Croazia: Unità Speciali cercano il generale Gotovina
Arrestato Ivica Rajic. La latitanza del generale Gotovina però rappresenta ancora l’ostacolo maggiore alla cooperazione tra Croazia e Tribunale dell’Aja
L’arresto di Ivica Rajic, croato-bosniaco incriminato dal Tribunale Internazionale dell’Aja nell’agosto del 1995 e latitante da quella data, conferma le indiscrezioni relative alla esistenza di un corpo speciale di polizia incaricato di arrestare i criminali di guerra in Croazia. Questa Unità non è controllata nè dal Ministero degli Interni né dal capo della Polizia, e agisce indipendentemente dai servizi segreti croati.
L’Unità era stata creata per arrestare un pesce più grosso, il generale Ante Gotovina, anche lui incriminato dall’Aja, latitante da quando la Croazia ha ricevuto il mandato di cattura dal Tribunale Internazionale all’inizio dell’estate 2001.
La polizia ha finora negato più volte la esistenza di una tale Unità speciale, ma ormai non ci sono più dubbi al proposito. Il corpo speciale era stato formato con persone non appartenenti alle regolari forze di polizia. Gran parte dei poliziotti infatti sono stati reclutati durante il governo Tudjman e avrebbero potuto sabotare le investigazioni sostenendo la causa di Gotovina. Si ritiene dunque che questa Unità Speciale di polizia sia soggetta solo al governo croato.
La polizia speciale sembra essere stata creata su pressione del Tribunale dell’Aja. Il Tribunale considera infatti la latitanza di Gotovina come l’ostacolo maggiore nella cooperazione con Zagabria. La esistenza di questo corpo speciale era stata negata nel timore di possibili reazioni da parte dei partiti croati di estrema destra che si oppongono fortemente alla consegna di Gotovina al Tribunale Internazionale.
Sembra che l’arresto di Rajic non fosse il fine ultimo della inchiesta della polizia speciale. Per portare Gotovina in tribunale, questa unità ne stava cercando i possibili nascondigli. Rajic non è stato arrestato immediatamente. La polizia speciale stava cercando di scoprire le identità di coloro che lo stavano aiutando nella latitanza, e di stabilire se ci fossero delle connessioni tra Rajic e Gotovina. Rajic è stato arrestato solo dopo che è stato chiarito che non c’erano legami.
L’accusa contro Rajic recita che lui, in quanto comandante delle forze croato-bosniache (HVO), è responsabile per l’attacco dell’ottobre 1993 a Stupni Dol, un villaggio musulmano in Bosnia Erzegovina. In quella occasione almeno 16 civili furono massacrati. Il villaggio fu bruciato, e tutti i sopravvissuti deportati.
Rajic godeva di una protezione altolocata da parte dell’ex Ministro della difesa croato, Gojko Susak, uno dei più stretti collaboratori di Franjo Tudjman. Il governo sta cercando ora di scoprire le identità di tutti coloro che per molti anni hanno aiutato Rajic a nascondersi.
L’arresto di Rajic, verosimilmente a Spalato, è avvenuto solo dieci giorni prima dell’arrivo a Zagabria del Procuratore Capo del Tribunale dell’Aja, Carla Del Ponte. Il governo del Primo Ministro Racan sta cercando di dimostrare al Procuratore Capo che Zagabria sta facendo tutto il possibile per arrestare il generale Gotovina.
Nel febbraio del 2003 il governo Racan ha presentato richiesta formale di adesione della Croazia alla Unione Europea. In quella occasione, Zagabria fu avvisata che non avrebbe ricevuto alcuna risposta positiva fino a che il governo croato non avesse deciso di cooperare pienamente con il Tribunale Internazionale per crimini di guerra dell’Aja. La latitanza di Gotovina rappresenta ancora il maggiore ostacolo a quella cooperazione.
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