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Grecia, governo in infermeria
Al vertice UE del prossimo 28-29 giugno erano gli ospiti più attesi. E invece il nuovo premier greco Antonis Samaras e il suo ministro delle Finanze, Vassilis Rapanos, non ci saranno. Sono entrambi in ospedale: Samaras per un’operazione alla retina, Rapanos (economista di area PASOK) per un malore che gli ha impedito di prestare giuramento.
Con i due uomini chiave del nuovo esecutivo knock-out, anche i rappresentanti della “troika” UE-FMI-BCE hanno rinunciato alla visita conoscitiva di oggi ad Atene. Per un governo che ha pochissimo tempo per convincere la comunità internazionale a modificare i termini del pacchetto “austerità e riforme in cambio di denaro”, un avvio poco fortunato. E in un paese stremato, brodo di coltura ideale per le teorie del complotto, non manca chi guarda con sospetto all’improvvisa emergenza sanitaria del governo Samaras.
A destare preoccupazione sulla tenuta della nuova maggioranza, però, non sono bollettini medici e dietrologie, ma un dato politico palese. Nessun parlamentare dei due partner di minoranza, PASOK e Sinistra Democratica, è entrato nella compagine governativa. Non serve molto per capire che, nonostante l’appoggio promesso a Samaras, nessuno vuole condividere fino in fondo con Nuova Democrazia il peso di nuovi tagli e dolorose riforme.
Il PASOK di George Panandreou ha provato a gestire la crisi, e ne è uscito stritolato. Ora è Nuova Democrazia che rischia di seguire presto il proprio leader in infermeria.
Brevi
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