Georgia, media limitati
A partire dal 2022, le autorità georgiane hanno imposto un controllo sempre più restrittivo sui media nel paese, rendendo sempre più difficile la vita e il lavoro ai giornalisti nel paese. Una stretta che negli ultimi mesi ha subito una drammatica accelerazione. Una rassegna

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Troupe televisiva filma le proteste Tbilisi, Georgia © EvaL Miko/Shutterstock
2022-2023
Nel 2022 il Parlamento georgiano ha approvato significative modifiche alla Legge sulla Radiodiffusione per allineare la legislazione nazionale alla Direttiva UE sui Servizi di Media Audiovisivi (AVMSD).
A legge emendata, una revisione giuridica condotta dagli esperti del Consiglio d’Europa nel febbraio 2023 ha evidenziato ulteriori numerose raccomandazioni, tra cui l’indipendenza dell’autorità di regolamentazione dei media.
Altre raccomandazioni si sono concentrate sulla gestione dei reclami, sulla responsabilità delle piattaforme di condivisione video e su regole più chiare per il rilascio di licenze e la sospensione dei servizi.
Il 19 ottobre 2023 il Parlamento georgiano ha approvato nuovi emendamenti alla Legge sulla Radiodiffusione, conferendo al governo maggiori poteri per impedire la trasmissione di programmi contenenti oscenità, incitamento all’odio e al terrorismo.
Le modifiche aumentano significativamente i poteri discrezionali della Commissione Nazionale Georgiana per le Comunicazioni (GNCC), che ora può imporre sanzioni per una più ampia gamma di violazioni. In precedenza tali questioni erano di competenza di organismi di autoregolamentazione all’interno delle emittenti.
Gli autori della legge, all’epoca sostenevano che fosse in linea con le raccomandazioni della Commissione Europea e mirasse a creare un meccanismo efficace per prevenire i contenuti dannosi, in particolare con l’avvicinarsi dell’integrazione della Georgia nell’UE, quando ancora questo sembrava un percorso lineare e continuativo, cioè fino all’interruzione del negoziato di adesione dichiarato dal Sogno Georgiano.
Tuttavia, le organizzazioni della società civile e i media già contestualmente agli emendamenti adottati hanno subito espresso preoccupazione per il potenziale della legge di limitare la libertà di espressione. Temevano che la GNCC, considerata di parte e strettamente allineata al governo, avrebbe utilizzato la legge per colpire i media critici, in particolare in vista delle elezioni parlamentari in Georgia del 2024.
Il rapporto del 2022 del Difensore civico della Georgia aveva già criticato la GNCC per le sue carenze e la scarsa fiducia tra le emittenti, alimentando ulteriormente le preoccupazioni sull’applicazione selettiva e politicamente motivata della legge.
2024
L’anno della svolta, nonostante i numerosi prodromi negli anni precedenti, è stato il 2024, con la legge sugli agenti stranieri, le elezioni, la legge sulla propaganda gay e l’inizio di una corsa verso emendamenti sempre più restrittivi.
Durante la discussione sulla legge sugli agenti stranieri, largamente dedicata ai media, ai giornalisti georgiani è stato ripetutamente impedito l’accesso al parlamento. Queste restrizioni hanno preso di mira i media indipendenti, in particolare quelli online, nonostante l’accreditamento. Il parlamento è spesso l’unica sede in cui i giornalisti indipendenti possono interagire con i funzionari governativi.
Le organizzazioni della società civile avevano criticato l’adozione frettolosa del disegno di legge che obbligava a registrarsi come agente straniero se si percepiva il 20% di finanziamenti dall’estero, senza un’adeguata consultazione delle parti interessate, tra cui la società civile e i media, come rilevato dalla Commissione di Venezia.
A un anno di distanza dall’adozione della legge, i suoi funesti effetti si fanno sentire. La legge, che introduce una nuova etichetta di “influenza straniera” per i media, ha portato ad aumentare l’ostilità nei confronti dei giornalisti indipendenti in una società già polarizzata.
L’etichettatura dei media come "controllati dall’estero" ha alimentato campagne diffamatorie, rendendo i giornalisti vulnerabili alla violenza fisica. I media che ricevono finanziamenti esteri si trovano in difficoltà nell’accedere a futuri finanziamenti da fonti nazionali e internazionali, mettendo ulteriormente a repentaglio la loro sostenibilità e il pluralismo dei media.
Mtavari Arkhi, una tv vicina all’opposizione ha annunciato nell’aprile 2025 che smetterà di trasmettere per questioni economiche.
La legge impone inoltre pesanti oneri amministrativi alle organizzazioni mediatiche, che già si trovano a fronteggiare risorse limitate. I giornalisti sono tenuti a comunicare i dettagli finanziari al ministero della Giustizia, distogliendo risorse da attività essenziali.
Inoltre, la legge conferisce al ministero poteri invasivi per monitorare le organizzazioni e raccogliere dati personali sensibili, comprese le informazioni private dei giornalisti, esponendoli al rischio di molestie.
Il mancato rispetto della legge può comportare pesanti sanzioni, minacciando la sopravvivenza delle testate giornalistiche e scoraggiandone la libera attività.
2025
La legge sugli agenti stranieri ha aperto il tumultuoso anno politico in cui il paese ancora versa, a più di 160 giorni di manifestazioni ininterrotte, e il blocco quotidiano di viale Rustaveli a Tbilisi da parte dei manifestanti.
A febbraio e marzo 2025, il partito al governo Sogno Georgiano ha introdotto nel parlamento, praticamente monocolore, emendamenti restrittivi alla Legge sulla Radiodiffusione volti ad aumentare il controllo governativo sui contenuti mediatici. Gli emendamenti riguardano sia i media tradizionali che quelli online.
Il primo pacchetto di emendamenti vieta alle emittenti di ricevere del tutto qualsiasi sostegno finanziario, diretto o indiretto, da entità straniere, inclusi finanziamenti per programmi di sviluppo dei media, attrezzature e formazione.
Questo divieto ha un impatto significativo sulle emittenti indipendenti che si finanziano con donazioni straniere in un paese come la Georgia, in cui il mercato interno è molto debole e non si vive di pubblicità e sponsorizzazioni. L’essere poi vicini all’opposizione scoraggia i pochi possibili investitori, nonostante gli indici di ascolto. Gli emendamenti rendono più difficile la loro sopravvivenza in un contesto finanziario già difficile.
Il secondo pacchetto conferisce alla GNCC maggiori poteri per regolamentare i contenuti mediatici, sanzionare le emittenti che violano gli standard sui contenuti e persino revocarne le licenze. La legge adottata sulla “propaganda gay” pure è diventata uno strumento di controllo sui contenuti trasmissibili. Questo pacchetto riduce al minimo il ruolo dell’autoregolamentazione nei media e conferisce al GNCC maggiore autorità sulle politiche editoriali.
La legge limita inoltre la possibilità per i media di coprire eventi pubblici e di effettuare registrazioni, sollevando preoccupazioni in merito a censura e autocensura. Le disposizioni vaghe, in particolare quelle relative alla tutela della privacy e all’interesse pubblico, offrono al governo ulteriori margini di arbitrio nel limitare la copertura mediatica critica.
Il mese di maggio si è aperto con la notizia che la Georgia è scesa dal 103° al 114° posto nell’Indice Mondiale sulla Libertà di Stampa 2025 di Reporter Senza Frontiere (RSF), finendo fra i paesi “difficili” per i giornalisti, ben sotto la Serbia, e precedendo di una posizione la Colombia. Il calo riflette un’impennata di violenze fisiche, detenzioni arbitrarie e pressioni statali sui media, tra cui l’incarcerazione della giornalista Mzia Amaghlobeli.
RSF ha criticato l’emittente pubblica georgiana per aver agito come un organo di stampa filogovernativo e aver represso le voci di dissenso. Jeanne Cavelier di RSF ha citato oltre cento casi di abusi e ha rimarcato che il Parlamento della Georgia “continua ad approvare leggi che limitano la libertà di stampa, tra cui una versione recentemente rivista della legge sull’influenza straniera, che mette a repentaglio i media finanziati da donatori stranieri”. RSF ha anche rilevato la pressione delle aziende sui media indipendenti e la riduzione dei finanziamenti.
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