Ultima chance per Cipro?

A due anni dagli ultimi incontri bilaterali, ripartono oggi a Cipro i negoziati per la riunificazione dell’isola, divisa dal 1974 tra le comunità greco-cipriota e turco cipriota. Ad incontrarsi, in un aeroporto dismesso nella buffer-zone controllata dall’ONU, saranno Nicos Anastasiades, presidente della Repubblica di Cipro e Derviş Eroğlu, leader della Repubblica turca di Cipro nord, riconosciuta soltanto da Ankara.

L’incontro è stato preceduto da quattro mesi di contrattazioni serrate per raggiungere una dichiarazione congiunta, che formerà la base negoziale per il nuovo tentativo di intesa. Anche visti i difficili precedenti, non mancano gli scettici, pronti a sottolineare la lunga lista di tentativi di compromesso andati a vuoto.

Secondo gli ottimisti, però, gli attuali negoziati possono contare su due elementi di novità, in grado di cambiare le carte in tavola. La prima è la scoperta di ingenti riserve di gas naturale nelle acque di Cipro. Una ricchezza che, però, può essere sfruttata pienamente solo in un clima di stabilità. L’altra è rappresentata dal difficile momento economico di entrambe le parti. “Una maggiore cooperazione con i turco-ciproti contribuirebbe ad una crescita economica più rapida”, ha dichiarato Anastasiades alla vigilia dei negoziati.

A predicare ottimismo è anche il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoğlu, che in una conversazione telefonica col suo omologo greco Evangelos Venizelos si è detto “estremamente compiaciuto” della riapertura dei negoziati.

Per il ministro degli Esteri turco, il nuovo round di negoziati rappresenta però “un’ultima possibilità” per la riunificazione di Cipro. Secondo Davutoğlu i negoziati sull’isola non possono andare avanti per sempre, ed in caso di nuovo flop le due parti dovrebbero essere pronte “a prendere definitivamente strade separate”.

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