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Via Egnatia: sporcarsi i piedi di terra
La seconda puntata di un viaggio a piedi lungo la Via Egnatia: dal 2015 l’associazione FuoriVia ha cominciato a camminare lungo la Via Egnatia partendo da Durazzo per un progetto quinquennale che raggiungerà Istanbul nel 2019. Ogni estate un gruppo di cinquanta persone percorre circa 250 chilometri a piedi attraverso Albania, Macedonia, Grecia e Turchia alla ricerca delle tracce di questa strada romana costruita come continuazione della Via Appia per collegare Roma all’antica Costantinopoli.
Venerdì 25/08/2017 – Amphipolis
Che giorno è oggi? Da quanto tempo siamo partiti? Era ieri che abbiamo incontrato quel grande platano cavo? o era l’altro ieri? Non ricordo ma a guardarci dentro dal basso verso l’alto sembrava un cannocchiale puntato verso il cielo.
Dobbiamo sederci vicini, confrontare appunti e ricordi per ricostruire una cronaca minima di questi giorni di cammino.
Ad oggi abbiamo percorso sei tappe in tutto, le ultime: da Nea Apollonia a Rentina (22/08), poi Asprovalta (23/08) ed ora siamo ad Amphipolis. Per provare a raccontarle si tenta una selezione dei momenti salienti: la sosta sotto il grande platano, la scoperta inattesa di un tratto di lastricato romano, il bosco di Rentina, il cammino lungo la spiaggia… Ma come tralasciare il mattino tra i campi di mais o la notte nel cortile della chiesa, la prima in tenda, o la ripida discesa nel letto del fiume secco ("C’era una via più comoda", "Non importa, lascia che almeno qui ci sporchiamo i piedi di terra").
Isolare episodi, puntare sull’accadimento speciale, tradisce la qualità più preziosa del viaggio a piedi, applica all’esperienza la stessa griglia della quotidianità. Una cronaca frammenta, il cammino unisce, crea un flusso unico di esperienza: non ci sono vuoti. Così lo spostamento diventa percorso e la mappa non è fatta di punti ma di linee continue, curve irregolari e internamente dense. Sulla nostra pelle riscopriamo ancora una volta la capacità del viaggio lento di istituire una diversa dimensione temporale e con essa una differente qualità di relazione con luoghi, persone, territori.
La qualità specifica del cammino non rimane confinata al viaggio: essa ci insegna una modalità di ascolto e di relazione che informa tutto il progetto di rigenerazione della Via Egnatia. Tanto nel viaggio quanto nel costruire il nostro progetto si tratta di compiere una scelta: raggiungere rapidamente la meta con mezzi efficienti e controllati, arrivare a destinazione puliti, oppure accordarci al ritmo del nostro passo, aspettare i tempi del nostro corpo e nel frattempo lasciarci modificare ad ogni incontro, o meglio dal costante, continuo, incontrare. Esercitare ad ogni passo la nostra capacità di ascolto. Camminare la strada, come primissima azione è in definitiva un gesto politico.
Anche oggi doverosi e sentiti ringraziamenti: al comune di Volvi, alla comunità di Nea Apollonia, a Egnatia Odos, alla comunità di Amphipolis. Grazie per tutti i numerosi gesti e modi di accoglienza.
Alice Merenda Somma
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