Fanculo USAID

A febbraio l’uomo forte della Republika Srpska, Milorad Dodik, ha attaccato in un lungo discorso il giornalista Aleksandar Trifunović accusandolo di essere al soldo di USAID e invitando la popolazione a linciarlo. Quel discorso è diventato una canzone-parodia: Jebo vas USAID [Fanculo USAID] e questo è il commento di Trifunović

22/10/2025, Aleksandar Trifunović - Banja Luka
Aleksandar Trifunović

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Aleksandar Trifunović

(Originariamente pubblicato da BUKA, il 21 ottobre 2025)

Nel febbraio di quest’anno, poco dopo la lettura della sentenza del Tribunale della Bosnia Erzegovina, Milorad Dodik, parlando davanti all’Assemblea popolare della Republika Srpska (NSRS), ha pronunciato una valanga di accuse disgustose anche sul mio conto.

La scena era del tutto surreale anche perché a fargli eco, tra il pubblico, c’era il più famoso pecoraio della Srpska, Zmaj od Šipova [un pastore diventato celebre per la partecipazione a diversi reality]. Così l’intera vicenda ha assunto una dimensione profondamente simbolica.

Dodik mi ha definito un mercenario al soldo di USAID, accusandomi, tra le altre cose, di distruggere la Republika Srpska.

Dopo una serie di insulti e affermazioni assurde, ha concluso il suo discorso isterico con un appello esplicito, invitando i cittadini a vendicarsi contro di me e contro i giornalisti di BN TV e del portale Capital. Un messaggio, manco a dirlo, agghiacciante.

I fatti potevano essere facilmente verificati: Buka e io non abbiamo mai ricevuto un soldo da USAID. Non sto cercando di distruggere la Republika Srpska, bensì di scrivere di quelli che la stanno devastando socialmente ed economicamente.

Ma chi se ne frega dei fatti?

Il mio amico Zoran Kesić, in una sua trasmissione, ha riassunto quel discorso bizzarro in una canzone heavy metal  Jebo vas USAID [Fanculo USAID], che è rimasta l’unico punto luminoso e divertente di quel periodo.

Per giorni Dodik ha continuato a mettermi alla gogna, collegando il mio nome a “centinaia di milioni di dollari arrivati da USAID”. Non c’è stata una trasmissione televisiva in cui non mi abbia attaccato direttamente, mostrando la mia foto e inventando bugie e accuse che non hanno assolutamente nulla a che fare con me. Come quella volta che la mia auto è stata graffiata e lui ha dichiarato di avere “informazioni” che siamo stati io e un mio collega a farlo.

È bizzarro che in tutti questi anni i miei più feroci detrattori siano stati proprio alcuni giornalisti, quella specie che si lascia facilmente coinvolgere in litigi e volentieri si unisce a campagne denigratorie. Paradossalmente, alcuni di questi giornalisti hanno lavorato per me.

Pur essendo ormai abituato a minacce e attacchi, la pressione di quei giorni era insopportabile. Solo una manciata di persone care al mio fianco, cari amici con cui ho parlato, hanno reso più sopportabile quella sensazione di assoluta solitudine e impotenza.

Migliaia di brutti scenari mi passavano per la testa e ognuno poteva avverarsi. Perché non si sa mai quando le bugie di una persona disumana possono essere comprese come un ordine e spingere qualche altro pazzo ad intervenire.

Il mio lavoro è una mia scelta.

Non mi sono mai lamentato e non lo farò nemmeno adesso.

Non volevo tornare sul tema, ma semplicemente lo devo fare.

Pochi giorni fa, una donna che ha lavorato per USAID, svolgendo anche attività di lobbying per la NATO, è stata nominata presidente ad interim della Republika Srpska.

Così la NSRS ha eseguito l’ordine di Dodik.

Željka Cvijanović si è vantata pubblicamente del suo trionfo e di aver esaudito i desideri dell’amministrazione americana, come una bambina che, tutta contenta, mostra il suo vasino dicendo: “Papà, guarda cosa ho fatto!”. Anche l’ambasciata americana a Sarajevo e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti hanno accolto con favore la nomina.

E ora cosa facciamo?

Non so voi, ma in questi giorni in cui la Republika Srpska è invasa da entusiasmo per gli Stati Uniti, essendo stato per anni tacciato di essere “un mercenario al soldo degli americani”, mi aspetto – come minimo – di ricevere da un’ex mercenaria americana e ora presidente ad interim della Srpska, o forse da Dodik stesso, la medaglia al merito di “veterano mercenario”.

Almeno questo.

E sì, fanculo USAID.

Vaffanculo.

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