Macedonia: dopo il blocco del Parlamento, il blocco dei comuni?
In Macedonia, in maggio, si dovrebbero tenere le elezioni amministrative, ma lo stallo istituzionale attuale impedisce che vengano indette. Nel frattempo i mandati di sindaci e consigli comunali arriveranno a termine e non si sa come le istituzioni locali potranno continuare a funzionare.
Il parlamento uscito dalle elezioni dello scorso 11 dicembre si sarebbe dovuto riunire al più tardi entro il mese di marzo, avrebbe dovuto eleggere il suo presidente e convocare le elezioni locali che erano previste per maggio. La legge elettorale prevede infatti che sia esclusiva competenza del presidente del parlamento di indire le elezioni locali.
Impraticabile sembra anche la strada di prolungare i mandati attuali di sindaci e consigli comunali perché occorrerebbe modificare la legge sui governi locali ed il parlamento non sembra attualmente nelle condizioni di poterlo fare.
Secondo l’analista politico Mitko Gadzovski le amministrazioni locali riusciranno a lavorare “sino a quando le loro attività sono coperte da budget già adottati e quindi sino a fine 2017”.
Tahir Hani, ex ministro delle Comunità locali sottolinea però che “in conformità alla legge sui governi locali il mandato di sindaci e consigli non può essere prolungato senza base giuridica adeguata. Quando i mandati termineranno i sindaci non potranno firmare più nessun atto e i comuni si bloccheranno”.
Un’inquietudine condivisa da Aludin Zekiri, ex sindaco di Studeničani, che ritiene che l’attuale vuoto giuridico rischia di bloccare gli affari correnti di comuni e aziende. “Le municipalità non saranno più in grado di proseguire i progetti già avviati e di lanciarne di nuovi, in particolare quelli che hanno carattere stagionale. Per esempio la maggior parte dei lavori stradali e legati alle infrastrutture sono realizzati nel periodo estivo ma verranno bloccati e questo rischia di essere un durissimo colpo per le aziende del settore”.
Brevi
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