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I Balcani a Euro 2012. Operazione miracolo

Pochi, ma (poco) buoni. Il 2012 non sembra l’anno dei Balcani agli europei di calcio. Solo due le squadre della regione in Polonia e Ucraina (quattro anni fa erano il doppio), entrambe senza i favori del pronostico: Grecia e Croazia.

La nazionale ellenica, nel match di apertura contro i padroni di casa della Polonia (e contro un arbitraggio poco commosso dalla drammatica situazione economica dalle parti di Atene) è riuscita a portare a casa in dieci un pareggio prezioso, ma in attesa della seconda sfida con la Repubblica Ceca, perde i pezzi in difesa, il reparto più solido.

La Croazia, prossimo avversario dell’Italia, ha invece iniziato la propria avventura europea nel migliore dei modi, battendo 3 a 1 l’Irlanda di Trapattoni, e scatenando la gioia dei tifosi di Zagabria, e la solita dose di luoghi comuni sulla stampa sportiva italiana. Sulla Gazzetta dello Sport la nazionale croata diventa quella degli ‘slavi di Bilić’ (l’allenatore croato). Per la cronaca, in questa edizione ci sono 5 squadre ‘slave’, 4 ‘latine’, 2 ‘teutoniche’, una ‘anglosassone’, 2 ‘vichinghe’, una ‘celtica’, una ‘neo-bizantina’.

Nonostante il buon inizio, alla Croazia vengono date ben poche speranze (molti bookmaker danno la vittoria finale 60:1). La Grecia viene addirittura data 80:1. Non bisogna però scordare che la stessa Grecia, da outsider assoluto, stupì il mondo, vincendo gli europei del 2004 contro il favoritissimo Portogallo.

La missione, quindi, è il miracolo. Impossibile?

LINK: EkathimeriniGazzetta dello Sport

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