Omicidio Djindjic: un’intervista dal sud della Serbia

Riza Halimi, albanese, è sindaco di Presevo. "Si tratta di una grande tragedia … Non credo che ci saranno grandi cambiamenti per quel che riguarda il sud della Serbia, il processo di pacificazione continuerà".

14/03/2003, Redazione -

Intervista a cura di Martina Iannizzotto – ICS, Belgrado

In questo momento in cui tutti i giornalisti cercano interviste e testimonianze di personaggi di primo piano nella politica della Serbia, noi abbiamo contattato Riza Halimi, sindaco albanese di Presevo, cittadina che si trova nel sud della Serbia vicino al confine con Kossovo e Macedonia e abitata a stragrande maggioranza da albanesi. La valle di Presevo è diventata famosa sulla scena internazionale per il conflitto che da fine 2000 al maggio 2001 ha opposto l’UCPMB (l’esercito di liberazione di Presevo Medvedja e Bujanovac), fratello minore dell’UCK, e le forze dell’ordine jugoslave. Il conflitto è stato composto pacificamente grazie al mutato atteggiamento del nuovo governo serbo e all’azione del Centro di coordinamento per il sud della Serbia presieduto da Nebojsa Covic, vice-Premier della Serbia. Anche se nell’ultimo periodo sono ricomparse armi e uomini in divisa, quella del sud della Serbia può ancora essere considerata come una delle poche storie di successo di composizione pacifica dei conflitti nei Balcani.

I.: Halimi, quale il suo commento su ciò che è accaduto?

H.: Si tratta di una grande tragedia e di una grande perdita per il Paese e per la regione. E’ la testimonianza che in Serbia esistono ancora forza regressive molto forti.

I.: Questo evento inciderà sulla situazione nel sud della Serbia?

H.: Il premier Djindjic si era impegnato molto, anche se indirettamente, per il processo di pacificazione nel sud della Serbia. Io l’ho incontrato personalmente a marzo dello scorso anno e mi ha dato l’impressione di una persona molto comunicativa, interessato alle sorti di questa area, insomma un vero politico.
Anche se con le sue ultime prese di posizione in merito al Kossovo aveva dato l’impressione di voler forzare la situazione, Djindjic aveva sempre un approccio pragmatico. Non credo che ci saranno grandi cambiamenti per quel che riguarda il sud della Serbia, il processo di pacificazione continuerà. Anche l’introduzione dello stato di emergenza non ha avuto particolari effetto per quel che riguarda il comportamento delle forze dell’ordine e dell’esercito in questa zona, e questo è un dato positivo.

I.: Sembra che il vice-Premier Covic, presidente del Centro di coordinamento per il sud della Serbia, sarà colui designato a sostituire Djidjic. Che effetti avrà sulla situazione nella valle del Presevo?

H.: E’ sicuro che vi saranno conseguenze dirette sulla situazione del sud della Serbia e non troppo positive. Già il fatto che Covic fosse diventato il presidente del Centro di coordinamento per il Kossovo aveva comportato un suo minore impegno nell’area. Proprio per questo motivo abbiamo richiesto una rapida riforma del Centro di coordinamento nel sud della Serbia.

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