ricadute anche a livello centrale

09/10/2025, Mehmet Krasniqi Pristina

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© zmotions/Shutterstock

2.069.098 cittadini del Kosovo, inclusi 43.993 elettori dall’estero, si recheranno alle urne domenica 12 ottobre per eleggere i nuovi sindaci di 38 comuni, insieme ai loro rappresentanti nelle assemblee comunali.

Nel quadro di stallo politico a livello centrale che non accenna a risolversi, anche a otto mesi dalle elezioni parlamentari tenutesi il 9 febbraio scorso, l’analista politico Artan Muhaxhiri commenta il potenziale impatto delle elezioni locali. Secondo lui, con quella che definisce una leadership irresponsabile, nessuno può prevedere gli sviluppi futuri, nemmeno a breve termine.

Muhaxhiri, che è anche sociologo, sottolinea che i sondaggi mostrano chiaramente che il malcontento dei cittadini è generalizzato e, pertanto, a suo avviso, non sono facilmente prevedibili vincitori o vinti.

"Secondo uno scenario, se il Movimento Vetëvendosje (LVV) vincesse a Pristina e in un’altra importante municipalità, sarebbe motivato a cercare una soluzione rapida per capitalizzare il sostegno elettorale. Tuttavia, se la Lega Democratica del Kosovo (LDK) o il Partito Democratico del Kosovo (PDK) vincessero a Pristina e in altre città influenti, aumenterebbero la pressione su Albin Kurti e LVV, creando un reale timore di un’ulteriore perdita di potere", teorizza Muhaxhiri.

Nel frattempo, Sadri Rrmoku, Program Coordinator presso il Kosovo Institute for Local Governance (KLGI), sottolinea che i risultati elettorali spesso differiscono a livello locale e centrale. Tuttavia, si aspetta che la crisi politica raggiunga un epilogo subito dopo le elezioni locali.

"In genere, i risultati tra le elezioni locali e quelle centrali differiscono. Fortunatamente, credo che a livello locale abbiamo stabilito una sana alternanza democratica. La situazione a livello centrale è diversa, ma credo che, subito dopo le elezioni locali, la situazione di stallo politico a livello centrale si risolverà", sottolinea Rrmoku.

Alcuni analisti sostengono che la situazione di stallo di quest’anno abbia ampliato il divario tra il processo decisionale centrale e quello locale. Muhaxhiri osserva che, più che mai, ai candidati è stata data, o meglio imposta, autonomia nelle loro campagne. "In un certo senso, responsabilizzare i candidati può avere elementi positivi. Tuttavia, la mancanza di supporto logistico centrale causa un’improvvisazione che poi si riflette sulla governance", sottolinea Muhaxhiri.

"La situazione di stallo parlamentare e tutta la farsa che ne è seguita hanno distolto anche i politici locali dai preparativi per le elezioni del 12 ottobre", osserva ulteriormente Muhaxhiri.

La corsa serrata per la capitale

Si prevede una corsa serrata nella maggior parte dei comuni. Sadri Rrmoku del KLGI prevede che in molti casi i vincitori saranno determinati al secondo turno. "Credo che un numero molto elevato di comuni andrà al secondo turno", afferma, includendo Pristina in questa lista.

Nella capitale, che conta circa 230.000 residenti, il voto ha un peso straordinario, poiché il suo esito, secondo Muhaxhiri, determinerà molti destini politici. "Per la LDK, mantenere il potere è vitale, visto il terzo posto alle elezioni parlamentari. Una sconfitta indebolirebbe ulteriormente le speranze di ripresa. Una vittoria di LVV nella capitale darebbe ad Albin Kurti un importante impulso per il consolidamento del potere centrale, scosso dallo stallo istituzionale e da alleanze compromesse con i sostenitori internazionali del Kosovo. Per il PDK, guidare Pristina per la prima volta segnerebbe una tappa rivoluzionaria nel suo percorso", spiega Muhaxhiri.

Nel frattempo il PDK, afferma Muhaxhiri, si concentra sul mantenimento del governo a Prizren, Mitrovica e Ferizaj; così l’AAK a Gjakova, LVV a Gjilan e LDK a Peja.

"Tutti gli equilibri sono delicati e la vittoria non è garantita per nessuno. Il panorama post-elettorale creerà nuovi simboli, che rifletteranno la volontà dei cittadini e la realtà politica, ma è improbabile che i leader accettino la lezione", conclude.

Drenas turbolenta

A circa 40 chilometri dalla capitale, nella regione di Drenica, il comune di Drenas, con circa 50.000 abitanti, è una roccaforte del PDK da oltre 25 anni. Questa volta, il partito ha deciso di non ricandidare l’attuale sindaco, Ramiz Lladrovci, che nei nove anni di mandato è stato considerato un paladino di efficienza e trasparenza.

Lladrovci ha lanciato una propria iniziativa politica e, inevitabilmente, questa situazione ha diviso l’elettorato e complicato ulteriormente le previsioni.

"Non possiamo sapere esattamente cosa accadrà. Nessun risultato ci sorprende, visti gli sviluppi. Conosciamo la forza del PDK a Drenas e, allo stesso tempo, conosciamo la forza di Ramiz Lladrovci come candidato", afferma Sadri Rrmoku del KLGI.

Muhaxhiri osserva che non ricandidare Lladrovci è stata una scommessa azzardata. "La scissione costerà sicuramente caro al PDK a livello elettorale, e la sua leadership corre un grande rischio. Se Lladrovci dovesse vincere di nuovo, sarebbe una sconfitta morale per loro. Se il candidato del PDK, Petrit Hajdari, vincesse, ma perdesse una percentuale dei voti precedenti, la mossa non avrebbe comunque molto senso. Solo una vittoria convincente giustificherebbe la scelta della leadership", sottolinea Muhaxhiri.

Campagna elettorale

La campagna elettorale, iniziata il 13 settembre, è stata per lo più calma e con una retorica più morbida tra gli avversari rispetto a quattro anni fa. Nel quadro di stallo politico e istituzionale, l’attenzione dei partiti sulle battaglie politiche nei comuni del Kosovo è stata minore.

La campagna ha principalmente riproposto le promesse delle elezioni precedenti relative agli investimenti nelle infrastrutture di base, come l’accesso all’acqua potabile, la costruzione di strade e l’edilizia scolastica.