Turchia: donne e giornaliste, la repressione raddoppia

Un recente rapporto di Coalition for Women in Journalism evidenzia che la Turchia è al primo posto al mondo per attacchi e minacce contro le giornaliste. Tra gennaio e aprile 2021, 114 giornaliste ne sono state vittime, mentre 50 giornaliste sono state convocate in tribunale trovandosi a rispondere di accuse montate ad arte; 22 sono state aggredite sul posto di lavoro; quindici sono state vittime della violenza della polizia; quattordici imprigionate; tre condannate a pene detentive e altre tre espulse dal paese.

Le giornaliste esposte a queste minacce sono ridotte spesso a praticare l’autocensura o ad abbandonare la professione.

Per Scott Griffen, vicedirettore dell’International Press Institute (IPI), “le giornaliste sono doppiamente minacciate, a causa del loro lavoro e del loro genere, il che riflette il sessismo della società. Uno studio di IPI ha dimostrato che gli attacchi informatici contro le giornaliste sono più gravi di quelli subiti dai colleghi maschi e gli insulti e le minacce che ricevono sono spesso di natura sessuale”.

“Il ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul è stata una grande delusione per le donne che lottano per i propri diritti e l’uguaglianza di genere. L’impunità per i crimini e la violenza contro le donne è diventata la nuova normalità per questo paese", sottolinea Renan Akyavas, coordinatrice del programma IPI per la Turchia.

Link: Le Courrier des Balkans

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