Bosnia Erzegovina: seconda sentenza della Corte costituzionale contro il referendum della RS

La Corte costituzionale della Bosnia Erzegovina ha confermato sabato sera che la Festa della nazione della Republika Srpska, prevista ogni 9 gennaio, viola la costituzione perché “discriminatoria nei confronti dei non-serbi”.

La Corte si è pronunciata infatti contro il referendum a favore del “mantenimento della festività” promosso dalle autorità della Republika Srpska e previsto per il prossimo 25 settembre. I giudici riunitisi a Sarajevo hanno rigettato la richiesta della stessa RS di rivedere una decisione iniziale contro la festa nazionale adottata nel novembre 2015

Gran parte della comunità internazionale si oppone a questo referendum. Al contrario il presidente della RS, Milorad Dodik, ha dichiarato che il referendum si farà: “Mi aspettavo una decisione differente emanata da questo organismo politico denominato Corte costituzionale. Una decisione che si situa in continuità con altre cattive decisioni, prese contro il popolo serbo. Non è una sorpresa ma non possono impedirci di fare quello che vogliamo”.

Ignorare questa decisione, ha risposto il membro bosgnacco della presidenza tripartita della Bosnia Bakir Izetbegović, rappresenterebbe “una violazione degli Accordi di Dayton. Tutti i funzionari e tutte le istituzioni del paese hanno l’obbligo di rispettare le decisioni della Corte costituzionale come definitive e esecutive”.

Valentin Izko, Alto rappresentante della comunità internazionale in Bosnia Erzegovina, ha invitato ad annullare il referendum che a suo avviso non ha alcuna base legale. “Non si tratta qui di giorni festivi ma di ostruzione alla giustizia”, ha dichiarato.

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